13 maggio 2007

Life on Mars, part I - Il Viaggio

Ed eccoci finalmente giunti all’appuntamento tanto atteso, la seconda partita di Champions League da giocare sul difficile campo Chiavacci di Prato contro i terribili conciari!

Si parte dalla bella Piazza degli Aranci alle 14.30 in un'atmosfera da domenica di festa. Tre le vetture a disposizione della squadra: l’Ammiraglia del Presidente e Grande Capitano Bertonelli, la Sportiva tutta grinta del Bomber Baldini e l’auto sostitutiva della Società guidata per l’occasione da Giammino intenzionato dopo la partita a riunirsi con la sua dolce metà nella città del Sommo Poeta, culla della lingua italiana: la mi porti i miei saluti a Firenze!

Fa strada verso Prato guidando la truppa l’Ammiraglia del Capitano con a bordo il satellitare TomTom Nino e suo cugino di terzo grado nonché nuovo responsabile delle porte dell’Ammiraglia stessa, direttamente da Montignoso il portiere Riccardo Colle.
Segue a brevissima distanza Baldini con lo scafista Pietro nel ruolo di navigatore ed il nativo Mauricio de La Luz nella stiva, addetto alla retromarcia (il Baldo per aumentare l’aerodinamicità della vettura ha tolto da tempo tutti gli specchietti, compresi il retrovisore interno e quello montato anni fa sul tetto, lo specchietto per le allodole).
Nell’auto sostitutiva, una Punto-base di un colore tanto improbabile quanto indecifrabile e proveniente da un non ben precisato paese dell’est europeo, gli inseparabili gemelli del gol. Guida Giammino ma poiché Massi non ci sta a fare da spettatore, i due decidono di dividersi le marce: Giammino si occupa della prima, della terza e della quarta mentre Massi, per ovvi problemi di dizione, soltanto della seconda e della quinta.

A parte l’auto sostitutiva che procede un po’ a singhiozzo (non sappiamo se la trovata delle marce li abbia realmente messi in difficoltà oppure se la macchina sussultasse per le risate dei due tosetti che per tutto il viaggio si sono trovati davanti agli occhi il sorriso solare di Mauricio il brasiliano, costretto dal cinico Baldo come abbiamo detto a fare il viaggio a ritroso, come uno di quei pupazzetti che si appiccicano con le ventose al vetro posteriore dell’auto), si va via veloci e silenziosi per una buona oretta poi finalmente sosta all’autogrill per rifornimenti vari, caffè e sigaretta di rito. Ancor prima di ormeggiare Riccardo scende prontamente a terra dall’Ammiraglia e repente apre le porte ai due boss della situazione, Luca e il Nino. Preoccupa Luca che non ha mangiato una mazza a pranzo e che invece di ordinare un bel Camogli, un Positano o magari una cotoletta (e già si teme di dover assistere ad una debacle simile a quella della famosa sera del frullato), si accontenta di due barrette oltremodo allappanti provenienti direttamente da Marte (due mars, appunto, ndr).

Dopo un quarto d’ora si decide di ripartire e correttamente le tre vetture stellari si rimettono in fila nell’ordine con cui erano entrate ai box. Il comportamento di Baldini che durante il pit-stop non mette carburante e sostituisce le gomme scanalate con delle velocissime slick lascia qualche perplessità e desta più di un sospetto. Conoscendo l’esuberanza del nostro bomber e per evitare qualsiasi problema, Luca pensa bene di far entrare in gioco la safety car ma non basta. Quando la macchina di emergenza si fa da parte il grintoso Baldini infila sulla destra Capitan Bertonelli sorpreso da tanto ardire. Una volta affiancata l’Ammiraglia il Baldo ordina al terribile Pietro di far uscire le corna d’acciaio dai cerchioni della Toro-Car per tranciare i copertoni dell’Ammiraglia e di fare i gesti più scurrili che conosce. Per fortuna il Nino si accorge della manovra e prontamente avverte Ben Hur Bertonelli che riesce a schivare il pericolo rallentando bruscamente. Fallito il tentativo di mettere fuori causa l’Ammiraglia l’insaziabile Baldo prende a schernirne i componenti azionando il tergicristallo posteriore che porta continuamente da sinistra a destra e viceversa il sorriso di Mauricio de La Luz, adesso oltremodo beffardo…

Dimenticato l’increscioso episodio e ristabilita la normalità ci avviamo sicuri verso Prato. La cartina a nostra disposizione però è davvero approssimativa per cui usciti dall’autostrada si va a ricordi (quelli di Luca che la sera prima aveva sbirciato con la coda dell’occhio la guida Michelin). Come naturale, dopo aver oltrepassato lavori in corso che avevano piuttosto l’aria di svolte epocali, sbagliamo strada nel senso che perdiamo la deviazione cruciale e finiamo diritti dentro una concessionaria qualche chilometro oltre la meta agognata. Mentre il Nino e Luca chiedono informazioni (a due tipi diversi che forniscono esattamente le stesse dritte, incredibile!) Giammino tenta di sbolognare la Punto-base al titolare della concessionaria che però taglia corto consigliandogli di provare all’IKEA.

Con indicazioni così precise non possiamo più sbagliare e ci avviamo sicuri verso via del Purgatorio, dove al civico 85 ci attendono i tremendi conciari. Va tutto liscio fino appunto a via del Purgatorio dove ci troviamo alle prese con un pericolo del tutto inatteso, rappresentato da alcune piccole ma infide rotonde che ogni tanto in modi e tempi del tutti casuali prendono a girare placidamente ma inesorabilmente del tutto simili a dischi al vinile. Guarda caso una di queste trappole si mette in moto proprio mentre passiamo noi cosicché con le nostre cars ci ritroviamo in totale balìa del destino. Dopo 45 giri sotto gli occhi increduli degli stessi pratesi la rotonda si blocca facendoci schizzare via sulla sinistra (quando si dice l’inerzia!). Manco a farlo apposta finiamo dentro un’altra concessionaria, questa volta di motociclette, e nonostante lo sballottamento siamo ancora abbastanza lucidi da chiedere lumi sulla presenza in zona di un campo da calcio. Nel frattempo Giammino ne approfitta per cercare di rifilare la Punto-base all’addetto alle vendite ma questi lo liquida in malo modo mostrandogli eloquentemente con la mano il parco moto e consigliandogli di provare al Consorzio all’angolo dove con i tagliaerba dovevano avere certamente più esperienza.

Questa volta comunque le informazioni risultano del tutto fuorvianti cosicché finiamo nella zona di un campo da calcio che da fuori ha tutta l’aria di un carcere, un prefabbricato grigio con tutte le reti sbrindellate e sul cui terreno siamo sicuri Attila non ha mai smesso di scorrazzare. Quando il Nino scende per accertarsi se sia veramente quello il campo su cui dovremo giocare si trova di fronte un’alta porta sul cui sommo sono incise queste terribili parole:

Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore:
fecemi la divina potestate,
la somma sapienza e ‘l primo amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate.

Arrivati ad un passo dall’Inferno (non vogliamo neanche sapere cosa sia successo nel frattempo nella Toro-Car e nella Punto-base, quali e quante imprecazioni siano state consumate) torniamo con sollievo sulla via del Purgatorio e decidiamo infine di seguire l’indicazione dei numeri civici (troooppo furbi!). Con il 50% di possibilità sbagliamo naturalmente la direzione però ormai siamo sicuri di essere ad un passo dal traguardo. Prontamente invertiamo la rotta e finalmente sulla nostra sinistra, come d’incanto, i numeri dispari cominciano a crescere, crescere, crescere…

E crescono i numeri come i papaveri nei prati fioriti, come le spighe di grano, se è vero che ci allontaniamo dai caseggiati del centro e ci inoltriamo nella campagna pratese ricca di profumi e di pollini portati dai venti, sospesi nell’aria toscana frizzante e solare come migliaia di piccole candide mongolfiere.

Ed è così che, ancor prima di arrivare, sappiamo di essere arrivati.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie Nino! Sono qui a ridere da solo come un matto! Questa volta hai battuto te stesso!