Serie A: 2a giornata di ritorno: Estrella Polar – Titanic 5-2
Reti: Estrella Polar: Baldini 2, Bertonelli (rig.), Lapi 2
Titanic: Bertonelli autogol, Di Caprio
Dopo un breve tratto di navigazione a vista nel Mare della Tranquillità ed il passaggio obbligato sotto l’Arco del Sole, per la seconda volta l’Arca Titanic, gettatasi alla ricerca dell’Estrella Polar, cede alla vorticosa bellezza delle galassie e perde la rotta negli infiniti spazi stellati dell’universo tra nebulose variopinte, asteroidi silenziosi, stelle nascenti e supernove… Quasi inevitabile in queste condizioni finire attratti da quegli aspirapolvere cosmici che sono i buchi neri!
PS Da giornalista posso solo dire che la nostra Estrella Polar mi ha talmente impressionato che quando sono tornato a casa mia mamma non sapeva più se aveva messo al mondo un cucciolo d’uomo o un rullino fotografico! E allora ooooooh yeeeessss!
Il Pagellone di Estrella Polar – Titanic 5-2
Maurizio Peruzzi: probabilmente è l’unico che non si è divertito. Disoccupato: s.v.
Luca Bertonelli: prendete 1/6 di Nesta, 5/12 di Bekembauer, 1/12 di Fernando Couto, 1/3 di Stielike e shekerate bene, ecco il nostro Capitano! Partita praticamente perfetta, un gigante insuperabile nel cuore della difesa Polare, quest’oggi pure goleador (in ogni senso, come canterebbe il melenso Eros). La sicurezza con cui si incarica del tiro dal dischetto e la precisione nella realizzazione la dicono lunga sul suo stato di forma. Mondiale: 7,5
Maurizio Dalle Luche: ottima partita e stato di forma davvero invidiabile. Se il voto finale non è lo stesso del compagno di difesa è perché nel secondo tempo sbaglia il tempo di alcuni a-fondo e qualche appoggio di troppo finendo per sbilanciare la squadra. Per questa volta si accontenti. Rifiorito: 7
Pietro Grassi: preciso e puntuale, nel primo tempo illumina la scena con un paio di lanci di oltre 40 metri che mettono Baldini a tu per tu col portiere avversario. Sicurezza, coscienza dei propri mezzi e condizione fisica eccellente (è talmente tirato che sembra appena uscito da Milan-Lab) questo è il nuovo Pietro. E su questo Pietro… Affinato: 7
Daniele Cagnoni: da grande direttore d’orchestra trascina la squadra con sapienza ed eleganza impreziosendo la sua performance con tre assist decisivi. Serve altro?
PS No, però in realtà qualcos’altro c’era; sul nostro taccuino infatti abbiamo segnato anche: 15’: palla del rigore di Baldini. Adesso però non ricordiamo se volevamo scrivere che era stato lui nell’azione del rigore a dare la palla a Baldini o se altresì volevamo solo appuntare che al 15’ qualcuno ci aveva detto che è una palla (nel senso di balla, di panzana) che Baldini sia molto rigoroso. A scanso di equivoci, soprassediamo. Raffinato: 7,5
Riccardo Lapi: schierato per necessità nell’inedito ruolo di centrocampista centrale a supporto dell’unica punta Baldini fatica inizialmente a trovare le misure e la posizione in campo. Col passare dei minuti la sua intesa con i compagni migliora progressivamente e nel secondo tempo dà l’impressione di giocare in grande scioltezza. Innescato da due ottimi suggerimenti dei compagni non sbaglia le conclusioni, risultando ancora una volta molto concreto e freddo in zona gol. Tagliente: 7
Marco Baldini: criniera la vento, si cala nel match con una voglia ed una determinazione che solo una settimana senza calcio può regalare (ma non lo bevono il latte in Vaticano?). La sua prestazione è superlativa: due gol, un rigore procurato, l’assist del 4-1. All’ultimo secondo con un imperioso scatto di 30 metri tiene viva una palla già con parecchi esagoni fuori dal campo strappando la strameritata standing ovation al civilissimo pubblico del Meeting Place. E’ partito Toro, ce lo riconsegnano Cavallo. Del West. Furia: 7,5
Ma vediamo un po’, cari amici, come se la sono cavata gli altri componenti la rosa dell’Estrella Polar tra cui spiccano per numero i cosiddetti presenti-assenti, a testimonianza di un attaccamento alla maglia (ma già si sussurra di forfait studiati ad hoc in vista della partita di Scempi’on Lig) davvero commovente:
Simone El Gato Del Sarto: di lui nessuna traccia, ma voglio che sappia che se da mesi il sorriso di Maurizio il brasiliano illumina a giorno le mie notti stanche impedendomi di chiudere occhio la colpa è soprattutto la sua.
Gianmaria Serpe Nera Lenelli & Domenico Aspide Azzurra Moriconi: voi non avete idea cari amici, non avete idea di quello che ho dovuto sopportare! Pregustavo già una bellissima serata, tranquillamente seduto sulla nostra panchina stellare con vista sull’universo, a godermi le Pleiadi e le gesta dei miei beniamini e invece… e invece questi due scocciatori che rispondono ai nomi suddetti e che all’occorrenza si fondono dando vita ad un bifido biscione nerazzurro oltremodo terribile e mostruoso, hanno cominciato fin da subito a dar fiato alle loro trombe sibilanti, alle loro lingue biforcute puntute di disgustose smancerie ed indigeribili svenevolezze: “Ora che siamo i Campioni ci prendiamo Messi, Cristiano Ronaldo e pure Buffon!” “No, io Buffon non lo prenderei. Con tutti i soldi che costa rinforzeremmo troppo la Juve e poi…” “Brrr, io non sto più nella pelle (evidentemente i primi sintomi del naturalissimo quanto ineluttabile processo detto della “muta”, niente di preoccupante. A conferma di ciò si sappia che a fine partita, accanto alla panchina, è stata trovata una sagoma leggerissima e cava somigliantissima a Domé, con pizzetto, occhiali e tutto il resto, come di carta velina. Niente di preoccupante, appunto, ndr), chissà chi ci regalerà Massimo il prossimo anno, a me piacerebbe anche qualche giocatore italiano, chissà…” “Mah, chissà, Massimo è così generoso. A me piacerebbe che restasse pure Recoba, quest’anno è stato così sfortunato poverino, ha giocato soltanto tre partite (a 2 milioni di euro a partita poverino, com’è sfortunato! ndr) …” “Io invece prenderei Shevchenko, così, mica per farlo giocare, ma per fargliela vedere a quelli là, chi comanda ora…”
Marco Nino Vietina: a questo punto della conversazione tra i due tronfi biscioni (che per brevità d’ora in avanti chiameremo semplicemente tronfioni, ndr) il Nino si apparta un attimo per vomitare. Niente di preoccupante. Per il bene della squadra torna al suo posto e stoicamente continua fino al termine della gara a sopportare l’insopportabile, con l’unica speranza che in quel di Roma la sua pratica di beatificazione subisca finalmente l’accelerazione decisiva. Nel frattempo si appella al fantasma del Sommo Poeta esortandolo a completare l’Inferno con un girone dove, giusto per contrappasso, i due simpaticissimi rettiliformi, e con loro tutti gli interisti della Terra, possano essere vessati e punzecchiati di forcone nel deretano dal Super Diavolo Berlusconi e dal suo demonietto di fiducia Belzebù Galliani, giusto all’infinito, o meglio, in un tempo che infinitamente ritorna sempre uguale a se stesso, dove non un anno ma ogni giorno che nasce è sempre lo stesso giorno terminato un istante prima, e dove questo giorno davvero pesantissimo (“Il giorno dei giorni” dell’interista Ligabue appunto, colonna sonora del girone, ndr) non è un giorno qualunque ma proprio il 5 maggio 2002… al Diavolo!
Pié e Domé: dopo le dolenti note eccoli di nuovo insieme, finalmente riconciliati: che spettacolo! Per questioni di salute il campo li divide ma negli spogliatoi la coppia si ricompone e vai con la più bella barzelletta degli ultimi vent’anni: “O Domé, ma po’ a la fin de la fiera quest’anno chi à l’ha vinto lo scudetto?” “L’Inter”
…uuh…uuh… uuuaaaahahahahahahahah… uuuuhahahahahahahah, troppo forti, troppo forti, uaaaahahahahahahahah… oddìo che risate, che risate…uuuuuuuh…
Dal vostro inviato all’Avana, un saluto e a presto@ Forza Estrella Polar@
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3 commenti:
Ci sei cascato Massi, dì la verità!
Il fatto è che non potevo metterti tra gli assenti perché tu sei sempre qui, con noi, nel nostro cuoricino...
Ciao Serpi!
Nino...mq come stai male? Luca, fallo ricoverare!! :-D
E' che mi manca tanto ferro...
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