31 maggio 2007

FORZA RAGAZZI!

Forza ragazzi!
Tutta Milano è con voi! In piazza Duomo c'è un maxischermo per la diretta della partita, ma io la seguirò da solo con panino con frittata e cipolle (rutto libero) in silenzio e concentrazione su Radio Blu.

Vostvo Fevvo.

26 maggio 2007

Tutto ed il contrario di tutto - 2007 - Regia: EstrellaPolar

Torna in voga il cinema dell'assurdo in questa pellicola messa in scena e confezionata in modo originale da un gruppo di amici-registi-attori provenienti da ogni parte del mondo. Un team stellare che da vita ad una commedia tragicomica, avvincente coi suoi numerosi e mai banali colpi di scena e situazioni al limite del surreale, un pò sulla scia di jim jarmusch, ma rivisitata con accenni a diversi generi cinematografici, dall'horror alle grandi produzioni hollywoodiane.
Fa da sfondo alle riprese un verde prato in erba estetica, dove cozzano ma si fondono in un alchimia vincente le diverse esperienze, i diversi caratteri dei vari personaggi.
Vengono messi in luce in modo naturale ma ben dettagliato i lati positivi e negativi di tutti i componenti con le loro contraddizioni ma emerge alla fine la forza del gruppo, che coeso da un nobile obiettivo comune, raggiunge l'agognato traguardo.
Si parte quindi da una struttura semplice e collaudata, senza pretese di una trama rivoluzionaria, ma tutto assume un carattere così poetico che è inevitabile affezionarsi e riconoscersi nei personaggi e nella storia, e quello che ne esce è un film godibile, un'ora carica di emozioni forti.
Il punto di partenza è quello di un gruppo di persone che ritrovatesi grandi, più grandi di quello che forse ritengono di essere e meritare, iniziano a sentire il peso di questo fardello fatto sia di responsabilità ma anche di invidia altrui, che finisce con incrinare la fiducia nei proprio mezzi. Troviamo quindi questi ragazzi compiere errori chiaramente madornali, quasi inverosimili, colpiti pure da una buona di dose di sfortuna (o di fortuna altrui) che vacillano incredulo, non riuscendo a darsi una spiegazione di ciò che succede. Si giunge quindi ad una pausa della azione vera e propria, il ritmo rallenta per dare spazio al momento della riflessione e del confronto: il ricordo di quello che si era, la constatazione di ciò che insieme questi giovani amici hanno saputo creare scuotono gli animi dei protagonisti che sembrano davvero risolvere e sbrogliare la situazione negativa in cui si erano venuti a trovare. E qui accade quello che non ti aspetti: invece di una inarrestabile quanto scontata rivincita, al posto di una cavalcata verso la vittoria in un crescendo rossiniano il fato avverso ci mette ancora lo zampino, facendo precipitare attori e spettatori in un turbine di emozioni fatte di sfiducia e scoraggiamento, fino all'autolesionismo. Sembra il punto di non ritorno, i volti sono sconsolari e rassegnati, ma ancora una volta, come nella vita reale di ognuno di noi, accade qualcosa, un piccolo particolare, un segno, una luce che si illumina negli occhi di ognuno e che accenda la consapevolezza di potercela fare anche quando la ragione porterebbe a dire che è troppo tardi.
Si sente emergere nei protagonisti la forza data dalla consapevolezza dei proprio mezzi, una coscienza che fino ad allora, nonostante tutto, era rimasta incompresa a loro stessi, ed è qui che il film cambia ritmo accelerando ancora di più, ed i 4 minuti finali sanno fondere insieme l'adrenalina di un inseguimento lungo le strade di san francisco e le epiche battaglie di braveheart.
Se il finale è fondamentalmente scontato, è il modo in cui ci si arriva che lo rende piacevolmente inatteso, e viene accolto come una vera liberazione, sintomo della fusione tra spettatore e pellicola.
In definitiva un film che andrebbe rivisto più e più volte, al quale si perdonano volentieri errori di regia e una trama non trascendentale.
Uno spaccato di vita reale con una morale semplice ma efficace, un film in cui si vuole dimostrare come diversità e contrapposizioni, rabbia e delusione possono essere sempre convertite in qualcosa di positivo.
I sette attori e registri fanno la loro parte in modo egregio, e speriamo davvero si sappiano comfermare a questi livelli anche con le prossime pellicole.
La scheda:
Tutto ed il contrario di tutto
Maggio 2007
Regia e produzione: Estrella Polar
Co-produzione: SeventySeven
Attori principali:
El Gato Delsartiescu, M. Baldiňo, P. Grassisky, M. Dale Luçhe, R. Lapis, D. Cagnonicenko, L. Bertonelli
Distribuzione: Meeting Place

23 maggio 2007

veramente?

Aaaahhh! Ma veramente abbiamo perso 5-0?????
Io pensavo che simone raccontasse della partita dell'altro torneo che sta facendo e lo volevo prendere per il culo....

Minchia! Che è successo?

I Grandi Numeri

Per la legge (non scritta) dei grandi numeri doveva arrivare questa prima sconfitta per la Estrella Polar. E visto che siamo una grande squadra, con un grande cuore e dei grandi giocatori abbiamo fatto le cose in grande, quindi ci voleva una grande sconfitta. Un'altra legge non scritta del calcio dice che dopo una grande prestazione in CienzLig è altamente probabile una prestazione inversamente proporzionale in campionato. Ecco il perchè scientifico del 5 - 0 contro Tecnik. Come si direbbe se fossimo all'oratorio: 5 pappine!
Sconfitta maturata prima di tutto dal punto di vista mentale, causata da una sorta di saturazione psicologica, che si è inevitabilmente riflessa sul piano più prettamente atletico: il risultato è che loro ci hanno creduto di più, avevano forse più motivazioni e di conseguenza hanno corso di più.
Noi assenti dal gioco e anche quando potevamo risollevarci la sfortuna ha remato contro: per due volte siamo arrivati vicini al gol ed abbiamo invece subito due contropiedi finalizzati con le reti del 2-0 (nel primo tempo) e del 4-0 (nel secondo tempo) da parte della squadra in maglia nera.
Per stessa ammissione degli avversari il gol dell'eventuale 1-1 avrebbe cambiato molte cose, ma purtroppo così non è stato. Loro bravissimi a non farci giocare, noi troppo molli e disuniti, in tutti i reparti.
Una partita così capita e forse alla fine è giusto che sia capitata contro di loro.
La società ha giustamente dato il pieno appoggio al mister, che può lavorare con tranquillità nella preparazione della partita di campionato di questo venerdì e soprattutto in vista delle semifinali di Cienz sabato e mercoledì prossimo.
Un vero tour de force che metterà a dura prova i ragazzi del patron Bertonelli.

dedicato a chi ci arbitra

Dato che questa sconfitta mi brucia in modo particolare, prima di scrivere della partita in se, vorrei dedicare due righe all'arbitro di stasera, che dal profondo della sua ignoranza e col suo comportamento ha decretato che non esistono più falli sul portiere, benchè il regolamento si esprima in modo diverso. (è un modo diverso per dire che avevo ragione io ad incazzarmi tanto per il 3-0...)
La regola dice:
Il portiere sarà considerato in possesso del pallone se lo avrà toccato con una qualsiasi parte delle mani o delle braccia. È ugualmente in possesso del pallone nel momento in cui lo fa rimbalzare intenzionalmente sulle mani o sulle braccia.
Detto questo me ne vado a letto, domani sbollita la rabbia scriverò qualcosa di più di questo mesto 5-0 subito senza attenuanti.
Detto questo vinciamo la partite che mancano e prepariamoci per vincere il torneo.

19 maggio 2007

Life on Mars, part III - Alla Ricerca del Tempo Perduto

L’Estrella Polar scende in campo con Riccardo tra i pali (che indossa la maglia della Zivilivisis, incredibile amisci!), Pietro a destra, Luca al centro, Maurì sulla sinistra, Nino e Giammino in mezzo al campo con quest’ultimo un po’ più arretrato a fare da playmaker per predisposizione naturale et inguinale e il Baldo davanti a rompere le scatole a tutti, compagni compresi. Massi Ferro, che non si allena da tempo ed è in condizioni fisiche precarie, viene inserito come sbandieratore nel gruppo degli animatori della gara tra ragazze pon pon, saltimbanchi, trampolieri e giocolieri d’ogni risma. Il suo ruolo è quello di correre sulla fascia facendo volteggiare e all’occorrenza trionfare una piccola bandiera rossa -del tutto simile a quelle utilizzate di solito dai guardalinee nelle partite di calcio, di cui peraltro sembra andare molto fiero: avanti popolo, alla riscossa! (beccati questa Baldo, tiè!).

Fin dall’avvio la squadra stellare prende il comando delle operazioni e comincia a macinare gioco con sicurezza. Duettano bene in mezzo al campo Giammino e Nino con quest’ultimo che gode di grande libertà per via di una disposizione in campo degli avversari davvero singolare. Sul centro destra c’è un buco pauroso (e anche questa, tiè!) ed è proprio da lì che arrivano i pericoli maggiori per i conciari con il Nino che riesce a rifornire con una certa continuità Baldini e Pietro che si inserisce sovente in buona solitudine. A capo di una azione che si sviluppa proprio sulla destra arriva il primo gol dell’Estrella Polar: Baldini riceve palla subito fuori dell’area di rigore un po’ defilato sulla fascia sinistra e scarica un tiro che a quattro metri dalla porta Piè, che si era prontamente inserito per ricevere l’eventuale passaggio (di chi?! Di Baldini? Inguaribile ottimista!), devia in fondo al sacco spiazzando completamente il portiere avversario (questo gol scatenerà a fine gara furiose polemiche perché si mormora che, al contrario di quanto dichiarato, Pietro non abbia deviato la palla intenzionalmente. Allorquando il Nino dice che concederà l’intenzionalità a Pietro perché la parola di un giocatore stellare è sacra quella canaglia di Baldini corregge il tiro (bella questa!) dicendo che il suo in realtà era un passaggio per l’accorrente compagno di squadra. Vergognoso revisionista!).

Per tutto il primo tempo il leit motiv della partita sarà questo con Giammino a dettare i tempi per gli inserimenti soprattutto di Nino e Baldini. Al 10’ il raddoppio del Bomber che sfrutta al meglio un lancio bellissimo di Giammino e beffa il portiere in uscita con un tunnel per sua stessa ammissione non voluto e del tutto casuale. La squadra di Prato proprio non riesce ad organizzarsi e ad uscire dal guscio, dimostrando di non essere ancora matura per affrontare appuntamenti così importanti. Sostituito Pietro con Massi, la squadra stellare, solida in difesa con Luca e Maurì sugli scudi, continua a spingere ma non riesce a trovare il gol che chiuderebbe la gara e dopo alcune azioni pericolose il primo tempo si conclude con la squadra ospite in vantaggio per 2-0.

Durante l’intervallo Baldini da quel rompiscatole che è trova l’occasione di infastidire pure l’arbitro per via di un episodio avvenuto in area avversaria alla fine del primo tempo (in cui lui, si sappia!, aveva chiaramente stoppato il pallone col braccio e l’aveva pure fatta franca, ndr). Si lamentava il Baldo (che faccia tosta!) del fatto che gli avversari avessero chiamato con insistenza il fallo di mano, disturbandolo nella sua azione: “Lei capisce, io che ho il pallone vengo condizionato, mi danno fastidio, mi disturbano, mi sei a capire? (queste ultime quattro parole non l’ha dette all’arbitro cui dava del lei, ma a me che, seduto per terra con la schiena contro la panchina, mi stavo giusto godendo, si fa per dire, la scena da lontano), mi disturbano capisce, mi disturbano!” A questo punto il Nino si alza ponendo fine all’ignobile tiritera e convincendo l’arbitro a richiamare ufficialmente l’insopportabile centravanti. Ed è così che, dopo il giallo del 15’, il Baldo si becca pure il cartellino azzurro, quello riservato ai bambini capricciosi.

Al rientro la squadra di casa propone alcuni giocatori nuovi e un assetto più razionale grazie al quale riesce ad occupare decisamente meglio gli spazi. Per dieci minuti l’Estrella Polar controlla senza preoccupazione però piano piano la stanchezza comincia ad affiorare e si fanno sentire eccome le tre partite in 5 giorni. Cala improvvisamente il Nino che perde qualche pallone di troppo ma anche Maurì sul centro sinistra fatica ora a contenere gli avversari che a volte si presentano nella zona addirittura in superiorità numerica. Nessun giocatore stellare pensa che valga la pena scalare per cui, non arrivando rinforzi da destra, per un po’ l’Estrella da quella parte subisce l’attacco in massa (si fa per dire…) dei pratesi. Per nostra fortuna gli uomini di casa dimostrano di non avere la qualità sufficiente per concludere pericolosamente a rete e quando riescono ad inserirsi sotto misura ci pensa Riccardo con un paio di uscite perentorie a smorzarne gli ardori. Passata la tempesta gli uomini stellari si risistemano ma purtroppo manca ormai la lucidità necessaria per innescare al meglio Baldini che in avanti rimane spesso uno contro uno col centrale avversario, tutt’altro che un fulmine di guerra. L’unica volta che viene servito a dovere il Baldo si divora l’avversario diretto e punta la porta. Purtroppo però anche per lui le gambe non sono più quelle di inizio gara e il tiro da posizione un po’ decentrata esce abbastanza potente ma un po’ telefonato. Nel frattempo il Nino continua a battere con maestria i calci d’angolo mettendo sempre in condizione un compagno di far male: ci provano Luca, Giammino e Ferro e davvero per un niente in almeno cinque occasioni non ci scappa il gol. Dopo avere sciupato una buona occasione a tre metri dalla porta avversaria il Nino si riprende e si fa pericoloso con una bella voléé da posizione non facile che il portiere smanaccia in tuffo sopra la traversa.

L’Estrella Polar continua a lottare col coltello tra i denti e al 42’ Baldini conquista una punizione sulla tre quarti avversaria, leggermente defilata sulla sinistra. Il Nino va sul pallone deciso e mentre il portiere posiziona la barriera comincia a sistemarlo a terra. All’inizio, vista la distanza, pensa che si potrebbe calciare con le tre dita esterne, alla Pirlo per intendersi, affidandosi ai venti del destino. Non la passerà certo a Luca che da tre ore, più o meno alla sua altezza defilato sulla destra, continua a farsi sentire. Pensa che su un terreno del genere una palla così laterale (per di più in quella posizione per un destro) va prima controllata a dovere poi riallungata e infine calciata. Troppa roba, gli avversari gli sarebbero stati addosso e magari con un rimpallo ci poteva scappare addirittura il contropiede! No no, non sa da fare. E poi il Nino quest’oggi sente il pallone e calcerà in porta. Ed ha appena finito di piazzare a dovere la palla e di prendere le misure quando… Nino, Nino, perché non provi a tirarla sul pal… E’ quello che voglio fare Giammino, tiro lì. I due centrocampisti si sono resi conto contemporaneamente che c’è la possibilità di una palla a scavalcare la barriera. Certo il tiro è difficilissimo visto che le porte sono alte poco più di Luca e la distanza è considerevole, circa 25 metri, però…

Quando una cosa ha a che fare più con il mondo delle idee che con la miseria degli uomini è pura magia che dopo essersi consumata lascia come svuotati, storditi, interdetti.

L’ultima volta che il Nino aveva calciato una punizione simile era poco più di un bambino. Adesso quel pallone sistemato sul campo bianco e polveroso, il profumo della terra sotto il sole, le maglie colorate, tutto lo riconduce, un po’ come la madeleine di proustiana memoria, proprio a quel pezzo di vita sospesa e irripetibile, all’età dell’oro.

A quei momenti di tanti anni fa per intendersi quando l’allenatore decise che eravamo grandi abbastanza per provare le punizioni. Non so perché mi ricordo esattamente di un certo giorno -evidentemente era una cosa rara questo allenamento delle punizioni, e in quel giorno di una punizione in particolare. Avevo calciato con tutta la forza dal limite dell’area perché così piccolo com’ero (solo il classe ’73 Andrea Bonuccelli detto Magnamorca era più piccolo di me, ndr) era l’unico modo di sperare che la palla raggiungesse almeno la porta. Ce l’avevo messa tutta insomma e la palla era partita bene. Era pure scesa al momento giusto dietro la barriera e davvero per poco si era persa lateralmente all’altezza dell’incrocio dei pali. Nonostante l’allenatore ci facesse poi andare a prendere i palloni che calciavamo e il mio fosse finito assai lontano ero contento perché non avrei mai creduto che anch’io avrei potuto calciare le punizioni. E infatti non le calciai mai anche se da quella volta sentivo che se solo mi avessero fatto provare qualche volta…

Insomma: dopo aver fatto una finta di occhi come se la dovesse passare a Luca (così, mica per confondere il portiere o gli avversari più vicini ma proprio per beffare quello scassatore di Luca) il Nino calcia. Il pallone colpito di mezzo collo interno parte bene verso il centro della porta e immediatamente dopo aver scavalcato la barriera comincia a girare verso il palo lontano. A pochi metri dalla porta scende improvvisamente e dopo aver sfiorato la traversa si insacca imparabile quasi nel sette. Una cosa mai vista!

I compagni più increduli del Nino stesso corrono ad abbracciare il loro compagno che dal canto suo dopo i primi attimi di stupita felicità ripensa al gol che nel racconto di Soriano porta in vantaggio, nell’ultima decisiva partita, l’Estrella Polar: “… ma al quarantaduesimo rimanemmo tutti a bocca aperta quando la mezz’ala sinistra dell’Estrella Polar infilò una punizione da molto lontano…”. Sorride il Nino per questa assonanza e d’istinto, nell’incanto del momento, butta gli occhi al cielo...

Sul punteggio di 3-0 e dopo una simile prodezza solo per l’arbitro la partita non è ancora finita. Si va avanti e gli ultimi fuochi sono ancora dell’Estrella che si rende pericolosa col Baldo. Da segnalare un episodio che la dice lunga sul clima sereno in cui si svolge la gara: Maurizio appena uscito dal campo si mette a fare lo sbandieratore sulla fascia e la combina grossa. Su una ripartenza dell’Estrella Polar avviata da Pietro sull’out destro segnala un fallo laterale inesistente (o meglio alza la bandierina non si sa perché visto che appena l’arbitro ferma il gioco è proprio lui, il nostro amato Cafù, col sorriso brasiliano stampato in faccia a dire che in realtà la palla non era uscita) fermando sul più bello il Baldo che si stava avviando tutto solo verso la porta avversaria addirittura con il Nino a rimorchio (pensate un po’ che potenza quel Toro ragazzi!).

Dopo il fattaccio assistiamo purtroppo all’uscita dal campo del generoso Giammino. Grazie ad una bella combinazione stellare il tosetto si trova al limite dell’area con un pallone invitante da calciare in porta, molto invitante. Io lo vedo a pochi metri da me e percepisco chiaramente la sua indecisione, tra la voglia matta di tirare e il cuore che gli dice tira tira tira! (ma non era tora tora tora!?), e la coscienza di chi sa che non deve e la testa che gli dice se tiri ti stiri, se tiri ti stiri, se tiri ti stiri! Poiché lo sappiamo Giammino è uno di cuore alla fine tira, però ci ha messo così tanto a decidere che un difensore è rinvenuto su di lui e gli rimpalla la conclusione. Naturalmente si stira e la sua partita finisce lì. Al suo posto rientra Piè e Massi si sistema in mezzo al campo. Ormai però la partita volge alla fine e non ha più niente da dire, chè i miracoli si sa, non sono di questo mondo. Forse.

Pfiii, Pfiii, Pfiiiiiiiiii.

Champions League, 2a giornata: Prato-Estrella Polar 0-3
Reti: Grassi, Baldini, Vietina
Note: spettatori paganti: 3
Ammoniti per gioco scorretto: Baldini, Vietina (Estrella Polar)

Negli spogliatoi è di scena la festa dell’Estrella Polar. Grandi cori e abbracci per l’impresa compiuta. Intervistato il Nino, grande protagonista della giornata, così si esprime: "Dedichiamo questa vittoria al nostro compagno di mille avventure Daniele, che idealmente abbracciamo e a cui siamo molto vicini. Il gol più bello della mia carriera lo dedico a Patrizia, la mia dolce metà che amo profondamente, ma anche a mia mamma, che da più di vent’anni ogni qualvolta mi vede uscire con la borsa del calcetto non può proprio fare a meno di arrabbiarsi". Nel frattempo Pietro e Baldo alle prese col famoso gol dell’1-0 non riescono a godersi neppure la festa. Per placare gli animi deve intervenire come al solito il salomonico Nino che, ribadendo la convinzione dell’intenzionalità del gesto di Pietro, chiude l’aspra contesa tagliando definitivamente la testa al Toro. A l’ere l’ora! Ooooooh yeeesssss!!!

Sole sul tetto dei palazzi in costruzione,
sole che batte sul campo di pallone
e terra e polvere che tira vento,
e poi magari piove...
Nino cammina che sembra un uomo
con le scarpette di gomma dura
dodici anni e il cuore pieno di paura...


Life on Mars, part II - Molto più di una parentesi

Arrivare al Campo Sportivo Chiavacci è un po’ come non essere mai partiti. Ci si sente subito a casa.

Il Centro è immerso nel verde ed è fantastico. C’è il campo a 11 in erba con la grande tribuna coperta, c’è il baretto con la signora che dice: “Oi cche volete?” , c’è l’altoparlante per le comunicazioni urgenti e le formazioni delle squadre, c’è l’omino al baccalino addetto ai biglietti della partita (e chissà, forse all’apertura dei numerosi chiavacci del Centro) e c’è la partita appena cominciata dei ragazzi. Entrando il campo grande è sulla sinistra, il baretto a destra. In fondo, oltre la tribuna e gli spogliatoi, quelli di una volta belli scalcagnati con le piastrelle, le panchine dell’asilo e tutto il resto, c’è il campo a 7. Accanto un altro campetto per i ragazzi (che a prima vista è molto meglio del nostro) e tutto intorno un parco pieno di bambini scorrazzanti e scarrozzati, lupetti e boy scout, mamme e babbi come se piovesse, volonterosi podisti e pure un cinese solitario seduto su una panchina. Il Nino è in estasi. Il nostro campo è molto grande, di quelli con più terra e sassi che erba e la poca erba davvero cattiva, a ciuffi sporadici nel centro e un po’ più omogenea sulle fasce. Un classico campo calvo insomma, però lasciatemelo dire, bellissimo. Le porte sono un po’ più larghe di quelle che utilizziamo di solito ed hanno dei pali enormi e tondi, tutti bianchi, come le porte del campo grande. Ci sono degli avvallamenti che sembra di essere tra le colline di Volterra è vero e pure le tracce ancora ben riconoscibili di una trincea della prima guerra mondiale ma va bene così, davvero va benissimo così. Che bella atmosfera!

Dopo aver preso visione dell’ameno centro sportivo ci rilassiamo un po’, visto che comunque manca ancora molto all’inizio della gara. La meta è naturalmente il baretto, dove Luca finalmente potrà prendersi qualcosa di corposo da mettere sotto i denti. Il Capitano però non ci sente e alla fine opta, indovinate un po’, ancora per un mars. La cosa buffa è che riesce a plagiare tutti i componenti della squadra che a turno come in processione entrano nel baretto sempre chiedendo la stessa cosa per la disperazione della signora che, figuriamoci, ai primi due aveva proposto del biroldo (a Maurizio) e della finocchiona (a Gianmaria): “O’ Mario, oi quant’illè questa barretta?”

Seduti all’aperto con vista sulla partita dei ragazzi mangiamo e beviamo. Sembra davvero in grande giornata Massi Ferro che ne spara una dietro l’altra e comincia insistentemente a parlare di avsura. In realtà dice non sento soltanto avsura ma pure qualcos’ altro… come si dice… avidità, ecco. Sento, avsura e avidità. I compagni ridono di gusto ma l’amabile conversazione comincia a farsi improvvisamente tesa allorquando il Ferro cerca con insistenza di convincere il purista Nino che le parole avsura e avidità hanno la stessa radice. Ma come puoi pensare una cosa simile Massi, sono due parole di significato completamente diverso come se io dicessi che... Ma no Nino, ma cosa hai capito: avsura e avidità, non avidità… a-vi-di-tà! Mi stai prendendo per i fondelli Massi? Bada che queste son cose serie sai! Ma guarda un po’… Nel frattempo Luca ha finito di mangiare la sua terza barretta della giornata ed è talmente allappato che non riesce più a tirare fuori il vocione dei bei tempi e comincia a parlare con una vocina nasale uguale uguale a quella di Troisi nel suo celebre film d’esordio: Ricomincio da tre!

Arriva così il momento di andarsi a cambiare. Nello spogliatoio spuntano le scarpette nuove con i tacchetti comprate per l’occasione dai giocatori stellari ai prezzi più stracciati dell’universo. Il record, stabilito due anni prima dal Nino che per 15 euro aveva comprato delle scarpette grigio-azzurre con un design fantastico addirittura con i lacci laterali, davvero bellissime!, sembra inattaccabile. Maurizio ci prova sottoponendo ai giurati un paio di scarpette nuove di zecca, grigie con bande rosse, acquistate a tredici euro. Mentre la giuria sta valutando se i due euro di scarto sono sufficienti a compensare un design che rimane comunque un po’ retrò, Pietro (probabilmente dopato) sfodera degli scarpini davvero speciali, tutti bianchi, elegantissimi!, acquistati, udite udite! a undici e dico undici euro. Il record è suo!

Premiato il vincitore, indossiamo il completino stellare e ci avviamo con largo anticipo verso il campo da giuoco per il riscaldamento. In realtà fa un caldo della miseria e Riccardo il portiere tutto bardato com’è dopo pochi minuti è talmente sott’acqua che deve intervenire addirittura il pesce che c’è in Pié per tirarlo fuori dai guai. Dopo qualche scambio e qualche tiraccio con cui prendiamo confidenza con il pallone e soprattutto con il terreno l’arbitro ci chiama per l’appello. Nel frattempo ci accorgiamo che gli avversari hanno indossato delle casacche nere ad inserti verdi per cui a scanso di equivoci decidiamo di rispolverare le gloriose casacche bianche a maniche corte dei primordi. Che emozione!

Alla ripresa del riscaldamento Giammino testa l’inguine malconcio e si rende conto che non può calciare con forza, non può tirare. Insomma, considerando anche la pesantissima assenza del nostro amato Danielino, non è che arriviamo all’appuntamento di Prato proprio nelle migliori condizioni tanto più che forse il nostro Capitano, l’uomo-mars, non ce la farà. Siamo tutti all’altezza della metà campo pronti all’ingresso in campo infatti quando l’arbitro chiede se preferiamo salutare il pubblico con un hurrà o con la mano. Quando sente con la mano Luca si precipita a stringere la mano al Capitano avversario che, sorpreso, gliela concede comunque volentieri. Alle loro spalle il Nino e Baldini si guardano per un istante e nonostante la preoccupazione di dover assistere per una seconda volta alla prestazione non di un uomo ma di un frullato, non riescono a trattenere una grossa risata. Come si farebbe senza Luca, come si farebbe!

Schierati a centrocampo espletiamo dunque uno dei più bei compiti del calciatore, il saluto al pubblico, che quest’oggi risulta peraltro formato da tre ragazze locali davvero molto avvenenti (siamo tutti fidanzati o sposati e conosciamo i nostri doveri. Il nostro è soltanto un generico apprezzamento per la bellezza e la grazia che si fanno forma. Per noi sarebbe stato bello allo stesso modo se al loro posto ci fossero state non dico tre delle cinque Demoiselles d’Avignon di Picasso o Le Tre Grazie di Canova (Merci, Danke e Thank you, ndr), ma tre colonne del Partenone, figuriamoci, non è neanche il caso di parlarne. Dico bene ragazzi?). Dico bene ragazzi?

Questa volta però niente ci distrae, siamo concentrati e pronti a dare battaglia per ottenere ciò che serve: la vittoria! (che poi si sa porta con sè la gloria, che a sua volta porta con sè la jolanda, che a sua volta...).

Si comincia!

13 maggio 2007

Life on Mars, part I - Il Viaggio

Ed eccoci finalmente giunti all’appuntamento tanto atteso, la seconda partita di Champions League da giocare sul difficile campo Chiavacci di Prato contro i terribili conciari!

Si parte dalla bella Piazza degli Aranci alle 14.30 in un'atmosfera da domenica di festa. Tre le vetture a disposizione della squadra: l’Ammiraglia del Presidente e Grande Capitano Bertonelli, la Sportiva tutta grinta del Bomber Baldini e l’auto sostitutiva della Società guidata per l’occasione da Giammino intenzionato dopo la partita a riunirsi con la sua dolce metà nella città del Sommo Poeta, culla della lingua italiana: la mi porti i miei saluti a Firenze!

Fa strada verso Prato guidando la truppa l’Ammiraglia del Capitano con a bordo il satellitare TomTom Nino e suo cugino di terzo grado nonché nuovo responsabile delle porte dell’Ammiraglia stessa, direttamente da Montignoso il portiere Riccardo Colle.
Segue a brevissima distanza Baldini con lo scafista Pietro nel ruolo di navigatore ed il nativo Mauricio de La Luz nella stiva, addetto alla retromarcia (il Baldo per aumentare l’aerodinamicità della vettura ha tolto da tempo tutti gli specchietti, compresi il retrovisore interno e quello montato anni fa sul tetto, lo specchietto per le allodole).
Nell’auto sostitutiva, una Punto-base di un colore tanto improbabile quanto indecifrabile e proveniente da un non ben precisato paese dell’est europeo, gli inseparabili gemelli del gol. Guida Giammino ma poiché Massi non ci sta a fare da spettatore, i due decidono di dividersi le marce: Giammino si occupa della prima, della terza e della quarta mentre Massi, per ovvi problemi di dizione, soltanto della seconda e della quinta.

A parte l’auto sostitutiva che procede un po’ a singhiozzo (non sappiamo se la trovata delle marce li abbia realmente messi in difficoltà oppure se la macchina sussultasse per le risate dei due tosetti che per tutto il viaggio si sono trovati davanti agli occhi il sorriso solare di Mauricio il brasiliano, costretto dal cinico Baldo come abbiamo detto a fare il viaggio a ritroso, come uno di quei pupazzetti che si appiccicano con le ventose al vetro posteriore dell’auto), si va via veloci e silenziosi per una buona oretta poi finalmente sosta all’autogrill per rifornimenti vari, caffè e sigaretta di rito. Ancor prima di ormeggiare Riccardo scende prontamente a terra dall’Ammiraglia e repente apre le porte ai due boss della situazione, Luca e il Nino. Preoccupa Luca che non ha mangiato una mazza a pranzo e che invece di ordinare un bel Camogli, un Positano o magari una cotoletta (e già si teme di dover assistere ad una debacle simile a quella della famosa sera del frullato), si accontenta di due barrette oltremodo allappanti provenienti direttamente da Marte (due mars, appunto, ndr).

Dopo un quarto d’ora si decide di ripartire e correttamente le tre vetture stellari si rimettono in fila nell’ordine con cui erano entrate ai box. Il comportamento di Baldini che durante il pit-stop non mette carburante e sostituisce le gomme scanalate con delle velocissime slick lascia qualche perplessità e desta più di un sospetto. Conoscendo l’esuberanza del nostro bomber e per evitare qualsiasi problema, Luca pensa bene di far entrare in gioco la safety car ma non basta. Quando la macchina di emergenza si fa da parte il grintoso Baldini infila sulla destra Capitan Bertonelli sorpreso da tanto ardire. Una volta affiancata l’Ammiraglia il Baldo ordina al terribile Pietro di far uscire le corna d’acciaio dai cerchioni della Toro-Car per tranciare i copertoni dell’Ammiraglia e di fare i gesti più scurrili che conosce. Per fortuna il Nino si accorge della manovra e prontamente avverte Ben Hur Bertonelli che riesce a schivare il pericolo rallentando bruscamente. Fallito il tentativo di mettere fuori causa l’Ammiraglia l’insaziabile Baldo prende a schernirne i componenti azionando il tergicristallo posteriore che porta continuamente da sinistra a destra e viceversa il sorriso di Mauricio de La Luz, adesso oltremodo beffardo…

Dimenticato l’increscioso episodio e ristabilita la normalità ci avviamo sicuri verso Prato. La cartina a nostra disposizione però è davvero approssimativa per cui usciti dall’autostrada si va a ricordi (quelli di Luca che la sera prima aveva sbirciato con la coda dell’occhio la guida Michelin). Come naturale, dopo aver oltrepassato lavori in corso che avevano piuttosto l’aria di svolte epocali, sbagliamo strada nel senso che perdiamo la deviazione cruciale e finiamo diritti dentro una concessionaria qualche chilometro oltre la meta agognata. Mentre il Nino e Luca chiedono informazioni (a due tipi diversi che forniscono esattamente le stesse dritte, incredibile!) Giammino tenta di sbolognare la Punto-base al titolare della concessionaria che però taglia corto consigliandogli di provare all’IKEA.

Con indicazioni così precise non possiamo più sbagliare e ci avviamo sicuri verso via del Purgatorio, dove al civico 85 ci attendono i tremendi conciari. Va tutto liscio fino appunto a via del Purgatorio dove ci troviamo alle prese con un pericolo del tutto inatteso, rappresentato da alcune piccole ma infide rotonde che ogni tanto in modi e tempi del tutti casuali prendono a girare placidamente ma inesorabilmente del tutto simili a dischi al vinile. Guarda caso una di queste trappole si mette in moto proprio mentre passiamo noi cosicché con le nostre cars ci ritroviamo in totale balìa del destino. Dopo 45 giri sotto gli occhi increduli degli stessi pratesi la rotonda si blocca facendoci schizzare via sulla sinistra (quando si dice l’inerzia!). Manco a farlo apposta finiamo dentro un’altra concessionaria, questa volta di motociclette, e nonostante lo sballottamento siamo ancora abbastanza lucidi da chiedere lumi sulla presenza in zona di un campo da calcio. Nel frattempo Giammino ne approfitta per cercare di rifilare la Punto-base all’addetto alle vendite ma questi lo liquida in malo modo mostrandogli eloquentemente con la mano il parco moto e consigliandogli di provare al Consorzio all’angolo dove con i tagliaerba dovevano avere certamente più esperienza.

Questa volta comunque le informazioni risultano del tutto fuorvianti cosicché finiamo nella zona di un campo da calcio che da fuori ha tutta l’aria di un carcere, un prefabbricato grigio con tutte le reti sbrindellate e sul cui terreno siamo sicuri Attila non ha mai smesso di scorrazzare. Quando il Nino scende per accertarsi se sia veramente quello il campo su cui dovremo giocare si trova di fronte un’alta porta sul cui sommo sono incise queste terribili parole:

Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore:
fecemi la divina potestate,
la somma sapienza e ‘l primo amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate.

Arrivati ad un passo dall’Inferno (non vogliamo neanche sapere cosa sia successo nel frattempo nella Toro-Car e nella Punto-base, quali e quante imprecazioni siano state consumate) torniamo con sollievo sulla via del Purgatorio e decidiamo infine di seguire l’indicazione dei numeri civici (troooppo furbi!). Con il 50% di possibilità sbagliamo naturalmente la direzione però ormai siamo sicuri di essere ad un passo dal traguardo. Prontamente invertiamo la rotta e finalmente sulla nostra sinistra, come d’incanto, i numeri dispari cominciano a crescere, crescere, crescere…

E crescono i numeri come i papaveri nei prati fioriti, come le spighe di grano, se è vero che ci allontaniamo dai caseggiati del centro e ci inoltriamo nella campagna pratese ricca di profumi e di pollini portati dai venti, sospesi nell’aria toscana frizzante e solare come migliaia di piccole candide mongolfiere.

Ed è così che, ancor prima di arrivare, sappiamo di essere arrivati.

Estrella Polar – Peace & Love 5-0

Serie A: 4a giornata di ritorno: Estrella Polar – Peace & Love: 5-0
Reti: Estrella Polar: Cagnoni, Bertonelli, Vietina, Grassi, Ferro (rig.)

Proseguendo nel filone matematico introdotto dal Gato possiamo affermare con certezza che l’Estrella Polar quest'oggi fa... tredici! Poca soddisfazione però: la partita in realtà non comincia mai visto che gli avversari si presentano al cospetto della capolista soltanto con sei effettivi. Match senza storia quindi con l’Estrella Polar che fatica oltremodo a concretizzare le occasioni che si presentano e che lascia fin troppi spazi ai volonterosi Piselloni. Come spesso accade in queste occasioni rimane all’asciutto il bomber dei bomber Marco Baldini, che ancora una volta dimostra la sua congenita idiosincrasia a questo tipo di partita, mentre dopo tanto tempo torna al gol, seppur su rigore, il redivivo Ferro. Nonostante i due clamorosi gol falliti nel primo tempo ci è sembrato in grande spolvero il Nino, davvero efficace e molto propositivo nel vecchio ruolo di centrocampista centrale con belle assistenze per i compagni. Bello il suo gol al volo nel secondo tempo, ma sicuramente va a quello realizzato da Daniele la palma del più bello della serata, siglato con una staffilata di sinistro dai 15-20 metri che si infila imparabile sotto la traversa. Da segnalare sicuramente le discese in territorio nemico del Grande Capitano Luca che cerca il gol con insistenza e lo trova con un bel destro secco e potente dal vertice destro dell’area che non lascia scampo al portiere avversario (che era venuto pensando di mangiarne almeno un paio, tsè! ndr). Incredibile e impossibile il gol di Pietro che ricevuta palla dal calcio d’angolo quasi sulla linea di fondo e con le spalle alla porta sbaglia lo stop ma con la suola della scarpa tocca il pallone di quel tanto che basta per deviare la traiettoria ed ingannare il portiere. Nonostante le premesse anche il Gato (che sfodera per l'occasione una splendida maglia verde speranza di checoviana memoria) ha il suo bel da fare: i generosi compagni gli lasciano un bel po’ di lavoro (persino troppo) e questi li ripaga da par suo con belle ed efficaci parate ma anche con qualche rimprovero per lo scarso impegno.
La cosa più bella della serata la regala comunque il Nino nel riscaldamento. Nell’attesa del Gato si esibisce nel ruolo di portiere sfidando i compagni, e quando l'infallibile cecchino Ferro si fa sotto piazzando la palla sul dischetto scommette addirittura una birra e... "... il tiro arrivò a sinistra e El Gato Nino si buttò nella stessa direzione con un'eleganza ed una sicurezza che non mostrò mai più. Massi Ferro alzò gli occhi al cielo e cominciò a piangere..." ... e vince! Paga Massi!

Dal vostro inviato all’Avana, un saluto e a presto@ Forza Estrella Polar@

10 maggio 2007

Estrella Polar–Tab. Secchiari 2-1 (La Freddezza del Gato)

Serie A: 3a giornata di ritorno: Estrella Polar – Tabaccheria Secchiari: 2-1
Reti: Estrella Polar: Cagnoni; Vietina
Tabaccheria Secchiari: Rocchi

Le Pagelle di Estrella Polar – Tabaccheria Secchiari: 2-1

Simone El Gato Del Sarto: la palla che al 40’ gli scappa dalle grinfie rimane l’unica incertezza di una partita molto autorevole in cui dimostra di aver recuperato appieno dai recenti acciacchi fisici (rivedere per credere la parata del 13’, in massima distensione, ndr). Al 47’ con una finta secca dribbla in un fazzoletto a cavallo della linea di porta l’accorrente avversario dimostrando buona tecnica ed una freddezza glaciale: che fosse lui e non un vero leopardo delle nevi (dato per quasi estinto da tempo, ndr) quello avvistato una settimana fa in Tibet? In ogni caso qualcosa sembra turbarlo (non ci inganni Gato, te lo leggiamo negli occhi!), ci sembra sempre più lontano e assente. E’ come se il giuoco del calcio lo avesse stancato, stufato: Gattò: 7
Luca The Captain Bertonelli: a corrente alternata. Capitano pure giornate così. Capitano: 6+
Maurillio De Zolt Dalle Luche: quando parte in quarta andandosi ad infilare negli imbuti talora preparati ad arte dagli avversari ce lo mangeremmo vivo! Questa volta però soprassediamo volentieri volendo premiare l’ottima prestazione e in generale la forma smagliante. Limita Fabio Volo, il più pericoloso tra gli avversari, relegandolo ad un ruolo di comparsa e nel contempo appoggia spesso l’azione offensiva con l’intensità di chi crede fino in fondo alla possibilità di vittoria. Al 45’ salva capra e cavoli immolandosi sulla botta (al volo, ndr) del suo pericolosissimo dirimpettaio. Siamo sicuri che le sacche del Dr. Fuentes fossero siglate “Birillo” e non “Biroldo”? Ragazzino: 7,5
Pietro Nemo Grassi: al 17’ del primo tempo la sua partita si interrompe bruscamente contro il gomito svolazzante di un feroce tabaccaio (se l’accanito fumatore cammini quotidianamente in quel modo, se avesse soltanto bevuto troppo oppure se il braccio gli si fosse anchilosato tenendolo appoggiato sul finestrino abbassato nel tragitto da casa verso il campo del Meeting Place non è dato sapere, ma tant’è): botta secca al naso e gara finita. Se nella scorsa partita ne avevamo conosciuto il nome, in questa ne apprendiamo addirittura la specie: Nasello: 6+
Marco Nino Vietina: sostituisce il Grassi sul finire del primo tempo e risulta decisivo. Già nei pochi minuti prima dell’intervallo si fa vedere un paio di volte sulla fascia ma come sempre succede le sue giocate sono frustrate dalla scarsa propensione di Baldini a seguirne le mosse. Nel secondo tempo sbaglia qualche passaggio ma riesce a sfondare diverse volte dimostrando una forma fisica eccellente. Passano dai suoi piedi le azioni più pericolose tra le quali quella molto bella conclusa con un tiro al volo di Baldini dopo il tocco di testa di Giammino. A capo di una precisissima quanto furba triangolazione con Cagnoni trova il gol con un secco e preciso diagonale dal vertice sinistro dell’area di rigore (la sua mattonella) regalando la vittoria alla squadra. PS Dal filmato si vede chiaramente che è proprio lui durante i festeggiamenti susseguenti al gol a rubare la pezza blu asciuga-sudore di Capitan Bertonelli, reo di averlo escluso dal settetto di partenza, e a nasconderla sotto il tappeto erboso del Meeting, all’altezza della bandierina del calcio d’angolo. Determinante: 7
GianMaria Gabbana Lenelli: fino all’infortunio gioca una partita un po’… dinoccolata. Nel secondo tempo seppur con l’inguine a brandelli rimane in campo per non lasciare i compagni in inferiorità numerica sistemandosi nel ruolo di centravanti-boa. Dall’alto della sua classe trova ugualmente il modo anche da fermo di rompere le scatole ai difensori avversari riuscendo pure ad avviare qualche pericolosa azione di contropiede. Encomiabile: 8,5
Daniele Cagno Cagnoni(s): gara su ritmi un po’ compassati ma la coppa (quella che s’è magnato prima di giocare, ndr) pesa nelle gambe. E’ comunque sempre nel vivo del gioco e firma l’1-0 con un bel tiro dalla distanza. Bastante: 6/7
Marco Del Toro Baldini: se è l’unico giocatore in campo a non cadere nella finta del Gato è soltanto perchè guardava altrove, chè a lui di quello che succede nella nostra metà campo (figuriamoci nella nostra area di rigore!) davvero non gliene può fregar di meno. Menefreghista: 6/7

Dal vostro inviato all’Avana, un saluto e a stasera@ Forza Estrella Polar@

09 maggio 2007

12!

Dopo la sconfitta di sabato qualcuno degli addetti ai lavori parlava gia di crisi della Estrella, bene ieri 12esima vittoria consecutiva nella Serie A, siamo a punteggio pieno, 47 gol fatti e 16 subiti, nettamente la miglior difesa del torneo.
Ma soprattutto una vittoria, quella di ieri, ottenuta da grande squadra, cercata fino all'ultimo con volontà e caparbietà a dimostrazione del carattere e della unità all'interno del collettivo.
Paradossalmente abbiamo giocato meglio nel secondo tempo, dove abbiamo sviluppato anche almeno tre azioni da calcio champagne.
Abbiamo sofferto ma abilmente contenuto la sfuriata iniziale dei Tabaccai e poi consci dei nostri mezzi abbiamo espresso tutto il nostro potenziale proprio nel finale di partita.
Unica nota dolente gli infortuni: se è vero che trottolino Grassisky rientrerà gia giovedì, per Len Helly stop forzato fino all'impiego in CienzLig.
Ora ci aspettano due partite difficili, dove certamente dimostreremo che possiamo competere su più fronti anche con una rosa ristretta. L'unico che non si stringe è Luca..anzi...che giganteggia giggioneggiando o giggioneggia giganteggiando (Ai poster l'ardua sentenza).
Dicevamo due partite da vincere, magari soffrendo meno e segnando di più. Lo stellone Baldao freme!!

07 maggio 2007

"Il parere" di Oliviero Beha

Secondo me vi è mancato un giocatore alla Ferro, uno un pò bislacco, che crea spazi sulla fascia...che salti l'uomo e crei quella situazione da uomo in più.

Il vosto O. Beha

06 maggio 2007

Ore 17:00 - Conferenza Stampa con El Gato Del Sarto

Sono quasi le 17:00 quando, terminata la leggera seduta di allenamento con il preparatore dei portieri, nella sala stampa del centro sportivo Stella Del Sud di siede El Gato Del Sarto.
Si legge sul suo volto la stanchezza ed una certa amarezza per il risultato della partita di ieri, ma anche la fierezza di chi, interpretando il sentimento di tutta la squadra, sa che la delusione passa e le partite non finiscono mai.
Scansate col sorriso le prime domande sulla vicenda del rinnovo del contratto, ElGato risponde con disponibilità alle domande che inevitabilmente si concentrano sulla partita di Coppa della sera prima.
Si è molto parlato nel dopo partita, soprattutto raccogliendo il malumore del Bomber Baldini, di quel pallone strano e dal rimbalzo imprevedibile, oltre che dei piccoli cambiamenti nel regolamento resi noti all'ultimo minuto.
"Sì, capisco lo sfogo dello Stellone Baldini, effettivamente quel pallone era osceno, oltre ai rimbalzi un pò "ampi" a causa dei quali anche io spesso mi sono trovato in difficoltà, credo si sia visto, nelle uscite alte perchè il pallone era quasi invisibile - ammette El Gato - inoltre era davvero troppo gonfio, incontrollabile, sicuramente per noi, abituati con un pallone diverso è stato un impaccio in più, ma credo anche che una squadra come la nostra, che vuole essere una grande squadra, debba maturare più malizia, più scaltrezza...anche per gli avversari le condizioni erano diverse dalle loro abitudini, ma si sono adattati...si sono posti sulla difensiva e alla fine sono stati premiati. Credo che mentalmente siano stati più convinti, più affamati, quindi alla fine il risultato dia ragione a loro". Ma El Gato non intende criticare i compagni, anzi: "Anche se non abbiamo fatto una partita al nostro abituale livello, credo che siamo stati ampiamente i migliori in campo. Quello che ha detto Nino dopo la partita è giustissimo...è come una di quelle partite in cui tutto va storto." El Gato ha parole di conforto per il difensore brasiliano Mauricio Dalle Luche che ieri, con un suo sciagurato errore ha propiziato il gol del 2-1. "quello di Mauricio è il tipico errore che non ti aspetti dalla persona che non ti aspetti! Mauricio ha fatto e continuerà a fare un campionato bellissimo, nella seconda fase del torneo è stato superlativo, abbinando tanta qualità con una continuità che non ritrovava da anni. Come portiere vorrei sempre uno così in difesa". Si era ventilata alla viglia di questo esordio in coppa la possibilità di un suo avvicendamento tra i pali propio in virtù dei problemi col contratto. El Gato sorride e smentisce: "Ultimamente non sto attraversando un buon momento dal punto di vista della forma fisica, direi che sono piuttosto malconcio e sto giocando grazie agli antidolorifici, sono stato io a proporre alla società una staffetta con l'altro portiere" Quindi nessun caso DelSarto "Assolutamente no, almeno non ora" dice ridendo il portiere stellare. Si torna a parlare della coppa ed il Gato si lascia andare ad una analisi più ampia: "Credo che a determinare la sconfitta sia stato un insieme di fattori che dipendono però al 100% da ognuno dei giocatori. Abbiamo dimostrato scarsa adattabilità alle situazioni di gioco, mentre al contrario non abbiamo dimostrato quella intelligenza tattica e quella brillantezza che è essenziale per vincere partite come queste. Invece ci facciamo condizionare in modo eccessivo dalle situazioni ambientali, sono amareggiato perchè se dal punto di vista fisico nessuno si è risparmiato ho visto alcuni dei miei compagni troppo caotici, poco lucidi. Forse qualcuno sente la pressione di un impegno così importante, ci manca sicuramente quella esperienza internazionale che fa la differenza e che non riusciamo a colmare, perchè ci manca quel pizzico di spavalderia che deriva dalla consapevolezza dei nostri mezzi. Ripeto, ci sono stati fattori svantaggiosi per noi, ma altrettanti ce ne erano per gli avversari, noi non siamo stati in grado di ragionare, mettere giu palla e adattare il nostro gioco per limitare gli elementi negativi. A costo di essere un pò troppo critico, penso che davvero la pressione per la partita si sia fatta sentire. Nel primo tempo abbiamo fatto pareccchi errore di concentrazione, troppo scollamento tra difesa e centrocampo, poca comunicazione. Richiamare i compagni e vedere le proprie indicazioni che cadono nel vuoto è il sintomo evidente di scarsa lucidità. Sono però sicuro che gia nella prossima giornata tante cose saranno molto, molto diverse. Ad alcuni di noi manca esperienza, ma di positivo c'è che siamo una squadra che sa imparare molto in fretta." Questo ottimismo risolleva i tifosi della Estrella Polar, ma intanto i Blues arriveranno alla trasferta di Prato dopo una settimana faticosa, nella quale si giocheranno due partite di campionato, e con alcune assenza di rilievo, tra le quali proprio ElGato.

Che Amarezza!

Champion’s League, 1a giornata: Estrella Polar – Pistoia 1-2
Reti: Estrella Polar: Cagnoni
Pistoia: Vietina autogol, Romario

Ahimé. La prima uscita europea dell’Estrella Polar regala soltanto amarezze assortite ai tanti tifosi giunti dalle galassie più lontane e disparate. La sconfitta casalinga complica terribilmente i piani della compagine di Mister Bertonelli che adesso non potrà più permettersi di sbagliare. Che dire…

La partita che avrebbe dovuto regalare emozioni e spettacolo non regala un bel niente. Non sappiamo se anche gli avversari abbiano subito i nostri stessi condizionamenti “ambientali”, fatto sta che l’Estrella Polar si trova a giocare la partita casalinga con regole completamente diverse da quelle che abitualmente ne disciplinano le gare. La cosa peggiore comunque è il pallone della gara, un taglia 5 gonfiato a bomba da Mino il giorno precedente che per tutta la partita rimbalza ingovernabile sul terreno durissimo del Meeting Place come una pallina magica.

A mio modo di vedere comunque, a parte questi non trascurabili dettagli, la partita è stata segnata (non nel senso del risultato è ovvio ma della qualità del gioco) nel momento in cui si è scelto di giocare alle 18.30. L’avevo detto con forza all’atto della decisione che avremmo sofferto le pene dell’inferno. Quest’anno, come tutti gli altri anni del resto, abbiamo sempre giocato dopo le 20.30 e sapevo per esperienza diretta che giocare di pomeriggio proprio nel momento in cui i primi caldi ci fanno soffrire perfino durante tranquille passeggiate pomeridiane avrebbe condizionato pesantemente la gara. Figuriamoci al Meeting Place con tutta quell’umidità e quell’erba sintetica! Credo che anche gli avversari abbiano sofferto questo orario inconsueto e infatti ne è venuta fuori una partita davvero brutta. Visto che è stato Giammino ad imporre a tutti questo orario (figuriamoci, all’inizio aveva proposto le 17,30! Ma lo sa che Luca ha 36 anni, Marco 38, io 35, Daniele 34, Pietro 43 e Maurizio 52? Qualcuno gliel’ha detto?) sappia che dovrà consegnare al Capitano un rapporto scritto molto dettagliato sulla serata galante che tanto lo assillava e che tanto cara ci è costata.

Al di là di tutto non credo si possa imputare alla squadra granché. Tutto ciò che poteva andare storto è andato storto e sinceramente gli avversari non hanno fatto niente per vincerla la partita. Abbiamo fatto tutto da soli, regalando due gol che non esistono. Mai nel corso della stagione era successo niente di simile in partite “vere” e questo la dice lunga sulla stranezza della partita. L’unico appunto che mi sento di fare, ma sempre sia chiaro perché ci serva a migliorare, è che bisogna essere più scaltri e più umili nell’adattarsi alle situazioni che si presentano. Dire che dobbiamo sfruttare meglio le debolezze avversarie cercando al tempo stesso di disinnescarne gli elementi più pericolosi non è una banalità. Non voglio dire che dobbiamo snaturare il nostro gioco, ma adattarci più velocemente e con intelligenza alle varie situazioni che si propongono. Se come stasera gli avversari hanno un centravanti molto bravo che sa tener palla e finalizzare il gioco dobbiamo cercare di fargli arrivare pochi palloni, è semplice. Tatticamente è una situazione che abbiamo già affrontato quest’anno ma tutte le volte ci mettiamo almeno un tempo a capire come si deve giocare. Due difensori molto vicini e il gioco è fatto. Stessa cosa vale per l’attacco. Se capiamo che c‘è un lato debole nello schieramento avversario cerchiamo di sfruttarlo anche a costo di essere ripetitivi e monotoni. A volte invece mi sembra che abbiamo come delle remore a riproporre lo stesso schema di gioco perdendoci in leziosità che ritardano soltanto lo svolgersi dell’azione e niente altro (e intanto quello che si è proposto si è fatto l’ennesimo scatto di 30 metri…). Stasera per esempio (ma come quasi sempre succede anche in campionato) dalla mia parte c’è stata in alcuni frangenti l’occasione di una palla alta oltre l’ultimo difensore che a volte se ne stava all’altezza della tre quarti campo. Chi ha la palla in quel momento deve sapere di questa possibilità, proviamoci una volta! Se il giochino riesce mettiamo l’uomo solo davanti al portiere, se non riesce creiamo comunque i presupposti per far perdere 15 metri agli avversari. E questo lo dico anche per il futuro quando magari avremo il velocissimo Lapi da servire negli spazi. Per non parlare del secondo tempo (che stavamo giocando col piglio giusto a mio modo di vedere). Quando sono entrato al posto di Maurizio stavo molto bene e dalla mia parte si era da poco sistemato un tizio abbastanza scarso, forse il più scarso della compagnia. E infatti nel giro di pochi minuti sono arrivato al tiro due volte in modo potenzialmente molto pericoloso. Dovevamo insistere da quella parte facendo girare il pallone fino a trovare il momento buono per affondare e invece abbiamo cominciato a lanciare e a cercare immediatamente la punta con passaggi in verticale che non portano a niente se la difesa avversaria è arroccata con quasi tutti gli uomini davanti alla porta. A dieci minuti dalla fine della gara è presto per cominciare a giocare d’assalto, si possono fare miracoli in dieci minuti! Morale della favola: se non me la passate più spesso non vengo più!

Siete d’accordo? Ho detto delle castronerie? Avete suggerimenti per la prossima partita?
Scrivete, scrivete, scrivete…

Forza ragazzi che ce la facciamo, espugniamo Prato! Que viva Estrella Polar, que viva, que viva!

05 maggio 2007

Estrella Polar – Titanic 5-2 (Un Nido di Serpi)

Serie A: 2a giornata di ritorno: Estrella Polar – Titanic 5-2
Reti: Estrella Polar: Baldini 2, Bertonelli (rig.), Lapi 2
Titanic: Bertonelli autogol, Di Caprio

Dopo un breve tratto di navigazione a vista nel Mare della Tranquillità ed il passaggio obbligato sotto l’Arco del Sole, per la seconda volta l’Arca Titanic, gettatasi alla ricerca dell’Estrella Polar, cede alla vorticosa bellezza delle galassie e perde la rotta negli infiniti spazi stellati dell’universo tra nebulose variopinte, asteroidi silenziosi, stelle nascenti e supernove… Quasi inevitabile in queste condizioni finire attratti da quegli aspirapolvere cosmici che sono i buchi neri!

PS Da giornalista posso solo dire che la nostra Estrella Polar mi ha talmente impressionato che quando sono tornato a casa mia mamma non sapeva più se aveva messo al mondo un cucciolo d’uomo o un rullino fotografico! E allora ooooooh yeeeessss!

Il Pagellone di Estrella Polar – Titanic 5-2

Maurizio Peruzzi: probabilmente è l’unico che non si è divertito. Disoccupato: s.v.
Luca Bertonelli: prendete 1/6 di Nesta, 5/12 di Bekembauer, 1/12 di Fernando Couto, 1/3 di Stielike e shekerate bene, ecco il nostro Capitano! Partita praticamente perfetta, un gigante insuperabile nel cuore della difesa Polare, quest’oggi pure goleador (in ogni senso, come canterebbe il melenso Eros). La sicurezza con cui si incarica del tiro dal dischetto e la precisione nella realizzazione la dicono lunga sul suo stato di forma. Mondiale: 7,5
Maurizio Dalle Luche: ottima partita e stato di forma davvero invidiabile. Se il voto finale non è lo stesso del compagno di difesa è perché nel secondo tempo sbaglia il tempo di alcuni a-fondo e qualche appoggio di troppo finendo per sbilanciare la squadra. Per questa volta si accontenti. Rifiorito: 7
Pietro Grassi: preciso e puntuale, nel primo tempo illumina la scena con un paio di lanci di oltre 40 metri che mettono Baldini a tu per tu col portiere avversario. Sicurezza, coscienza dei propri mezzi e condizione fisica eccellente (è talmente tirato che sembra appena uscito da Milan-Lab) questo è il nuovo Pietro. E su questo Pietro… Affinato: 7
Daniele Cagnoni: da grande direttore d’orchestra trascina la squadra con sapienza ed eleganza impreziosendo la sua performance con tre assist decisivi. Serve altro?
PS No, però in realtà qualcos’altro c’era; sul nostro taccuino infatti abbiamo segnato anche: 15’: palla del rigore di Baldini. Adesso però non ricordiamo se volevamo scrivere che era stato lui nell’azione del rigore a dare la palla a Baldini o se altresì volevamo solo appuntare che al 15’ qualcuno ci aveva detto che è una palla (nel senso di balla, di panzana) che Baldini sia molto rigoroso. A scanso di equivoci, soprassediamo. Raffinato: 7,5
Riccardo Lapi: schierato per necessità nell’inedito ruolo di centrocampista centrale a supporto dell’unica punta Baldini fatica inizialmente a trovare le misure e la posizione in campo. Col passare dei minuti la sua intesa con i compagni migliora progressivamente e nel secondo tempo dà l’impressione di giocare in grande scioltezza. Innescato da due ottimi suggerimenti dei compagni non sbaglia le conclusioni, risultando ancora una volta molto concreto e freddo in zona gol. Tagliente: 7
Marco Baldini: criniera la vento, si cala nel match con una voglia ed una determinazione che solo una settimana senza calcio può regalare (ma non lo bevono il latte in Vaticano?). La sua prestazione è superlativa: due gol, un rigore procurato, l’assist del 4-1. All’ultimo secondo con un imperioso scatto di 30 metri tiene viva una palla già con parecchi esagoni fuori dal campo strappando la strameritata standing ovation al civilissimo pubblico del Meeting Place. E’ partito Toro, ce lo riconsegnano Cavallo. Del West. Furia: 7,5

Ma vediamo un po’, cari amici, come se la sono cavata gli altri componenti la rosa dell’Estrella Polar tra cui spiccano per numero i cosiddetti presenti-assenti, a testimonianza di un attaccamento alla maglia (ma già si sussurra di forfait studiati ad hoc in vista della partita di Scempi’on Lig) davvero commovente:

Simone El Gato Del Sarto: di lui nessuna traccia, ma voglio che sappia che se da mesi il sorriso di Maurizio il brasiliano illumina a giorno le mie notti stanche impedendomi di chiudere occhio la colpa è soprattutto la sua.
Gianmaria Serpe Nera Lenelli & Domenico Aspide Azzurra Moriconi: voi non avete idea cari amici, non avete idea di quello che ho dovuto sopportare! Pregustavo già una bellissima serata, tranquillamente seduto sulla nostra panchina stellare con vista sull’universo, a godermi le Pleiadi e le gesta dei miei beniamini e invece… e invece questi due scocciatori che rispondono ai nomi suddetti e che all’occorrenza si fondono dando vita ad un bifido biscione nerazzurro oltremodo terribile e mostruoso, hanno cominciato fin da subito a dar fiato alle loro trombe sibilanti, alle loro lingue biforcute puntute di disgustose smancerie ed indigeribili svenevolezze: “Ora che siamo i Campioni ci prendiamo Messi, Cristiano Ronaldo e pure Buffon!” “No, io Buffon non lo prenderei. Con tutti i soldi che costa rinforzeremmo troppo la Juve e poi…” “Brrr, io non sto più nella pelle (evidentemente i primi sintomi del naturalissimo quanto ineluttabile processo detto della “muta”, niente di preoccupante. A conferma di ciò si sappia che a fine partita, accanto alla panchina, è stata trovata una sagoma leggerissima e cava somigliantissima a Domé, con pizzetto, occhiali e tutto il resto, come di carta velina. Niente di preoccupante, appunto, ndr), chissà chi ci regalerà Massimo il prossimo anno, a me piacerebbe anche qualche giocatore italiano, chissà…” “Mah, chissà, Massimo è così generoso. A me piacerebbe che restasse pure Recoba, quest’anno è stato così sfortunato poverino, ha giocato soltanto tre partite (a 2 milioni di euro a partita poverino, com’è sfortunato! ndr) …” “Io invece prenderei Shevchenko, così, mica per farlo giocare, ma per fargliela vedere a quelli là, chi comanda ora…”
Marco Nino Vietina: a questo punto della conversazione tra i due tronfi biscioni (che per brevità d’ora in avanti chiameremo semplicemente tronfioni, ndr) il Nino si apparta un attimo per vomitare. Niente di preoccupante. Per il bene della squadra torna al suo posto e stoicamente continua fino al termine della gara a sopportare l’insopportabile, con l’unica speranza che in quel di Roma la sua pratica di beatificazione subisca finalmente l’accelerazione decisiva. Nel frattempo si appella al fantasma del Sommo Poeta esortandolo a completare l’Inferno con un girone dove, giusto per contrappasso, i due simpaticissimi rettiliformi, e con loro tutti gli interisti della Terra, possano essere vessati e punzecchiati di forcone nel deretano dal Super Diavolo Berlusconi e dal suo demonietto di fiducia Belzebù Galliani, giusto all’infinito, o meglio, in un tempo che infinitamente ritorna sempre uguale a se stesso, dove non un anno ma ogni giorno che nasce è sempre lo stesso giorno terminato un istante prima, e dove questo giorno davvero pesantissimo (“Il giorno dei giorni” dell’interista Ligabue appunto, colonna sonora del girone, ndr) non è un giorno qualunque ma proprio il 5 maggio 2002… al Diavolo!
Pié e Domé: dopo le dolenti note eccoli di nuovo insieme, finalmente riconciliati: che spettacolo! Per questioni di salute il campo li divide ma negli spogliatoi la coppia si ricompone e vai con la più bella barzelletta degli ultimi vent’anni: “O Domé, ma po’ a la fin de la fiera quest’anno chi à l’ha vinto lo scudetto?” “L’Inter”

…uuh…uuh… uuuaaaahahahahahahahah… uuuuhahahahahahahah, troppo forti, troppo forti, uaaaahahahahahahahah… oddìo che risate, che risate…uuuuuuuh…

Dal vostro inviato all’Avana, un saluto e a presto@ Forza Estrella Polar@