Champion’s League, 1a giornata: Estrella Polar – Pistoia 1-2
Reti: Estrella Polar: Cagnoni
Pistoia: Vietina autogol, Romario
Ahimé. La prima uscita europea dell’Estrella Polar regala soltanto amarezze assortite ai tanti tifosi giunti dalle galassie più lontane e disparate. La sconfitta casalinga complica terribilmente i piani della compagine di Mister Bertonelli che adesso non potrà più permettersi di sbagliare. Che dire…
La partita che avrebbe dovuto regalare emozioni e spettacolo non regala un bel niente. Non sappiamo se anche gli avversari abbiano subito i nostri stessi condizionamenti “ambientali”, fatto sta che l’Estrella Polar si trova a giocare la partita casalinga con regole completamente diverse da quelle che abitualmente ne disciplinano le gare. La cosa peggiore comunque è il pallone della gara, un taglia 5 gonfiato a bomba da Mino il giorno precedente che per tutta la partita rimbalza ingovernabile sul terreno durissimo del Meeting Place come una pallina magica.
A mio modo di vedere comunque, a parte questi non trascurabili dettagli, la partita è stata segnata (non nel senso del risultato è ovvio ma della qualità del gioco) nel momento in cui si è scelto di giocare alle 18.30. L’avevo detto con forza all’atto della decisione che avremmo sofferto le pene dell’inferno. Quest’anno, come tutti gli altri anni del resto, abbiamo sempre giocato dopo le 20.30 e sapevo per esperienza diretta che giocare di pomeriggio proprio nel momento in cui i primi caldi ci fanno soffrire perfino durante tranquille passeggiate pomeridiane avrebbe condizionato pesantemente la gara. Figuriamoci al Meeting Place con tutta quell’umidità e quell’erba sintetica! Credo che anche gli avversari abbiano sofferto questo orario inconsueto e infatti ne è venuta fuori una partita davvero brutta. Visto che è stato Giammino ad imporre a tutti questo orario (figuriamoci, all’inizio aveva proposto le 17,30! Ma lo sa che Luca ha 36 anni, Marco 38, io 35, Daniele 34, Pietro 43 e Maurizio 52? Qualcuno gliel’ha detto?) sappia che dovrà consegnare al Capitano un rapporto scritto molto dettagliato sulla serata galante che tanto lo assillava e che tanto cara ci è costata.
Al di là di tutto non credo si possa imputare alla squadra granché. Tutto ciò che poteva andare storto è andato storto e sinceramente gli avversari non hanno fatto niente per vincerla la partita. Abbiamo fatto tutto da soli, regalando due gol che non esistono. Mai nel corso della stagione era successo niente di simile in partite “vere” e questo la dice lunga sulla stranezza della partita. L’unico appunto che mi sento di fare, ma sempre sia chiaro perché ci serva a migliorare, è che bisogna essere più scaltri e più umili nell’adattarsi alle situazioni che si presentano. Dire che dobbiamo sfruttare meglio le debolezze avversarie cercando al tempo stesso di disinnescarne gli elementi più pericolosi non è una banalità. Non voglio dire che dobbiamo snaturare il nostro gioco, ma adattarci più velocemente e con intelligenza alle varie situazioni che si propongono. Se come stasera gli avversari hanno un centravanti molto bravo che sa tener palla e finalizzare il gioco dobbiamo cercare di fargli arrivare pochi palloni, è semplice. Tatticamente è una situazione che abbiamo già affrontato quest’anno ma tutte le volte ci mettiamo almeno un tempo a capire come si deve giocare. Due difensori molto vicini e il gioco è fatto. Stessa cosa vale per l’attacco. Se capiamo che c‘è un lato debole nello schieramento avversario cerchiamo di sfruttarlo anche a costo di essere ripetitivi e monotoni. A volte invece mi sembra che abbiamo come delle remore a riproporre lo stesso schema di gioco perdendoci in leziosità che ritardano soltanto lo svolgersi dell’azione e niente altro (e intanto quello che si è proposto si è fatto l’ennesimo scatto di 30 metri…). Stasera per esempio (ma come quasi sempre succede anche in campionato) dalla mia parte c’è stata in alcuni frangenti l’occasione di una palla alta oltre l’ultimo difensore che a volte se ne stava all’altezza della tre quarti campo. Chi ha la palla in quel momento deve sapere di questa possibilità, proviamoci una volta! Se il giochino riesce mettiamo l’uomo solo davanti al portiere, se non riesce creiamo comunque i presupposti per far perdere 15 metri agli avversari. E questo lo dico anche per il futuro quando magari avremo il velocissimo Lapi da servire negli spazi. Per non parlare del secondo tempo (che stavamo giocando col piglio giusto a mio modo di vedere). Quando sono entrato al posto di Maurizio stavo molto bene e dalla mia parte si era da poco sistemato un tizio abbastanza scarso, forse il più scarso della compagnia. E infatti nel giro di pochi minuti sono arrivato al tiro due volte in modo potenzialmente molto pericoloso. Dovevamo insistere da quella parte facendo girare il pallone fino a trovare il momento buono per affondare e invece abbiamo cominciato a lanciare e a cercare immediatamente la punta con passaggi in verticale che non portano a niente se la difesa avversaria è arroccata con quasi tutti gli uomini davanti alla porta. A dieci minuti dalla fine della gara è presto per cominciare a giocare d’assalto, si possono fare miracoli in dieci minuti! Morale della favola: se non me la passate più spesso non vengo più!
Siete d’accordo? Ho detto delle castronerie? Avete suggerimenti per la prossima partita?
Scrivete, scrivete, scrivete…
Forza ragazzi che ce la facciamo, espugniamo Prato! Que viva Estrella Polar, que viva, que viva!
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2 commenti:
Nino,le cose che tu scrivi sono giustissime. Non voglio fare il "sapientino clementoni" della situazione, ma sono tutte cose, sia nel concetto che nella pratica (difensori vicini ed attaccati all'uomo, sfruttare meglio le fasce,meno possesso palla, rapidità nel fraseggio), che io sto ripetendo dall'inizio del torneo. Il fatto è che io godo di una prospettiva di osservazione privilegiata e queste cose le vedo prima rispetto a chi gioca in mezzo al campo.
PS: Oggi sono passato vicino al meeting e c'era mino con la carabina che stava sparando al pallone perchè smettesse di rimbalzare in mezzo al campo!!!
aggiungo anche: quando parlo di concetto voglio intendere l'approccio mentale alle partite, che si matura durante il torneo. non c'è l'abitudine ad "usare" partite più semplice per cercare di allenare la testa a sviluppare un gioco diverso ed anche a sviluppare una capacità critica nel saper leggere le partite. è un fatto di abitudine...non prendetelo come un discorso serio oltre quanto la faccenda meriti, solo che io a perdere quando gli altri non si meritano di vincere non mi piace.
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