L’Estrella Polar scende in campo con Riccardo tra i pali (che indossa la maglia della Zivilivisis, incredibile amisci!), Pietro a destra, Luca al centro, Maurì sulla sinistra, Nino e Giammino in mezzo al campo con quest’ultimo un po’ più arretrato a fare da playmaker per predisposizione naturale et inguinale e il Baldo davanti a rompere le scatole a tutti, compagni compresi. Massi Ferro, che non si allena da tempo ed è in condizioni fisiche precarie, viene inserito come sbandieratore nel gruppo degli animatori della gara tra ragazze pon pon, saltimbanchi, trampolieri e giocolieri d’ogni risma. Il suo ruolo è quello di correre sulla fascia facendo volteggiare e all’occorrenza trionfare una piccola bandiera rossa -del tutto simile a quelle utilizzate di solito dai guardalinee nelle partite di calcio, di cui peraltro sembra andare molto fiero: avanti popolo, alla riscossa! (beccati questa Baldo, tiè!).
Fin dall’avvio la squadra stellare prende il comando delle operazioni e comincia a macinare gioco con sicurezza. Duettano bene in mezzo al campo Giammino e Nino con quest’ultimo che gode di grande libertà per via di una disposizione in campo degli avversari davvero singolare. Sul centro destra c’è un buco pauroso (e anche questa, tiè!) ed è proprio da lì che arrivano i pericoli maggiori per i conciari con il Nino che riesce a rifornire con una certa continuità Baldini e Pietro che si inserisce sovente in buona solitudine. A capo di una azione che si sviluppa proprio sulla destra arriva il primo gol dell’Estrella Polar: Baldini riceve palla subito fuori dell’area di rigore un po’ defilato sulla fascia sinistra e scarica un tiro che a quattro metri dalla porta Piè, che si era prontamente inserito per ricevere l’eventuale passaggio (di chi?! Di Baldini? Inguaribile ottimista!), devia in fondo al sacco spiazzando completamente il portiere avversario (questo gol scatenerà a fine gara furiose polemiche perché si mormora che, al contrario di quanto dichiarato, Pietro non abbia deviato la palla intenzionalmente. Allorquando il Nino dice che concederà l’intenzionalità a Pietro perché la parola di un giocatore stellare è sacra quella canaglia di Baldini corregge il tiro (bella questa!) dicendo che il suo in realtà era un passaggio per l’accorrente compagno di squadra. Vergognoso revisionista!).
Per tutto il primo tempo il leit motiv della partita sarà questo con Giammino a dettare i tempi per gli inserimenti soprattutto di Nino e Baldini. Al 10’ il raddoppio del Bomber che sfrutta al meglio un lancio bellissimo di Giammino e beffa il portiere in uscita con un tunnel per sua stessa ammissione non voluto e del tutto casuale. La squadra di Prato proprio non riesce ad organizzarsi e ad uscire dal guscio, dimostrando di non essere ancora matura per affrontare appuntamenti così importanti. Sostituito Pietro con Massi, la squadra stellare, solida in difesa con Luca e Maurì sugli scudi, continua a spingere ma non riesce a trovare il gol che chiuderebbe la gara e dopo alcune azioni pericolose il primo tempo si conclude con la squadra ospite in vantaggio per 2-0.
Durante l’intervallo Baldini da quel rompiscatole che è trova l’occasione di infastidire pure l’arbitro per via di un episodio avvenuto in area avversaria alla fine del primo tempo (in cui lui, si sappia!, aveva chiaramente stoppato il pallone col braccio e l’aveva pure fatta franca, ndr). Si lamentava il Baldo (che faccia tosta!) del fatto che gli avversari avessero chiamato con insistenza il fallo di mano, disturbandolo nella sua azione: “Lei capisce, io che ho il pallone vengo condizionato, mi danno fastidio, mi disturbano, mi sei a capire? (queste ultime quattro parole non l’ha dette all’arbitro cui dava del lei, ma a me che, seduto per terra con la schiena contro la panchina, mi stavo giusto godendo, si fa per dire, la scena da lontano), mi disturbano capisce, mi disturbano!” A questo punto il Nino si alza ponendo fine all’ignobile tiritera e convincendo l’arbitro a richiamare ufficialmente l’insopportabile centravanti. Ed è così che, dopo il giallo del 15’, il Baldo si becca pure il cartellino azzurro, quello riservato ai bambini capricciosi.
Al rientro la squadra di casa propone alcuni giocatori nuovi e un assetto più razionale grazie al quale riesce ad occupare decisamente meglio gli spazi. Per dieci minuti l’Estrella Polar controlla senza preoccupazione però piano piano la stanchezza comincia ad affiorare e si fanno sentire eccome le tre partite in 5 giorni. Cala improvvisamente il Nino che perde qualche pallone di troppo ma anche Maurì sul centro sinistra fatica ora a contenere gli avversari che a volte si presentano nella zona addirittura in superiorità numerica. Nessun giocatore stellare pensa che valga la pena scalare per cui, non arrivando rinforzi da destra, per un po’ l’Estrella da quella parte subisce l’attacco in massa (si fa per dire…) dei pratesi. Per nostra fortuna gli uomini di casa dimostrano di non avere la qualità sufficiente per concludere pericolosamente a rete e quando riescono ad inserirsi sotto misura ci pensa Riccardo con un paio di uscite perentorie a smorzarne gli ardori. Passata la tempesta gli uomini stellari si risistemano ma purtroppo manca ormai la lucidità necessaria per innescare al meglio Baldini che in avanti rimane spesso uno contro uno col centrale avversario, tutt’altro che un fulmine di guerra. L’unica volta che viene servito a dovere il Baldo si divora l’avversario diretto e punta la porta. Purtroppo però anche per lui le gambe non sono più quelle di inizio gara e il tiro da posizione un po’ decentrata esce abbastanza potente ma un po’ telefonato. Nel frattempo il Nino continua a battere con maestria i calci d’angolo mettendo sempre in condizione un compagno di far male: ci provano Luca, Giammino e Ferro e davvero per un niente in almeno cinque occasioni non ci scappa il gol. Dopo avere sciupato una buona occasione a tre metri dalla porta avversaria il Nino si riprende e si fa pericoloso con una bella voléé da posizione non facile che il portiere smanaccia in tuffo sopra la traversa.
L’Estrella Polar continua a lottare col coltello tra i denti e al 42’ Baldini conquista una punizione sulla tre quarti avversaria, leggermente defilata sulla sinistra. Il Nino va sul pallone deciso e mentre il portiere posiziona la barriera comincia a sistemarlo a terra. All’inizio, vista la distanza, pensa che si potrebbe calciare con le tre dita esterne, alla Pirlo per intendersi, affidandosi ai venti del destino. Non la passerà certo a Luca che da tre ore, più o meno alla sua altezza defilato sulla destra, continua a farsi sentire. Pensa che su un terreno del genere una palla così laterale (per di più in quella posizione per un destro) va prima controllata a dovere poi riallungata e infine calciata. Troppa roba, gli avversari gli sarebbero stati addosso e magari con un rimpallo ci poteva scappare addirittura il contropiede! No no, non sa da fare. E poi il Nino quest’oggi sente il pallone e calcerà in porta. Ed ha appena finito di piazzare a dovere la palla e di prendere le misure quando… Nino, Nino, perché non provi a tirarla sul pal… E’ quello che voglio fare Giammino, tiro lì. I due centrocampisti si sono resi conto contemporaneamente che c’è la possibilità di una palla a scavalcare la barriera. Certo il tiro è difficilissimo visto che le porte sono alte poco più di Luca e la distanza è considerevole, circa 25 metri, però…
Quando una cosa ha a che fare più con il mondo delle idee che con la miseria degli uomini è pura magia che dopo essersi consumata lascia come svuotati, storditi, interdetti.
L’ultima volta che il Nino aveva calciato una punizione simile era poco più di un bambino. Adesso quel pallone sistemato sul campo bianco e polveroso, il profumo della terra sotto il sole, le maglie colorate, tutto lo riconduce, un po’ come la madeleine di proustiana memoria, proprio a quel pezzo di vita sospesa e irripetibile, all’età dell’oro.
A quei momenti di tanti anni fa per intendersi quando l’allenatore decise che eravamo grandi abbastanza per provare le punizioni. Non so perché mi ricordo esattamente di un certo giorno -evidentemente era una cosa rara questo allenamento delle punizioni, e in quel giorno di una punizione in particolare. Avevo calciato con tutta la forza dal limite dell’area perché così piccolo com’ero (solo il classe ’73 Andrea Bonuccelli detto Magnamorca era più piccolo di me, ndr) era l’unico modo di sperare che la palla raggiungesse almeno la porta. Ce l’avevo messa tutta insomma e la palla era partita bene. Era pure scesa al momento giusto dietro la barriera e davvero per poco si era persa lateralmente all’altezza dell’incrocio dei pali. Nonostante l’allenatore ci facesse poi andare a prendere i palloni che calciavamo e il mio fosse finito assai lontano ero contento perché non avrei mai creduto che anch’io avrei potuto calciare le punizioni. E infatti non le calciai mai anche se da quella volta sentivo che se solo mi avessero fatto provare qualche volta…
Insomma: dopo aver fatto una finta di occhi come se la dovesse passare a Luca (così, mica per confondere il portiere o gli avversari più vicini ma proprio per beffare quello scassatore di Luca) il Nino calcia. Il pallone colpito di mezzo collo interno parte bene verso il centro della porta e immediatamente dopo aver scavalcato la barriera comincia a girare verso il palo lontano. A pochi metri dalla porta scende improvvisamente e dopo aver sfiorato la traversa si insacca imparabile quasi nel sette. Una cosa mai vista!
I compagni più increduli del Nino stesso corrono ad abbracciare il loro compagno che dal canto suo dopo i primi attimi di stupita felicità ripensa al gol che nel racconto di Soriano porta in vantaggio, nell’ultima decisiva partita, l’Estrella Polar: “… ma al quarantaduesimo rimanemmo tutti a bocca aperta quando la mezz’ala sinistra dell’Estrella Polar infilò una punizione da molto lontano…”. Sorride il Nino per questa assonanza e d’istinto, nell’incanto del momento, butta gli occhi al cielo...
Sul punteggio di 3-0 e dopo una simile prodezza solo per l’arbitro la partita non è ancora finita. Si va avanti e gli ultimi fuochi sono ancora dell’Estrella che si rende pericolosa col Baldo. Da segnalare un episodio che la dice lunga sul clima sereno in cui si svolge la gara: Maurizio appena uscito dal campo si mette a fare lo sbandieratore sulla fascia e la combina grossa. Su una ripartenza dell’Estrella Polar avviata da Pietro sull’out destro segnala un fallo laterale inesistente (o meglio alza la bandierina non si sa perché visto che appena l’arbitro ferma il gioco è proprio lui, il nostro amato Cafù, col sorriso brasiliano stampato in faccia a dire che in realtà la palla non era uscita) fermando sul più bello il Baldo che si stava avviando tutto solo verso la porta avversaria addirittura con il Nino a rimorchio (pensate un po’ che potenza quel Toro ragazzi!).
Dopo il fattaccio assistiamo purtroppo all’uscita dal campo del generoso Giammino. Grazie ad una bella combinazione stellare il tosetto si trova al limite dell’area con un pallone invitante da calciare in porta, molto invitante. Io lo vedo a pochi metri da me e percepisco chiaramente la sua indecisione, tra la voglia matta di tirare e il cuore che gli dice tira tira tira! (ma non era tora tora tora!?), e la coscienza di chi sa che non deve e la testa che gli dice se tiri ti stiri, se tiri ti stiri, se tiri ti stiri! Poiché lo sappiamo Giammino è uno di cuore alla fine tira, però ci ha messo così tanto a decidere che un difensore è rinvenuto su di lui e gli rimpalla la conclusione. Naturalmente si stira e la sua partita finisce lì. Al suo posto rientra Piè e Massi si sistema in mezzo al campo. Ormai però la partita volge alla fine e non ha più niente da dire, chè i miracoli si sa, non sono di questo mondo. Forse.
Pfiii, Pfiii, Pfiiiiiiiiii.
Champions League, 2a giornata: Prato-Estrella Polar 0-3
Reti: Grassi, Baldini, Vietina
Note: spettatori paganti: 3
Ammoniti per gioco scorretto: Baldini, Vietina (Estrella Polar)
Negli spogliatoi è di scena la festa dell’Estrella Polar. Grandi cori e abbracci per l’impresa compiuta. Intervistato il Nino, grande protagonista della giornata, così si esprime: "Dedichiamo questa vittoria al nostro compagno di mille avventure Daniele, che idealmente abbracciamo e a cui siamo molto vicini. Il gol più bello della mia carriera lo dedico a Patrizia, la mia dolce metà che amo profondamente, ma anche a mia mamma, che da più di vent’anni ogni qualvolta mi vede uscire con la borsa del calcetto non può proprio fare a meno di arrabbiarsi". Nel frattempo Pietro e Baldo alle prese col famoso gol dell’1-0 non riescono a godersi neppure la festa. Per placare gli animi deve intervenire come al solito il salomonico Nino che, ribadendo la convinzione dell’intenzionalità del gesto di Pietro, chiude l’aspra contesa tagliando definitivamente la testa al Toro. A l’ere l’ora! Ooooooh yeeesssss!!!
Sole sul tetto dei palazzi in costruzione,
sole che batte sul campo di pallone
e terra e polvere che tira vento,
e poi magari piove...
Nino cammina che sembra un uomo
con le scarpette di gomma dura
dodici anni e il cuore pieno di paura...
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