Eh già perché la nostra amata Estrella Polar si è rifatta il trucco e viaggia neppure troppo in incognito tra le verdi colline di Feet & Foot (me li vedo i due amici di lunga data, il Mussi e il Mariani, mentre si salutano per Massa: Ai Feet, hawariù? Verywell Foot! - ma per favore!!). Dopo secoli torniamo a giocare sui campi che ci hanno visto crescere, e pazienza se sulle maglie non c'è più il mitico marchio Erg ma quello decisamente meno erg-onomico della Carrozzeria Marcuccetti (non penserete mica di scrivere sul blu-astro del ciel delle nostre casacche una simile porcheria, vero?!).
Quello che conta naturalmente è che il gruppo si presenti compatto all'appuntamento, pronto ad affrontare con rinnovate motivazioni questa impegnativa prova che, diciamocelo, equivale un pò ad un salto di categoria ed è il meritato premio per la strepitosa stagione scorsa. Peccato non poter affrontare queste squadre così blasonate sul nostro terreno, quello del Meeting Place che così bene si adatta alle nostre caratteristiche. Ci saremmo divertiti senz'altro di più, ma tra bere e affogare...
Per quanto riguarda il campo, dovremo adattarci ad un altro tipo di gioco, sicuramente meno armonico e arioso. L'organizzazione tattica diventerà fondamentale perché potendo contare su una buona condizione fisica si potrà passare l'intera partita nella metà campo avversaria impedendo al nemico di sviluppare le sue trame. Credo inoltre che se da una parte il gioco si farà senz'altro più tecnico (visti gli spazi ridotti) dall'altra potrebbe diventare per così dire più umorale. A tratti un atteggiamento molto garibaldino, quasi alla viva il parroco, fatto di poca organizzazione ma impetuoso, potrebbe rivelarsi un'arma straordinariamente efficace così come, per esempio, un giuoco fatto di lanci lunghi a cercare addirittura le due punte con i centrocampisti pronti ad avventarsi come falchi sulle respinte.
In ogni caso, sapete tutti che uno degli obiettivi primari della Società è la diffusione del calcio alcoolico e totale della mitica Olanda di Crujiff per cui sappia ognuno in cuor suo - e tutti i cuori all'unisono - regolarsi di conseguenza...
Così parlò Antonino Deoro, un grande saluto a tutti@
17 ottobre 2007
14 ottobre 2007
Eat&Fuck (Magna e Tromba)
Sì, e il Meeting Place come è stato ribattezzato: Eat&Fuck?
PS Ma come si fa a chiamare un centro sportivo a quel modo, ritiriamo la squadra ragazzi! O quantomeno, facciamoci sponsorizzare dal celeberrimo baccalino di Forte dei Marmi...
Comunque sia siamo al 14 di ottobre e nessuno, e quando dico nessuno, dico nessuno, si è ancora degnato di farmi sapere com'è andato il torneo estivo, se la squadra partecipa a uno o a due tornei, come sono andate le prime partite ecc. ecc. Sono talmente arrabbiato con voi che quasi quasi... mollo tutto!
Cavolo, ma non potete almeno scrivere sul sito le formazioni e i risultati delle partite?!
Un Fondatore che davvero non se lo aspettava
PS Ma come si fa a chiamare un centro sportivo a quel modo, ritiriamo la squadra ragazzi! O quantomeno, facciamoci sponsorizzare dal celeberrimo baccalino di Forte dei Marmi...
Comunque sia siamo al 14 di ottobre e nessuno, e quando dico nessuno, dico nessuno, si è ancora degnato di farmi sapere com'è andato il torneo estivo, se la squadra partecipa a uno o a due tornei, come sono andate le prime partite ecc. ecc. Sono talmente arrabbiato con voi che quasi quasi... mollo tutto!
Cavolo, ma non potete almeno scrivere sul sito le formazioni e i risultati delle partite?!
Un Fondatore che davvero non se lo aspettava
11 ottobre 2007
L'estrella tra le colline
Il presidentissimo Bertonelli mi comunica in tono inspiegabilmente mesto, che la luce della Estrella Polar brilla da questa settimana tra le Colline Massesi, adesso tristemente dette anche Feet&Foot (nome più brutto no eh?)
Esordio sfortunato contro Graziani Marmi.
Spero che Estrella e LiveWrong sia accomunate da un identico destino, e che dopo le iniziali difficoltà possano iniziare una trionfale cavalcata verso i piano alti della classifica, nelle posizioni che più competono loro.
Vamos a gagnar!!
27 settembre 2007
questa strana estate
E' stata una estate dominata da un selvaggio calcio mercato.
La EstrellaPolar riparte fortemente rivoluzionata, perde alcuni pezzi importanti, tra cui la colonna Nino Vietina ed El Gato, ma non molla e riparte.
Scrivo da esterno e mi dispiace non aver ancora capito cosa farà e dove giocherà la Estrella il prossimo anno.
Intanto la mia piccola Viter si porta a casa il torneo pre-campionato dell'Eurocalcio vincendo l'iscrizione per il campionato invernale a 8.
Problema..noi quel torneo non lo faremo...
Che ne pensate, come gia aveva accennato Nino, di fare una squadra mista?
Se vi va, ditelo subito, altrimenti io mi faccio tenere l'iscrizione per il torneo estivo dell'Eurocalcio.
Tenemi aggiornato..il blog non deve morire!
06 settembre 2007
Gemelli del Gol Vendonsi
Adesso capisco questo silenzio, dietro le mie spalle si ordivano trame tremende!
Visto che evidentemente i giuochi sono già bell’e fatti, voglio almeno che sappiate due cose:
1. in sede di riunione con gli altri membri del Soviet io mi sono opposto con forza alla cessione in comproprietà dei nostri tesserati Lenelli e Ferro alla Cooperativa Viter, che si ritrova due giocatori bell’e fatti, pronti per i grandi palcoscenici, senza accollarsi un euro dei loro faraonici ingaggi. Così in sede di votazione sulla scheda rossa ho scritto: Non ci sto!
2. se a Gianmaria gliela posso perdonare (del resto la Viter lo corteggia da lungi e la storia del barbiere personale, bisogna dirlo, è davvero una gran trovata!) a Massi non gliela passo. Mi stavo facendo in quattro per farlo diventare un ometto e sono arrivato perfino ad organizzargli un torneo ad hoc (o ad ot, non ricordo) per trovargli una sistemazione tattica adeguata e lui che fa? Ci lascia così, senza avvisare, senza neppure un saluto…
Ebbene, sappia l’ingrato Ferro che per trovare posto nell’Estrella Polar di quest’anno dovrà combattere come non mai, ogni minuto in campo dovrà guadagnarselo col sudore e forse non basterà. Intanto per cominciare, comunque vada, questa sarà la sua prima pagella stagionale:
Ferro Vecchio: all’avvio del Campionato si presenta in forma talmente smagliata che dopo appena cinque minuti di calcio giocato un mister Bertonelli in preda al più totale sconforto si vede costretto a sostituirlo e a spedirlo sotto la doccia… dello sfascino! Impreciso e tatticamente indisciplinato, in una manciata di minuti riesce a sbagliare tutto quello che un giocatore di calcio può sbagliare. Ne siamo certi, più che l’aria germanica poté la salsedine estiva: Arrugginito: 4
Cari compagni adesso non posso più tacere. Alla luce di queste due ultime cessioni in comproprietà le mie perplessità sulla partecipazione dell’Estrella Polar al prossimo campionato invernale del Meeting Place aumentano esponenzialmente. Me la vedo male (come disse la vecchietta passando senza mutande sopra un lustrissimo pavimento a specchi) e prevedo già come andrà a finire. Il torneo al Road si rivelerà più impegnativo rispetto a quello del Meeting Place (del resto non è che ci voglia molto…) e così quando verranno a giocare con l’Estrella gli inseparabili gemelli del gol Giamma e Massi saranno stanchi e demotivati. Se sommiamo questo ulteriore intoppo agli antefatti e cioè alla mancanza di un degno sostituto del Gato e alla latitanza del collante Nino ho la netta impressione che la squadra si stia andando ad infilare in un vicolo cieco. Adesso siamo tutti ansiosi di cominciare a giocare e non ci pensiamo ma tra non molto arriverà l’inverno e sarà dura. Persi in un torneo senza sale, ci trascineremo stancamente fino a primavera per dirci che non ne valeva la pena, che su 43 partite pre- play-off (considerate che quest’anno abbiamo evitato per il rotto della cuffia il girone di ritorno in Campionato ma non credo che Mino ripeterà l’esperimento visto che ci ha “perso” l’equivalente di 5 o 6 partite) ne abbiamo giocate 6 (3 contro Tabaccheria Secchiari e 3 contro i campioni del mondo di Idea Tenda, sai che divertimento) e passeggiate 37 e che forse…
Amici! La nostra è una squadra troppo alcoolica ormai per il Meeting Place, chi gioca nell’Estrella Polar deve sognare le ragazze che dicono oh yeesss non rischiare ogni volta di incappare in Mino che ti chiede i soldi dell’acqua... Chi gioca nell’Estrella Polar deve stare tra le stelle!
Visto che evidentemente i giuochi sono già bell’e fatti, voglio almeno che sappiate due cose:
1. in sede di riunione con gli altri membri del Soviet io mi sono opposto con forza alla cessione in comproprietà dei nostri tesserati Lenelli e Ferro alla Cooperativa Viter, che si ritrova due giocatori bell’e fatti, pronti per i grandi palcoscenici, senza accollarsi un euro dei loro faraonici ingaggi. Così in sede di votazione sulla scheda rossa ho scritto: Non ci sto!
2. se a Gianmaria gliela posso perdonare (del resto la Viter lo corteggia da lungi e la storia del barbiere personale, bisogna dirlo, è davvero una gran trovata!) a Massi non gliela passo. Mi stavo facendo in quattro per farlo diventare un ometto e sono arrivato perfino ad organizzargli un torneo ad hoc (o ad ot, non ricordo) per trovargli una sistemazione tattica adeguata e lui che fa? Ci lascia così, senza avvisare, senza neppure un saluto…
Ebbene, sappia l’ingrato Ferro che per trovare posto nell’Estrella Polar di quest’anno dovrà combattere come non mai, ogni minuto in campo dovrà guadagnarselo col sudore e forse non basterà. Intanto per cominciare, comunque vada, questa sarà la sua prima pagella stagionale:
Ferro Vecchio: all’avvio del Campionato si presenta in forma talmente smagliata che dopo appena cinque minuti di calcio giocato un mister Bertonelli in preda al più totale sconforto si vede costretto a sostituirlo e a spedirlo sotto la doccia… dello sfascino! Impreciso e tatticamente indisciplinato, in una manciata di minuti riesce a sbagliare tutto quello che un giocatore di calcio può sbagliare. Ne siamo certi, più che l’aria germanica poté la salsedine estiva: Arrugginito: 4
Cari compagni adesso non posso più tacere. Alla luce di queste due ultime cessioni in comproprietà le mie perplessità sulla partecipazione dell’Estrella Polar al prossimo campionato invernale del Meeting Place aumentano esponenzialmente. Me la vedo male (come disse la vecchietta passando senza mutande sopra un lustrissimo pavimento a specchi) e prevedo già come andrà a finire. Il torneo al Road si rivelerà più impegnativo rispetto a quello del Meeting Place (del resto non è che ci voglia molto…) e così quando verranno a giocare con l’Estrella gli inseparabili gemelli del gol Giamma e Massi saranno stanchi e demotivati. Se sommiamo questo ulteriore intoppo agli antefatti e cioè alla mancanza di un degno sostituto del Gato e alla latitanza del collante Nino ho la netta impressione che la squadra si stia andando ad infilare in un vicolo cieco. Adesso siamo tutti ansiosi di cominciare a giocare e non ci pensiamo ma tra non molto arriverà l’inverno e sarà dura. Persi in un torneo senza sale, ci trascineremo stancamente fino a primavera per dirci che non ne valeva la pena, che su 43 partite pre- play-off (considerate che quest’anno abbiamo evitato per il rotto della cuffia il girone di ritorno in Campionato ma non credo che Mino ripeterà l’esperimento visto che ci ha “perso” l’equivalente di 5 o 6 partite) ne abbiamo giocate 6 (3 contro Tabaccheria Secchiari e 3 contro i campioni del mondo di Idea Tenda, sai che divertimento) e passeggiate 37 e che forse…
Amici! La nostra è una squadra troppo alcoolica ormai per il Meeting Place, chi gioca nell’Estrella Polar deve sognare le ragazze che dicono oh yeesss non rischiare ogni volta di incappare in Mino che ti chiede i soldi dell’acqua... Chi gioca nell’Estrella Polar deve stare tra le stelle!
31 agosto 2007
La Casa degli Spiriti... Impavidi!
Con un grande sogno nel cuore e una piccola scrivania nel bagagliaio della macchina il vostro direttore tecnico Antonino Deoro si è messo alla ricerca di una casa per quello che, stante il disinteresse generale, potremmo ormai definire il fantasma del Dream Team. Ecco i risultati:
Il centro sportivo Eurocalcio, già San Cristoforo, affiliato UISP, organizza a partire da fine settembre un torneo di calcio a 8 con due gironi da 12 squadre. La formula è quella di andata e ritorno per cui le partite garantite sono 22, una (e una sola!) a settimana fino a maggio. Dopo questa fase ci sono i play-off e dopo i play-off una ulteriore coda agonistica con quella che viene chiamata Coppa dei Campioni. Il costo dell’iscrizione è 150 euri (quota che va tutta nel montepremi) mentre la quota partita per squadra è 50 euri. Il costo dei cartellini credo si aggiri sugli 11 euri. Prima del torneo (durante la riunione organizzativa) il centro regalerà alle società alcune polo e durante le partite fornirà gratuitamente l’acqua alle squadre (tipo Mino insomma…). Volendo ha pure a disposizione 8 completini per le squadre che dovessero esserne sprovviste. La cosa fondamentale comunque, che forse riuscirà a smuovere le montagne (e se non l’avete capito le montagne siete voi, buscaglioni che non siete altro!) e che sicuramente farà molto piacere al nostro amato Gato, è che il manto del campo a dicembre verrà rifatto completamente (fino ad allora si andrà avanti sul vecchio manto previo uno specifico trattamento antiscivolo) e proprio, udite udite, in erba estetica (simil Road per capirsi). Vi chiederete: perché a dicembre? Ma perché lo porta Babbo Natale è ovvio! (La letterina è stata scritta con un po’ di ritardo per cui il manto non è disponibile da subito. Il torneo a dicembre si fermerà ma per poco, visto che per sistemare il tutto ci vogliono solo tre giorni tre).
Postilla: il centro stava pensando di organizzare un veloce pre-torneo per i primi di settembre, ma sembra che le squadre non ne abbiano granché voglia avendo giocato anche nel torneo estivo finito da poco.
Il centro sportivo Fescione organizzerà a sua volta, sempre a partire da fine settembre, un torneo di 16 o 18 squadre. Il girone sarà unico quindi considerando andata e ritorno le partite saranno come minimo 30 (forse pure 34, aiuto!). Dopo questa fase si va ai play-off. Quarti e semifinale si giocano andata e ritorno, la finale è secca. La quota d’iscrizione è 200 euri, mentre il campo costa 45 euri a squadra a partita. Anche il Fescione quest’anno passerà alla UISP quindi a meno di circoli viziosi i cartellini costeranno ancora 11 euri.
Postilla: il Fescione non organizza nessun pre-torneo.
Tenendo presente che l’Eurocalcio per l’iscrizione si accontenterebbe del pacchetto Scrivania + Marco Baldini (così mi ha detto il proprietario) la scelta non dovrebbe risultare molto difficile... Forza ragazzi! Saremo i primi a giocare sul nuovo campo di un centro che sta decollando e che l’anno prossimo, sono sicuro, riuscirà ad organizzare uno dei più bei tornei a 8 del secolo, con tutte le squadre più blasonate della provincia. Forza amici, espv… espv… espvimetevi!
Mi dicono che Dio esiste, ma si accontenta
di camere doppie con la vista siderale
mentre qui da noi piove sempre…
Il centro sportivo Eurocalcio, già San Cristoforo, affiliato UISP, organizza a partire da fine settembre un torneo di calcio a 8 con due gironi da 12 squadre. La formula è quella di andata e ritorno per cui le partite garantite sono 22, una (e una sola!) a settimana fino a maggio. Dopo questa fase ci sono i play-off e dopo i play-off una ulteriore coda agonistica con quella che viene chiamata Coppa dei Campioni. Il costo dell’iscrizione è 150 euri (quota che va tutta nel montepremi) mentre la quota partita per squadra è 50 euri. Il costo dei cartellini credo si aggiri sugli 11 euri. Prima del torneo (durante la riunione organizzativa) il centro regalerà alle società alcune polo e durante le partite fornirà gratuitamente l’acqua alle squadre (tipo Mino insomma…). Volendo ha pure a disposizione 8 completini per le squadre che dovessero esserne sprovviste. La cosa fondamentale comunque, che forse riuscirà a smuovere le montagne (e se non l’avete capito le montagne siete voi, buscaglioni che non siete altro!) e che sicuramente farà molto piacere al nostro amato Gato, è che il manto del campo a dicembre verrà rifatto completamente (fino ad allora si andrà avanti sul vecchio manto previo uno specifico trattamento antiscivolo) e proprio, udite udite, in erba estetica (simil Road per capirsi). Vi chiederete: perché a dicembre? Ma perché lo porta Babbo Natale è ovvio! (La letterina è stata scritta con un po’ di ritardo per cui il manto non è disponibile da subito. Il torneo a dicembre si fermerà ma per poco, visto che per sistemare il tutto ci vogliono solo tre giorni tre).
Postilla: il centro stava pensando di organizzare un veloce pre-torneo per i primi di settembre, ma sembra che le squadre non ne abbiano granché voglia avendo giocato anche nel torneo estivo finito da poco.
Il centro sportivo Fescione organizzerà a sua volta, sempre a partire da fine settembre, un torneo di 16 o 18 squadre. Il girone sarà unico quindi considerando andata e ritorno le partite saranno come minimo 30 (forse pure 34, aiuto!). Dopo questa fase si va ai play-off. Quarti e semifinale si giocano andata e ritorno, la finale è secca. La quota d’iscrizione è 200 euri, mentre il campo costa 45 euri a squadra a partita. Anche il Fescione quest’anno passerà alla UISP quindi a meno di circoli viziosi i cartellini costeranno ancora 11 euri.
Postilla: il Fescione non organizza nessun pre-torneo.
Tenendo presente che l’Eurocalcio per l’iscrizione si accontenterebbe del pacchetto Scrivania + Marco Baldini (così mi ha detto il proprietario) la scelta non dovrebbe risultare molto difficile... Forza ragazzi! Saremo i primi a giocare sul nuovo campo di un centro che sta decollando e che l’anno prossimo, sono sicuro, riuscirà ad organizzare uno dei più bei tornei a 8 del secolo, con tutte le squadre più blasonate della provincia. Forza amici, espv… espv… espvimetevi!
Mi dicono che Dio esiste, ma si accontenta
di camere doppie con la vista siderale
mentre qui da noi piove sempre…
23 agosto 2007
I Have A Dream. A Dream Team.
Uuuuuh-aaaaah… miam-miam-miam… che dormita ragazzi!… uuuhhh… poveri noi… sian vecchiiiii… ohi ohi ohi… mettiamo subito su un bel caffettino va… che passate!… forte e amaro come un dritto sul grugno… fu-fun, finta e…
Goooood Morniiiiing Vietinaaaaa!!!
Certo. Ho dormito quasi 19 giorni e sono letteralmente a pezzi, ma ne valeva la pena però. Che bella storia.
Eh sì perché subito dopo la celebre partita conosciuta come la revencida che ha definitivamente sancito il gemellaggio tra le società Estrella Polar e Cooperativa Viter il nostro Gato ha festeggiato degnamente il suo 30° compleanno offrendo agli amici barili di birra fresca in una atmosfera davvero toccante e indimenticabile!
Il nostro amato Gato…
Ah, ne avrei di cose da raccontare di quella serata. Vi potrei raccontare per esempio della Gata Francesca, oppure di Matteo e Michele che durante la partita gridavano a Baldini “vai Marchetto!”, o di Pietro che ha approfittato dell’ambiente familiare e di un bizzarro karaoke per chiedere a Babbo Natale Nino più minuti in campo per la prossima stagione. Vi potrei raccontare di Gabriello che, con la scusa di complimentarsi per il sito che tanto lo ha fatto divertire e mettendo sul piatto due nomi d’eccezione come Means e Pancake, a suo dire molto bravi nel breve (o molto gravi nel greve, adesso non ricordo esattamente), strappa al Nino per la prossima annata stellare una opzione su se stesso (mai vista una cosa simile in tanti anni di calcio!), oppure del Nino che gliela concede molto volentieri (del resto “i giocatori erano sempre gli stessi o i fratelli degli stessi…”) in cambio però di un pezzo di futuro stellare e cioè di una prelazione sui figli Michele e Matteo, o ancora di GianMaria lusingato a lungo e a fine serata richiesto ufficialmente dalla Cooperativa Viter, o magari della società Estrella Polar tutta che cerca invano di guadagnare i favori di Chiara…
E invece vi racconto un sogno. E non quello dell’altra notte in cui il mio amico e compagno di liceo Angiolino in versione detective risolveva quello che si sarebbe potuto chiamare "lo strano caso della papera dai denti d'oro", ma un sogno più grande, più vero del vero… uno di quelli che anche se hai gli occhi ben aperti non te ne accorgi, che ti maturano nelle tasche, poi tiri fuori la mano e sono tutto ciò che sei…
Penso dunque sogno. Il mio sogno non è un sogno notturno. E’ un sogno diurno. E non è neppure un sogno del mattino, tutto curve pericolose, anatomico per così dire, o del risveglio, no no, tutt’altro, esattamente il contrario! Il mio sogno è un sogno atomico!
Il mio sogno è la fusione nucleare tra le squadre di Cooperativa Viter ed Estrella Polar e la creazione di una Invincibile Armada (con il Gato quello vero in porta ed il montignosino-napoletano Antonino Deoro, vulgo Nino, in videoconferenza da Varese, come direttore tecnico), che partecipi ad un campionato invernale di calcio a 8!!!
Che sogno, che sogno!!!
Amici! I tempi sono maturi! Disseppelliamo l’ascia di guerra! Affrontiamo con coraggio i nuovi nemici su territori del tutto sconosciuti! Non vorrete passare il resto dei vostri giorni in una riserva! Compagni! Liberiamoci dalle catene della nuova schiavitù!
Pensate che sfida. Tanti di noi nel corso della stagione partecipano a più di un torneo, perché uno di questi non può essere uno a 8 con l’Invincibile Armada? Se c’è uno zoccolo duro di una decina di persone che si prendono l’impegno di trascinare la squadra poi nei momenti di emergenza si potrà attingere agli infiniti serbatoi di Estrella Polar e Cooperativa Viter. Unendo le forze delle due squadre (che naturalmente continuerebbero a partecipare al loro amato torneo a 7 nei rispettivi siti) si può ottenere un Dream Team con molti effettivi che potrebbero ruotare a seconda delle esigenze di ciascuno.
Quest’anno io giocavo saltuariamente anche al Fescione, in una squadra che ha stradominato la stagione vincendo campionato e play-off a mani basse. Oltre a questa squadra molto forte ci sono altre buone squadre quindi ci sarebbe da divertirsi. Senza contare che per noi sarebbe già una grande sfida forgiare una squadra partendo da quelle che adesso sono due e impegnarci nel territorio quasi sconosciuto del calcio a 8. A me sembra una ottima idea che porterebbe una ventata di freschezza e tanti stimoli per proseguire nella dura attività del calciatore!
Per chi è interessato e desidera ardentemente aderire al progetto della Invincibile Armada, questo è il modus operandi:
* Se nella propria vita si ha avuto in qualche modo a che fare con Marco Nino Vietina è sufficiente intervenire su questo sito (in prima persona se possibile altrimenti delegando un amico) scrivendo qualche rigo carino (per i più pigri va bene anche l’espressione “qualche rigo carino”).
* Se nella propria vita non si ha avuto a che fare in alcun modo con Marco Nino Vietina le strade da percorrere sono due, infinitamente lunghe però e alquanto impervie:
1. Per i più bravi nel giuoco del calcio: inviando il proprio curriculum calcistico.
2. Per i più scarsi nel giuoco del calcio: spedendo una o più cartoline per il concorso “Vinci una Squadra da Sogno” con la risposta alla domanda: “Chi pronunciò la famosa frase: I Have A Dream. A Dream Team.” ?
a. Martin Luther Blisset
b. Marco Nino
c. Antonino Deoro
d. Vulgo Nino
e. Ben Altrow,
sperare di prenderci e poi di essere sorteggiati.
Impavidi amici, il Futuro vi chiama! Non tiratevi indietro!
Scrivete, scrivete, scrivete…
Goooood Morniiiiing Vietinaaaaa!!!
Certo. Ho dormito quasi 19 giorni e sono letteralmente a pezzi, ma ne valeva la pena però. Che bella storia.
Eh sì perché subito dopo la celebre partita conosciuta come la revencida che ha definitivamente sancito il gemellaggio tra le società Estrella Polar e Cooperativa Viter il nostro Gato ha festeggiato degnamente il suo 30° compleanno offrendo agli amici barili di birra fresca in una atmosfera davvero toccante e indimenticabile!
Il nostro amato Gato…
Ah, ne avrei di cose da raccontare di quella serata. Vi potrei raccontare per esempio della Gata Francesca, oppure di Matteo e Michele che durante la partita gridavano a Baldini “vai Marchetto!”, o di Pietro che ha approfittato dell’ambiente familiare e di un bizzarro karaoke per chiedere a Babbo Natale Nino più minuti in campo per la prossima stagione. Vi potrei raccontare di Gabriello che, con la scusa di complimentarsi per il sito che tanto lo ha fatto divertire e mettendo sul piatto due nomi d’eccezione come Means e Pancake, a suo dire molto bravi nel breve (o molto gravi nel greve, adesso non ricordo esattamente), strappa al Nino per la prossima annata stellare una opzione su se stesso (mai vista una cosa simile in tanti anni di calcio!), oppure del Nino che gliela concede molto volentieri (del resto “i giocatori erano sempre gli stessi o i fratelli degli stessi…”) in cambio però di un pezzo di futuro stellare e cioè di una prelazione sui figli Michele e Matteo, o ancora di GianMaria lusingato a lungo e a fine serata richiesto ufficialmente dalla Cooperativa Viter, o magari della società Estrella Polar tutta che cerca invano di guadagnare i favori di Chiara…
E invece vi racconto un sogno. E non quello dell’altra notte in cui il mio amico e compagno di liceo Angiolino in versione detective risolveva quello che si sarebbe potuto chiamare "lo strano caso della papera dai denti d'oro", ma un sogno più grande, più vero del vero… uno di quelli che anche se hai gli occhi ben aperti non te ne accorgi, che ti maturano nelle tasche, poi tiri fuori la mano e sono tutto ciò che sei…
Penso dunque sogno. Il mio sogno non è un sogno notturno. E’ un sogno diurno. E non è neppure un sogno del mattino, tutto curve pericolose, anatomico per così dire, o del risveglio, no no, tutt’altro, esattamente il contrario! Il mio sogno è un sogno atomico!
Il mio sogno è la fusione nucleare tra le squadre di Cooperativa Viter ed Estrella Polar e la creazione di una Invincibile Armada (con il Gato quello vero in porta ed il montignosino-napoletano Antonino Deoro, vulgo Nino, in videoconferenza da Varese, come direttore tecnico), che partecipi ad un campionato invernale di calcio a 8!!!
Che sogno, che sogno!!!
Amici! I tempi sono maturi! Disseppelliamo l’ascia di guerra! Affrontiamo con coraggio i nuovi nemici su territori del tutto sconosciuti! Non vorrete passare il resto dei vostri giorni in una riserva! Compagni! Liberiamoci dalle catene della nuova schiavitù!
Pensate che sfida. Tanti di noi nel corso della stagione partecipano a più di un torneo, perché uno di questi non può essere uno a 8 con l’Invincibile Armada? Se c’è uno zoccolo duro di una decina di persone che si prendono l’impegno di trascinare la squadra poi nei momenti di emergenza si potrà attingere agli infiniti serbatoi di Estrella Polar e Cooperativa Viter. Unendo le forze delle due squadre (che naturalmente continuerebbero a partecipare al loro amato torneo a 7 nei rispettivi siti) si può ottenere un Dream Team con molti effettivi che potrebbero ruotare a seconda delle esigenze di ciascuno.
Quest’anno io giocavo saltuariamente anche al Fescione, in una squadra che ha stradominato la stagione vincendo campionato e play-off a mani basse. Oltre a questa squadra molto forte ci sono altre buone squadre quindi ci sarebbe da divertirsi. Senza contare che per noi sarebbe già una grande sfida forgiare una squadra partendo da quelle che adesso sono due e impegnarci nel territorio quasi sconosciuto del calcio a 8. A me sembra una ottima idea che porterebbe una ventata di freschezza e tanti stimoli per proseguire nella dura attività del calciatore!
Per chi è interessato e desidera ardentemente aderire al progetto della Invincibile Armada, questo è il modus operandi:
* Se nella propria vita si ha avuto in qualche modo a che fare con Marco Nino Vietina è sufficiente intervenire su questo sito (in prima persona se possibile altrimenti delegando un amico) scrivendo qualche rigo carino (per i più pigri va bene anche l’espressione “qualche rigo carino”).
* Se nella propria vita non si ha avuto a che fare in alcun modo con Marco Nino Vietina le strade da percorrere sono due, infinitamente lunghe però e alquanto impervie:
1. Per i più bravi nel giuoco del calcio: inviando il proprio curriculum calcistico.
2. Per i più scarsi nel giuoco del calcio: spedendo una o più cartoline per il concorso “Vinci una Squadra da Sogno” con la risposta alla domanda: “Chi pronunciò la famosa frase: I Have A Dream. A Dream Team.” ?
a. Martin Luther Blisset
b. Marco Nino
c. Antonino Deoro
d. Vulgo Nino
e. Ben Altrow,
sperare di prenderci e poi di essere sorteggiati.
Impavidi amici, il Futuro vi chiama! Non tiratevi indietro!
Scrivete, scrivete, scrivete…
10 agosto 2007
La Revencida (Più Donne nell'Estrella!)
Come è noto il 4 agosto scorso, giorno del 30° compleanno del Gato, la nostra amata Estrella Polar ha avuto la possibilità di giocarsi la rivincita contro la Cooperativa Viter che a dicembre ne aveva offuscato, seppur per una sola notte, l’immortale luce. Prima di tutto e al di là del risultato la revencida si è rivelata, come nella migliore tradizione stellare, principalmente una grande festa per grandi e piccini.
E’ soltanto per dovere di cronaca quindi e per spronare i protagonisti ad organizzare quella che a questo punto si proporrebbe evidentemente come la bellida, che riportiamo qualche dato sulla gara terminata addirittura sul 9-8 per la Polare, a testimonianza di squadre che si sono affrontate a viso aperto senza troppi tatticismi, privilegiando lo spettacolo che davvero non è mancato.
Sul campo avverso del Road, l'Estrella Polar, pur soffrendo soprattutto nel secondo tempo le scorribande avversarie, ha avuto ragione di una Viter molto ostica e a suo agio sul terreno di casa. Tra le fila stellari sono apparsi in buone condizioni (ancora? già?) il Nino e Giammino autori di una tripletta a testa e il bomber Baldini autore di due gol di pregevole fattura. Sicuramente a Giammino va il premio per il gol più bello della serata, tra l’altro siglato proprio allo scadere a sancire la conclusione della disfida: tre giocatori saltati in un fazzoletto e palla nell’angolo... ciao Gato!
Tutta la squadra comunque, nonostante le pesanti assenze di Luca, Massi e Domé, e con il Gato contro, conferma le ottime impressioni suscitate per tutta la stagione e dimostra di essere davvero una squadra matura. Tanto matura che a fine gara, dopo un'ora di calcio totale a ritmi indiavolati senza interruzioni di sorta, va pur detto!, manca poco che non si stacca dal ramo come una pera cotta! Così, mentre quei giovanotti della Viter rimanevano in campo per 20 minuti di defatigante, i giocatori polari si leccavano le ferite letteralmente sfiniti, stramortiti. Chi si lamentava per il mal di schiena, chi per il collo, a chi facevano male tutti i muscoli, chi aveva delle vesciche grosse così, chi si toccava l'inguine...
Qualcuno dice che dipende dall’età e che probabilmente è venuto il momento di appendere le scarpette al chiodo. Sono d'accordo con lui. E dal canto mio, provvedo subito. Dovrei giusto averne un paio tutte sbrindellate che non metto da anni e che fanno proprio al caso nostro...
In ogni caso si sappia che:
La Cooperativa Viter è scesa in campo con il trentenne Simone Van Der Sart tra i pali, l'elegantissimo Gabriello Del Sarto sulla destra (?), Dijukic centrale difensivo, lo 007 GianLuca Bondielli ed il pregevole Alessandro Montolivo alternativamente a dettare i tempi dell’azione e a ripiegare sulla sinistra, Riccardo Lapi un po’ a destra un po’ a sinistra (un Po’-borskij un Po’-licano per intendersi) ma sempre molto di fretta e a tagliare verso la porta, e a concludere, in avanti, il solito pericolosissimo Stefano Caracciolo.
L’Estrella Polar dal canto suo ha risposto con Maurizio Peruzzi tra i pali (autore di alcuni interventi da applausi), Chiara sulla destra, Maurìcio il Brasiliano centrale, Piötr Grassickij a sinistra, Nino e Giammino sulla mediana a supporto di Baldini e Marco Baldini unica punta a supporto di se stesso, come sempre.
Ma…
Già. Avete capito bene. Chiara. Quando sono arrivato in campo stava già facendo riscaldamento. Era girata verso le panchine e da dietro con quel fisico, i lunghi capelli biondi raccolti e la maglia dell’Atalanta somigliava terribilmente a qualcuno che… "e chi è, Caniggia?" mi sono sorpreso a pensare. Poi mi sono avvicinato. Aveva la maglia di Caccia, il sorriso solare dei bambini che giocano a pallone ed era evidente, in campo provava le nostre stesse sensazioni. Si divertiva un sacco. Dopo il riscaldamento in cui già aveva mostrato una padronanza davvero sorprendente, si è messa sulla destra del nostro schieramento ed ha corso, impostato, lottato, concluso e difeso la palla come nessuno di noi sa fare (è la verità, c’è chi fa bene una cosa chi l’altra, a nessuno riescono tutte quelle cose lì messe insieme)! Chi poteva immaginare che un giorno avremmo urlato in campo il nome di una ragazza allo stesso modo in cui si grida a un compagno… Davvero ragazzi, è stato emozionante, non sto esagerando, la partita con lei ha avuto un sapore del tutto particolare. Peccato soltanto che alla fine sia volata via, così, quasi senza un commento, senza nemmeno farsi la doccia…
E pensare che cinquant’anni fa in Italia non votavano neppure!
Dal vostro inviato on the Avana Road, que viva que viva Polar!!! Più donne nell'Estrella!!!
E’ soltanto per dovere di cronaca quindi e per spronare i protagonisti ad organizzare quella che a questo punto si proporrebbe evidentemente come la bellida, che riportiamo qualche dato sulla gara terminata addirittura sul 9-8 per la Polare, a testimonianza di squadre che si sono affrontate a viso aperto senza troppi tatticismi, privilegiando lo spettacolo che davvero non è mancato.
Sul campo avverso del Road, l'Estrella Polar, pur soffrendo soprattutto nel secondo tempo le scorribande avversarie, ha avuto ragione di una Viter molto ostica e a suo agio sul terreno di casa. Tra le fila stellari sono apparsi in buone condizioni (ancora? già?) il Nino e Giammino autori di una tripletta a testa e il bomber Baldini autore di due gol di pregevole fattura. Sicuramente a Giammino va il premio per il gol più bello della serata, tra l’altro siglato proprio allo scadere a sancire la conclusione della disfida: tre giocatori saltati in un fazzoletto e palla nell’angolo... ciao Gato!
Tutta la squadra comunque, nonostante le pesanti assenze di Luca, Massi e Domé, e con il Gato contro, conferma le ottime impressioni suscitate per tutta la stagione e dimostra di essere davvero una squadra matura. Tanto matura che a fine gara, dopo un'ora di calcio totale a ritmi indiavolati senza interruzioni di sorta, va pur detto!, manca poco che non si stacca dal ramo come una pera cotta! Così, mentre quei giovanotti della Viter rimanevano in campo per 20 minuti di defatigante, i giocatori polari si leccavano le ferite letteralmente sfiniti, stramortiti. Chi si lamentava per il mal di schiena, chi per il collo, a chi facevano male tutti i muscoli, chi aveva delle vesciche grosse così, chi si toccava l'inguine...
Qualcuno dice che dipende dall’età e che probabilmente è venuto il momento di appendere le scarpette al chiodo. Sono d'accordo con lui. E dal canto mio, provvedo subito. Dovrei giusto averne un paio tutte sbrindellate che non metto da anni e che fanno proprio al caso nostro...
In ogni caso si sappia che:
La Cooperativa Viter è scesa in campo con il trentenne Simone Van Der Sart tra i pali, l'elegantissimo Gabriello Del Sarto sulla destra (?), Dijukic centrale difensivo, lo 007 GianLuca Bondielli ed il pregevole Alessandro Montolivo alternativamente a dettare i tempi dell’azione e a ripiegare sulla sinistra, Riccardo Lapi un po’ a destra un po’ a sinistra (un Po’-borskij un Po’-licano per intendersi) ma sempre molto di fretta e a tagliare verso la porta, e a concludere, in avanti, il solito pericolosissimo Stefano Caracciolo.
L’Estrella Polar dal canto suo ha risposto con Maurizio Peruzzi tra i pali (autore di alcuni interventi da applausi), Chiara sulla destra, Maurìcio il Brasiliano centrale, Piötr Grassickij a sinistra, Nino e Giammino sulla mediana a supporto di Baldini e Marco Baldini unica punta a supporto di se stesso, come sempre.
Ma…
Già. Avete capito bene. Chiara. Quando sono arrivato in campo stava già facendo riscaldamento. Era girata verso le panchine e da dietro con quel fisico, i lunghi capelli biondi raccolti e la maglia dell’Atalanta somigliava terribilmente a qualcuno che… "e chi è, Caniggia?" mi sono sorpreso a pensare. Poi mi sono avvicinato. Aveva la maglia di Caccia, il sorriso solare dei bambini che giocano a pallone ed era evidente, in campo provava le nostre stesse sensazioni. Si divertiva un sacco. Dopo il riscaldamento in cui già aveva mostrato una padronanza davvero sorprendente, si è messa sulla destra del nostro schieramento ed ha corso, impostato, lottato, concluso e difeso la palla come nessuno di noi sa fare (è la verità, c’è chi fa bene una cosa chi l’altra, a nessuno riescono tutte quelle cose lì messe insieme)! Chi poteva immaginare che un giorno avremmo urlato in campo il nome di una ragazza allo stesso modo in cui si grida a un compagno… Davvero ragazzi, è stato emozionante, non sto esagerando, la partita con lei ha avuto un sapore del tutto particolare. Peccato soltanto che alla fine sia volata via, così, quasi senza un commento, senza nemmeno farsi la doccia…
E pensare che cinquant’anni fa in Italia non votavano neppure!
Dal vostro inviato on the Avana Road, que viva que viva Polar!!! Più donne nell'Estrella!!!
31 luglio 2007
ElGato Birthday Match
E' con immenso piacere ed un filo di emozione che scrivo questo articolo.
Sabato 4 agosto il vostro El Gato, noto anche come Simone Van Del Sart, compirà 30 anni.
Quale modo migliore per festeggiare questa data così importante se non organizzando una partita con tutti i grandi nomi che hanno condiviso con me questi anni calpestando verdi prati sintetici ed estetici?
Tutta la Estrella Polar è quindi convocata il giorno 4 agosto, alle ore 20:15, prezzo il centro sportivo Calcetto ROAD dove alle ore 20:30 avrà inizio il BirthdayMatch contro una selezione dei giocatori della Coop.VITER impreziosita da alcuni innesti di classe.
A seguire tutti al tavolino per "pizza e birra".
Vi aspetto!!!
PS: verrate sicuramente contattati da Nino al quale ho gia inviato un sms, confermate a lui la vostra presenza e sarà poi sua cura farmi conoscere la vostra disponibilità.
Chiaramente l'invito è estese alle consorti.
29 luglio 2007
Ma quanti premi!!
Luca ha riempito il bagagliaio della black machine di coppe:
- 2° posto Regular Season
- 1° posto Serie A
- Premio "Coppa Disciplina"
- Miglior Portiere - secondo anno consecutivo (per meglio dire miglior difesa, questo premio è di tutta la squadra)
ai quali va aggiunto il secondo posto ai regionali.
Un'Ottima Annata, davvero!!
Bravi ragazzi, un ottimo lavoro!
- 2° posto Regular Season
- 1° posto Serie A
- Premio "Coppa Disciplina"
- Miglior Portiere - secondo anno consecutivo (per meglio dire miglior difesa, questo premio è di tutta la squadra)
ai quali va aggiunto il secondo posto ai regionali.
Un'Ottima Annata, davvero!!
Bravi ragazzi, un ottimo lavoro!
28 luglio 2007
Raccontatemi qualcosa dai...
Com'è andata la premiazione ragazzi? C'era poi Demetrio Albertini a consegnare i premi? E Mino? E' vero che a fine serata su cortese invito dell'assessore è esploso in mille fuochi artificiali cangianti e coloratissimi? E il Gato? C'era il Gato a riscuotere il premio? Si è commosso almeno un pochettino? E pochettino quello vero (Maurì Dalle Luche, ndr) c'era? E Bracco Baldo? E' vero che è venuto alle mani con il ciclope Pandiani per via del titolo di capocannoniere? E' vero che Grassickiy si è dileguato nella notte con il bottino stellare? E le coppe? Ci sono poi entrate tutte nell'Ammiraglia del Grande Capitano? Ma soprattutto: è vero che dopo aver ritirato la quarta coppa della serata per l'Estrella Polar il facinoroso Ferro ha fatto quattro con le dita al Faraoni invitandolo subito dopo previa oscillazione a pendolo delle stesse quattro dita unite a mò di pinna a tornarsene a casa? Raccontatemi qualcosa dai...
24 luglio 2007
Premiazione
Il Meeting Place ha comunicato che la Premiazione avrà luogo venerdì 27 luglio ore 20.30 (ritenendo il bagagliaio del Jeeppone del Gato un pò troppo dispersivo, Mino alla fine ha deciso di farla al Meeting Place). Invito i componenti dell'Estrella Polar a partecipare all'evento numerosi, chi può DEVE andare (io parto domani per il Nord e non ci sono, Luca ha qualche problema e la sua presenza non è certa) e faccia la cortesia di avvertire Luca. Non vorrei che dopo un'annata così non si presentasse nessuno dei nostri, siamo una squadra di classe noi!
Per quanto riguarda l'amichevole caro Gato io potrò solo a fine settimana prossima. Se la volete fare lo stesso... una emerita mazza! Senza di me non si muove una foglia, chiaro?! Vi ho sopportato per un anno intero e adesso si gioca quando lo dico io! Ingrati!
Un saluto a tutti cari estrellini, a presto@
Per quanto riguarda l'amichevole caro Gato io potrò solo a fine settimana prossima. Se la volete fare lo stesso... una emerita mazza! Senza di me non si muove una foglia, chiaro?! Vi ho sopportato per un anno intero e adesso si gioca quando lo dico io! Ingrati!
Un saluto a tutti cari estrellini, a presto@
16 luglio 2007
Amichevole Estiva - parte 1
El Gato scrive:
la facciamo allora questa amichevole di lusso alias "la revencida"?
fatemi sapere come siete messi settimana prossima e, compatibilmente con gli impegni della maggioranza di noi fisseremo ora e data.
Come gia vi dissi come campo direi di scegliere le "colline massesi".
Si fa?
la facciamo allora questa amichevole di lusso alias "la revencida"?
fatemi sapere come siete messi settimana prossima e, compatibilmente con gli impegni della maggioranza di noi fisseremo ora e data.
Come gia vi dissi come campo direi di scegliere le "colline massesi".
Si fa?
03 luglio 2007
Amichevole Di Lusso
Visto che tutto tace, cerco di rianimare l'ambiente.
Gira voce che il torneo non lo abbia vinto, come si dava per scontato, il Tecnik. E' vero?
Comunque, pensavo di organizzare una amichevole estiva di lusso tra Estrella Polar e Coop.Viter (giusto per dire che siamo arrivati ai quarti di finale al Road uscendo solo contro una squadra che schierava tra gli altri Nardini e Sordo..) tra una decina di giorni, indicativamente intorno al 15 luglio, campo neutro alle Colline Massesi.
Che ne dite? chi è disponibile?
Fatevi vivi!
Gira voce che il torneo non lo abbia vinto, come si dava per scontato, il Tecnik. E' vero?
Comunque, pensavo di organizzare una amichevole estiva di lusso tra Estrella Polar e Coop.Viter (giusto per dire che siamo arrivati ai quarti di finale al Road uscendo solo contro una squadra che schierava tra gli altri Nardini e Sordo..) tra una decina di giorni, indicativamente intorno al 15 luglio, campo neutro alle Colline Massesi.
Che ne dite? chi è disponibile?
Fatevi vivi!
26 giugno 2007
Ma alla fine....
....chi cazzo lo ha vinto il torneo? io tifavo idea tenda!
Oh ragazzi, l'avete presa soda la legnata!!! ovvia...un pò di morale, un pò di grinta, un pò di voglia di rivincita!
Luca, mi aspettavo una tua email da vero capitano, piena di fiducia nel futuro.
E tu, Bomber, dove sei finito? ero sicuro di leggere qualche tuo proclama inneggiante all'onore ed alla disciplina!!
Cribbio!!!!! E' tutto finito così nel silenzio? Non ci posso credere, una coppetta eppure l'abbiamo vinta, o no? siamo o no la miglior difesa? cazzarola!!
Che delusione.
Ma soprattutto quando cazzo si va a mangiare, eh? E datevi una svegliata!!
PS: Metronomo contattami via mail, grazie, ho un lavoro per te.
Oh ragazzi, l'avete presa soda la legnata!!! ovvia...un pò di morale, un pò di grinta, un pò di voglia di rivincita!
Luca, mi aspettavo una tua email da vero capitano, piena di fiducia nel futuro.
E tu, Bomber, dove sei finito? ero sicuro di leggere qualche tuo proclama inneggiante all'onore ed alla disciplina!!
Cribbio!!!!! E' tutto finito così nel silenzio? Non ci posso credere, una coppetta eppure l'abbiamo vinta, o no? siamo o no la miglior difesa? cazzarola!!
Che delusione.
Ma soprattutto quando cazzo si va a mangiare, eh? E datevi una svegliata!!
PS: Metronomo contattami via mail, grazie, ho un lavoro per te.
17 giugno 2007
Nudi alla meta
Sono in partenza per Napoli e purtroppo non ho tempo di esprimere in modo compiuto le mie sensazioni (torno tra 10 giorni per cui appena possibile sarà indetta la tanto sospirata cena sociale, che, per quanto se ne dica, rimane il vero obiettivo stagionale della Società!).
Per adesso mi limito a prendere atto dell'addio al calcio stellare del Gato (ahimé) e della grande tristezza del nostro insostituibile Capitano (peraltro dato in rientro dal Kazakistan in notevole anticipo sul previsto, ndr) nonché della grande voglia della squadra di darsi all'alcool!
Essendo un geologo non posso far altro quindi che lasciar sedimentare le mie idee, ma una cosa la voglio dire: anche quest'anno abbiamo fatto un'annata superlativa dimostrando di essere una squadra con la s maiuscola. Secondi in Campionato e primi in Serie A con in più la ciliegina della finale dei Regionali. Io vedo un'altra grande stagione, molto bella proprio perché sempre lottata con le nostre forze di vecchietti che non si arrendono!
L'unico piccolo rammarico è non aver avuto la possibilità di giocare la rivincita contro Tecnik e dimostrare che quest'anno non siamo inferiori a nessuno. Ma è andata così e un pò mi dispiace pure per i giocatori di Idea Tenda. Già. Perché un giorno andranno in giro a raccontare di aver eliminato l'Estrella Polar nei quarti di finale, ma nessuno, neppure Mino, gli crederà...
L'Estrella Polar è un sogno
Per adesso mi limito a prendere atto dell'addio al calcio stellare del Gato (ahimé) e della grande tristezza del nostro insostituibile Capitano (peraltro dato in rientro dal Kazakistan in notevole anticipo sul previsto, ndr) nonché della grande voglia della squadra di darsi all'alcool!
Essendo un geologo non posso far altro quindi che lasciar sedimentare le mie idee, ma una cosa la voglio dire: anche quest'anno abbiamo fatto un'annata superlativa dimostrando di essere una squadra con la s maiuscola. Secondi in Campionato e primi in Serie A con in più la ciliegina della finale dei Regionali. Io vedo un'altra grande stagione, molto bella proprio perché sempre lottata con le nostre forze di vecchietti che non si arrendono!
L'unico piccolo rammarico è non aver avuto la possibilità di giocare la rivincita contro Tecnik e dimostrare che quest'anno non siamo inferiori a nessuno. Ma è andata così e un pò mi dispiace pure per i giocatori di Idea Tenda. Già. Perché un giorno andranno in giro a raccontare di aver eliminato l'Estrella Polar nei quarti di finale, ma nessuno, neppure Mino, gli crederà...
L'Estrella Polar è un sogno
16 giugno 2007
Good Bye Estrella
Anche per quest'anno è andata. Peggio degli scorsi anni purtroppo.
Ora...speravo di salutare l'EstrellaPolar dopo la vittoria della finale del torneo, alzando la coppa al cielo, ma purtroppo ieri sera è andata come è andata, per cui la mia ultima partita con la Estrella è stata proprio questo disgraziato quarto di finale.
Questa sconfitta non ha nessun peso nella mia decisione (ma solo accresce il dispiacere), avevo gia deciso prima di iniziare il torneo di quest'anno, e per questo tenevo particolarmente a vincere.
Purtroppo siamo arrivati in fondo davvero stanchi e abbiamo pagato il prezzo di una stagione davvero bella ma dispendiosa.
Nell'ultimo mese, io personalmente ho accusato davvero la stanchezza e sono venuti a galla un sacco di problemi fisici, è un mese che vado avanti ad intidolorifici ed antinfiammatori, davvero non ho più l'età per queste cose, non sono più GGiovane!!
Ho deciso che mi devo dare una regolata, per cui per il prossimo anno giocherò solo il torneo con la VITER (che cambierà nome in Ride.Sign), che sarà un pò la mia pensione attiva di "calciatore" oltre ad impegnarmi come manager in stile fergusoniano!
Parlando di ieri sera non credo ci siano molte cose da dire: al di là dei nostri errori di ieri sera (e delle ultime partite) credo che l'errore più importante sia stato fatto ad inizio anno, quando non si è voluta ampliare la rosa con almeno altri 3 giocatori (se non 4) ed arrivare ad una lista di 13-14 giocatori.
Purtroppo non si può affrontare un campionato tanto lungo con i giocatori contati: poi infortuni e l'inevitabile stanchezza psico-fisica si pagano proprio quando arrivano le partite che contano.
Ieri sera è stato l'apice: giocatori contati, Giammino a mezzo servizio, e tutti, dico tutti, abbiamo clamorosamente mancato di lucidità. Palle perse a go-gò, passaggi semplici sbagliati in modo allucinante, io ho fatto la mia cappellata sul primo gol, e così via...
Se poi ci mettiamo che abbiamo giocato contro una squadra di ragazzini fisici, allenati e con grandi polmoni (e la giusta dose di culo) il quadro è completo.
Io penso che sia assurdo per una squadra che vuole vincere il campionato giocare i quarti di finale con gli uomini contati. Questo è l'errore di impostazione da cui discendono tutti gli errori.
Ho ancora il rammarico per ieri sera, la sensazione che avrei potuto fare di più, meno errori, ma questo è il calcio, giusto? e a noi piace anche per questo.
Ora Nino, organizza la cena, che serve una buona dose di birra!!!
13 giugno 2007
Torna presto Capitano!
Solo per augurare al grande Capitano un buon viaggio e un'ottima permanenza in Kazakistan!!!
Ps Al resto infatti ci ha già pensato quel grande diplomatico di Mino che, di fronte alla richiesta di spostamento al 25 della eventuale finale, ha ribattuto con grande calma e savoir faire: saranno kazi vostri!
PPs Senti Luca, a me questa scelta di Gianmaria Presidente non mi convince mica, anzi, se te la devo dire tutta... proprio per niente! Quando lo chiami assume tutto un tono che lo devi sentire, è tutto lui, sembra di parlare con Buttiglione! E poi scusa ma che figura ci facciamo con tutti quei catenoni e quegli ammennicoli che si porta appresso, che penserà la gente di noi... ma non era meglio allora eleggere un rappresentante super partes, puramente simbolico se vuoi ma che fosse un pò più al passo coi tempi che so... fammi pensare... una donna per esempio, perchè no, scelta magari tra le poche che vengono a vedere le nostre partite, una di polso... vediamo... ecco... si potrebbe... vabbè, vabbè, inutile farla lunga, in realtà io un'idea ce l'ho già: che ne dite della Lady di Ferro?
PPPs Ma sarò scemo?
Ti regaleremo la Coppa caro Capitano, torna presto!!!
Ps Al resto infatti ci ha già pensato quel grande diplomatico di Mino che, di fronte alla richiesta di spostamento al 25 della eventuale finale, ha ribattuto con grande calma e savoir faire: saranno kazi vostri!
PPs Senti Luca, a me questa scelta di Gianmaria Presidente non mi convince mica, anzi, se te la devo dire tutta... proprio per niente! Quando lo chiami assume tutto un tono che lo devi sentire, è tutto lui, sembra di parlare con Buttiglione! E poi scusa ma che figura ci facciamo con tutti quei catenoni e quegli ammennicoli che si porta appresso, che penserà la gente di noi... ma non era meglio allora eleggere un rappresentante super partes, puramente simbolico se vuoi ma che fosse un pò più al passo coi tempi che so... fammi pensare... una donna per esempio, perchè no, scelta magari tra le poche che vengono a vedere le nostre partite, una di polso... vediamo... ecco... si potrebbe... vabbè, vabbè, inutile farla lunga, in realtà io un'idea ce l'ho già: che ne dite della Lady di Ferro?
PPPs Ma sarò scemo?
Ti regaleremo la Coppa caro Capitano, torna presto!!!
08 giugno 2007
Sprovveduti! (Uno Strano Pentito)
Io non so se in natura succeda davvero, e nel caso se sia cosa frequente o rara, fatto stà che il famigerato Faraoni… ha cantato!
Ma facciamo un passo indietro: quando l’altra sera è finita la partita con il Tecnik non ci siamo buttati in disamine approfondite perché la sconfitta è stata così schiacciante che davvero c’era poco da star lì a menare il can per l’aia. Una cosa però il vostro tattico l’ha detta subito (e ribadita nello scorso post): questi sapevano benissimo come giocare e come metterci in difficoltà. Apriti cielo! Non avevo ancora finito la frase che il Baldo ha cominciato a dire ma no, ma no, figurati se loro son stati lì a studiare la partita e bla bla blà e bla bla blà…
Ebbene: ieri sera sono andato al Fescione a giocare la semifinale del torneo a 8. Nella squadra in cui gioco (poco e solo con il corpo, visto che la mia casa è l’Estrella Polar e lì abita il mio cuore) c’è anche il Faraoni e ieri sera negli spogliatoi prima della partita fingendomi distaccato e quasi disinteressato gli ho spillato qualche informazione utile (se non altro a schiarire le idee a qualche toro duro come il tarso) sulla partita che abbiamo perso 6-2. Figuriamoci, non aspettava altro visto che sembra sia stato proprio lui a suggerire la tattica da usare contro di noi. Lo strano pentito mi ha detto che hanno usato le stesse armi di quando hanno vinto per 5-0. Quella partita, finita in quel modo del tutto inaspettato anche per loro, gli ha dato la conferma che quella era la strada giusta. E così hanno ribadito.
Per prima cosa il pentito ha confessato che la punta (Alessio) e la mezza punta (Frank) non sono stati convocati di proposito (pur essendo Frank considerato il maggior talento della squadra) perché pur essendo molto forti fanno casino e si beccano tra loro e con il numero 9. La tattica usata contro di noi parte addirittura dalla scelta dei giocatori, pensate un po’! Fuori due dei tre casinisti e dentro gente fisicamente forte (ma anche tecnicamente eccheccavolo!) e senza tante moine e personalismi. Ma questo è ancora niente, il bello deve ancora venire!
Eh già perché vistosi assecondato il Faraoni ha proseguito nella disamina ed è addirittura arrivato a fare nomi e cognomi (e per questo si è beccato la querela per plagio da parte di Ligabue, ndr). E allora amici miei provate un po’ ad indovinare il primo nome qual è stato? Indovinate un po’? Provate! Beh, visto che tergiversate, ve lo dico io il primo nome della lista, evidentemente per loro l’uomo più temuto, il pericolo numero uno: Marco Baldini, sissignori, nome e cognome, Marco Baldini! Proprio lui amici miei, il nostro bomber, quello che dice che gli altri non studiano le partite, proprio lui!
Nella seconda partita di campionato vinta da noi per 2-1 non erano riusciti a contenerlo ed evidentemente destava in loro una certa apprensione (immaginasse in noi!). E qui viene il bello. Non potendo facilmente fermarlo cos’hanno pensato di fare? La cosa più semplice di questo mondo, non fargli arrivare il pallone! Così hanno cercato di bloccare le nostre fonti di gioco ed ecco così spuntare il secondo nome, questo senza cognome perché ormai totalmente familiare (il Faraoni sapeva anche quanto pesa la catenona che porta al collo e chi è il suo barbiere pensate un po’!): GianMaria. Hanno visto che tanti palloni arrivavano da lì così sono andati diritti alla fonte.
Il resto è storia di ieri. L’aggressione a tutto campo che loro hanno messo in atto a cominciare dalla loro punta (che poi in realtà era il regista) ci ha messo tutti quanti in grossa difficoltà (anche loro però esagerati, se ce l’avevano col Baldo e Giammino non vedo perché prendersela pure con noi, che c’entravamo noi dico io!). A centrocampo ci hanno annichilito (certo la serataccia dei nostri centrocampisti è di quelle memorabili, mai vista quest’anno una cosa simile) e lì hanno stravinto la partita.
Come vedete già così ci sarebbe di che discutere, ma una cosa è certa: siamo degli sprovveduti!
Adesso ieri sera dopo che avevo raccontato nello spogliatoio un po’ di queste gustose cosette GianMaria mi viene a dire in tono dimesso, quasi rassegnato: ho capito Nino ma noi cosa possiamo fare? come se noi non avessimo alternative e non potessimo prendere contromisure adeguate. Mi viene da ridere.
Io gioco in mezzo al campo da prima che lui nascesse, e anzi se lo volete sapere ci sono proprio nato io in mezzo al campo -è un segreto questo che custodivo gelosamente e adesso sapete che la corsa di mia mamma all’ospedale non è stata così veloce come abbisognava. Ma questa è un’altra storia.
In questi campi a 7 con la gente che circola non mi spaventa nessuno. La mia non è presunzione ma la consapevolezza, maturata in quasi 20 anni di esperienza in cui abbiamo vinto diversi tornei, che di fenomeni non ce ne sono. Ci sono ottimi giocatori che se li lasci giocare come vogliono loro sono cavoli, ma se gli togli spazio e magari non sono al 100% possono pure andare in grossa crisi e uscirci pazzi. Senza andare lontano basta guardare che fine hanno fatto l’altra sera Giammino e Daniele. Secondo voi è facile marcare Giammino e Daniele quando stanno bene? Quando corrono e sono cattivi come quasi sempre è successo quest’anno? No di certo e sicuramente non è più facile che marcare il loro 5 e il loro 9. L’altra sera la differenza l’ha fatta la cattiveria, ci hanno mangiato. E che, noi non ce l’abbiamo la cattiveria? Siamo forse delle ballerine? Dei mammalucchi? Se arriviamo in finale la nostra deve essere una battaglia all’ultimo respiro, si prenderanno colpi e se ne daranno, ogni palla deve essere giocata come fosse l’ultima. Non voglio vedere mollaccioni, non voglio vedere errori banali, quando serve voglio vedere la palla in tribuna. Chi non ce la fa deve chiedere il cambio e chi chiede il cambio deve proprio non farcela più! Quella non deve essere solo una partita ma deve essere la madre di tutte le partite! Fuori le palle (non in tribuna però)!
Postilla: solo per dire che Mino non è intenzionato a spostare la finale del 22 al 25. Poiché ci sta che sia Luca che il sottoscritto mancheranno, direi di mettere da subito in preallarme Riccardo Lapi. Tra l’altro per un fatto personale mi piacerebbe che fosse aggregato al gruppo anche per i quarti e la semifinale. E’ sempre stato disponibile quando abbiamo avuto bisogno e meriterebbe di giocare il finale di stagione con noi (sempre che possa e venga volentieri naturalmente). Questo però decidiamolo tutti insieme, non voglio creare confusione. Tra l’altro è un giocatore con delle caratteristiche che nessuno della nostra squadra ha (e che a me piace particolarmente) per cui averlo sulla destra sarebbe il massimo perché ci permetterebbe di attaccare con due uomini senza dover sguarnire il centrocampo. Pensiamoci, ma non troppo.
Que viva, que viva Estrella Polar! A ganàr!
Ma facciamo un passo indietro: quando l’altra sera è finita la partita con il Tecnik non ci siamo buttati in disamine approfondite perché la sconfitta è stata così schiacciante che davvero c’era poco da star lì a menare il can per l’aia. Una cosa però il vostro tattico l’ha detta subito (e ribadita nello scorso post): questi sapevano benissimo come giocare e come metterci in difficoltà. Apriti cielo! Non avevo ancora finito la frase che il Baldo ha cominciato a dire ma no, ma no, figurati se loro son stati lì a studiare la partita e bla bla blà e bla bla blà…
Ebbene: ieri sera sono andato al Fescione a giocare la semifinale del torneo a 8. Nella squadra in cui gioco (poco e solo con il corpo, visto che la mia casa è l’Estrella Polar e lì abita il mio cuore) c’è anche il Faraoni e ieri sera negli spogliatoi prima della partita fingendomi distaccato e quasi disinteressato gli ho spillato qualche informazione utile (se non altro a schiarire le idee a qualche toro duro come il tarso) sulla partita che abbiamo perso 6-2. Figuriamoci, non aspettava altro visto che sembra sia stato proprio lui a suggerire la tattica da usare contro di noi. Lo strano pentito mi ha detto che hanno usato le stesse armi di quando hanno vinto per 5-0. Quella partita, finita in quel modo del tutto inaspettato anche per loro, gli ha dato la conferma che quella era la strada giusta. E così hanno ribadito.
Per prima cosa il pentito ha confessato che la punta (Alessio) e la mezza punta (Frank) non sono stati convocati di proposito (pur essendo Frank considerato il maggior talento della squadra) perché pur essendo molto forti fanno casino e si beccano tra loro e con il numero 9. La tattica usata contro di noi parte addirittura dalla scelta dei giocatori, pensate un po’! Fuori due dei tre casinisti e dentro gente fisicamente forte (ma anche tecnicamente eccheccavolo!) e senza tante moine e personalismi. Ma questo è ancora niente, il bello deve ancora venire!
Eh già perché vistosi assecondato il Faraoni ha proseguito nella disamina ed è addirittura arrivato a fare nomi e cognomi (e per questo si è beccato la querela per plagio da parte di Ligabue, ndr). E allora amici miei provate un po’ ad indovinare il primo nome qual è stato? Indovinate un po’? Provate! Beh, visto che tergiversate, ve lo dico io il primo nome della lista, evidentemente per loro l’uomo più temuto, il pericolo numero uno: Marco Baldini, sissignori, nome e cognome, Marco Baldini! Proprio lui amici miei, il nostro bomber, quello che dice che gli altri non studiano le partite, proprio lui!
Nella seconda partita di campionato vinta da noi per 2-1 non erano riusciti a contenerlo ed evidentemente destava in loro una certa apprensione (immaginasse in noi!). E qui viene il bello. Non potendo facilmente fermarlo cos’hanno pensato di fare? La cosa più semplice di questo mondo, non fargli arrivare il pallone! Così hanno cercato di bloccare le nostre fonti di gioco ed ecco così spuntare il secondo nome, questo senza cognome perché ormai totalmente familiare (il Faraoni sapeva anche quanto pesa la catenona che porta al collo e chi è il suo barbiere pensate un po’!): GianMaria. Hanno visto che tanti palloni arrivavano da lì così sono andati diritti alla fonte.
Il resto è storia di ieri. L’aggressione a tutto campo che loro hanno messo in atto a cominciare dalla loro punta (che poi in realtà era il regista) ci ha messo tutti quanti in grossa difficoltà (anche loro però esagerati, se ce l’avevano col Baldo e Giammino non vedo perché prendersela pure con noi, che c’entravamo noi dico io!). A centrocampo ci hanno annichilito (certo la serataccia dei nostri centrocampisti è di quelle memorabili, mai vista quest’anno una cosa simile) e lì hanno stravinto la partita.
Come vedete già così ci sarebbe di che discutere, ma una cosa è certa: siamo degli sprovveduti!
Adesso ieri sera dopo che avevo raccontato nello spogliatoio un po’ di queste gustose cosette GianMaria mi viene a dire in tono dimesso, quasi rassegnato: ho capito Nino ma noi cosa possiamo fare? come se noi non avessimo alternative e non potessimo prendere contromisure adeguate. Mi viene da ridere.
Io gioco in mezzo al campo da prima che lui nascesse, e anzi se lo volete sapere ci sono proprio nato io in mezzo al campo -è un segreto questo che custodivo gelosamente e adesso sapete che la corsa di mia mamma all’ospedale non è stata così veloce come abbisognava. Ma questa è un’altra storia.
In questi campi a 7 con la gente che circola non mi spaventa nessuno. La mia non è presunzione ma la consapevolezza, maturata in quasi 20 anni di esperienza in cui abbiamo vinto diversi tornei, che di fenomeni non ce ne sono. Ci sono ottimi giocatori che se li lasci giocare come vogliono loro sono cavoli, ma se gli togli spazio e magari non sono al 100% possono pure andare in grossa crisi e uscirci pazzi. Senza andare lontano basta guardare che fine hanno fatto l’altra sera Giammino e Daniele. Secondo voi è facile marcare Giammino e Daniele quando stanno bene? Quando corrono e sono cattivi come quasi sempre è successo quest’anno? No di certo e sicuramente non è più facile che marcare il loro 5 e il loro 9. L’altra sera la differenza l’ha fatta la cattiveria, ci hanno mangiato. E che, noi non ce l’abbiamo la cattiveria? Siamo forse delle ballerine? Dei mammalucchi? Se arriviamo in finale la nostra deve essere una battaglia all’ultimo respiro, si prenderanno colpi e se ne daranno, ogni palla deve essere giocata come fosse l’ultima. Non voglio vedere mollaccioni, non voglio vedere errori banali, quando serve voglio vedere la palla in tribuna. Chi non ce la fa deve chiedere il cambio e chi chiede il cambio deve proprio non farcela più! Quella non deve essere solo una partita ma deve essere la madre di tutte le partite! Fuori le palle (non in tribuna però)!
Postilla: solo per dire che Mino non è intenzionato a spostare la finale del 22 al 25. Poiché ci sta che sia Luca che il sottoscritto mancheranno, direi di mettere da subito in preallarme Riccardo Lapi. Tra l’altro per un fatto personale mi piacerebbe che fosse aggregato al gruppo anche per i quarti e la semifinale. E’ sempre stato disponibile quando abbiamo avuto bisogno e meriterebbe di giocare il finale di stagione con noi (sempre che possa e venga volentieri naturalmente). Questo però decidiamolo tutti insieme, non voglio creare confusione. Tra l’altro è un giocatore con delle caratteristiche che nessuno della nostra squadra ha (e che a me piace particolarmente) per cui averlo sulla destra sarebbe il massimo perché ci permetterebbe di attaccare con due uomini senza dover sguarnire il centrocampo. Pensiamoci, ma non troppo.
Que viva, que viva Estrella Polar! A ganàr!
05 giugno 2007
A’ l’è amara ma al vó buta!
Cari amici, ararara!
Per quello che riguarda la gara di ieri sera, inutile dire che non siamo stati all’altezza delle nostre possibilità, il 6-2 finale la dice lunga su quello che siamo riusciti a combinare. O meglio, a non combinare. Detto che in queste partite certi gravi errori si pagano a caro prezzo, secondo me dobbiamo metterci nell’ottica di cambiare qualcosa in vista della possibile finale contro la Tecnik.
Io ho trovato una squadra che gioca in modo molto diverso rispetto a quella affrontata in campionato nella prima fase. Quella era una squadra con una punta vera, una mezza punta ed un regista puro. Ieri sera la punta e la mezza punta addirittura non c’erano ed il regista, sfruttando la sua abilità nel nascondere la palla, faceva la punta d’appoggio per gli inserimenti dei centrocampisti. E qui cominciano le dolenti note. In mezzo al campo non ci abbiamo capito quasi niente e loro hanno fatto quello che hanno voluto. Per curiosità mi sono riletto la cronaca della partita persa contro di loro per 5-0 e mi sembra che potrebbe benissimo essere la cronaca della partita di ieri. E questo è un male, perché se errare è umano perseverare è diabolico!
Quella di ieri sera mi ha ricordato molto certe partite contro i carrarini che l’anno scorso hanno vinto il torneo. Correvano di più, più velocemente, arrivavano sempre prima sulla palla, tiravano più forte di noi. Detta così è impietosa, sembra una squadra più forte e forse davvero è così. Però nel calcio non sempre il più forte vince. Ne abbiamo perse due allo stesso modo vediamo di non farci trovare impreparati alla terza gara. Si può perdere ma non in questo modo senza capirci letteralmente una mazza!
Premettendo che con le gambe e la testa di ieri sera si potrebbe cambiare modulo tremila volte e il risultato non cambierebbe, si potrebbe provare a cambiare qualcosa a livello tattico. Io dico: strambiamo!
Ricominciamo da loro. Abbiamo individuato i loro punti di forza, cerchiamo di sfruttare questa conoscenza a nostro vantaggio. Sono molto forti in mezzo al campo? Non facciamoli giocare, non permettiamogli di prendere la palla e giocarla tranquillamente con la faccia rivolta verso la nostra porta. Dobbiamo braccarli e fargli perdere quella sicurezza che hanno dimostrato ieri sera. Inutile dire che Domé sarebbe l’ideale, ma tutti sappiamo come stanno le cose. Quindi. Io potrei tornare in mezzo al campo, nel cuore della battaglia, per vedere di contrastare soprattutto il loro regista da cui passano quasi tutte le azioni della squadra (dato che non posso eguagliare la mole del Moriconi se vi può rincuorare posso mettermi una parrucca e lasciarmi crescere il pizzetto per assomigliargli almeno un po’ di più, ditemi anche voi). Questa mossa (che ieri sera ha restituito se non altro un po’ di vivacità alla squadra) avrebbe altri effetti positivi. A sinistra loro giocano con Faraoni che secondo me diventa assai noioso se ha un punto di riferimento, un uomo da marcare. Negli spazi con la palla si perde un po’ per cui è inutile tenere un centrocampista con altre caratteristiche come me a correre dietro al veloce Faraoni (al massimo potrei pensare di correre dietro a qualche faraona, al massimo!). Sulla nostra fascia destra noi perdiamo una fonte di gioco loro soltanto un volatile: non ci sto!
Questa mossa comporterebbe lo spostamento di Daniele sull’esterno, ruolo peraltro che ricopre egregiamente. Il vantaggio di averlo in quella posizione (mi piacerebbe per esempio provarlo a destra, da dove potrebbe rientrare per il tiro mancino e da dove secondo me metterebbe in difficoltà il Faraoni) è quello di avere un giocatore che sa lanciare e difendere palla benissimo in partenza d’azione. Senza contare che da quella posizione a volte riesce a saltare l’uomo e a farsi palla al piede 30 metri di campo per arrivare al tiro.
Questa è soltanto la prima mossa (da provare comunque fin da giovedì), altre soluzioni (Massi Ferro seconda punta, Bertonelli centravanti cercato insistentemente con lanci lunghi) comportano maggiori correttivi e devo ancora studiarci…
Se avete suggerimenti (e li dovete avere, non ci credo che nessuno abbia uno straccio di idea!) scrivete a torbengrael@lunarossa.prada.com. Scrivete, scrivete, scrivete…
Per quello che riguarda la gara di ieri sera, inutile dire che non siamo stati all’altezza delle nostre possibilità, il 6-2 finale la dice lunga su quello che siamo riusciti a combinare. O meglio, a non combinare. Detto che in queste partite certi gravi errori si pagano a caro prezzo, secondo me dobbiamo metterci nell’ottica di cambiare qualcosa in vista della possibile finale contro la Tecnik.
Io ho trovato una squadra che gioca in modo molto diverso rispetto a quella affrontata in campionato nella prima fase. Quella era una squadra con una punta vera, una mezza punta ed un regista puro. Ieri sera la punta e la mezza punta addirittura non c’erano ed il regista, sfruttando la sua abilità nel nascondere la palla, faceva la punta d’appoggio per gli inserimenti dei centrocampisti. E qui cominciano le dolenti note. In mezzo al campo non ci abbiamo capito quasi niente e loro hanno fatto quello che hanno voluto. Per curiosità mi sono riletto la cronaca della partita persa contro di loro per 5-0 e mi sembra che potrebbe benissimo essere la cronaca della partita di ieri. E questo è un male, perché se errare è umano perseverare è diabolico!
Quella di ieri sera mi ha ricordato molto certe partite contro i carrarini che l’anno scorso hanno vinto il torneo. Correvano di più, più velocemente, arrivavano sempre prima sulla palla, tiravano più forte di noi. Detta così è impietosa, sembra una squadra più forte e forse davvero è così. Però nel calcio non sempre il più forte vince. Ne abbiamo perse due allo stesso modo vediamo di non farci trovare impreparati alla terza gara. Si può perdere ma non in questo modo senza capirci letteralmente una mazza!
Premettendo che con le gambe e la testa di ieri sera si potrebbe cambiare modulo tremila volte e il risultato non cambierebbe, si potrebbe provare a cambiare qualcosa a livello tattico. Io dico: strambiamo!
Ricominciamo da loro. Abbiamo individuato i loro punti di forza, cerchiamo di sfruttare questa conoscenza a nostro vantaggio. Sono molto forti in mezzo al campo? Non facciamoli giocare, non permettiamogli di prendere la palla e giocarla tranquillamente con la faccia rivolta verso la nostra porta. Dobbiamo braccarli e fargli perdere quella sicurezza che hanno dimostrato ieri sera. Inutile dire che Domé sarebbe l’ideale, ma tutti sappiamo come stanno le cose. Quindi. Io potrei tornare in mezzo al campo, nel cuore della battaglia, per vedere di contrastare soprattutto il loro regista da cui passano quasi tutte le azioni della squadra (dato che non posso eguagliare la mole del Moriconi se vi può rincuorare posso mettermi una parrucca e lasciarmi crescere il pizzetto per assomigliargli almeno un po’ di più, ditemi anche voi). Questa mossa (che ieri sera ha restituito se non altro un po’ di vivacità alla squadra) avrebbe altri effetti positivi. A sinistra loro giocano con Faraoni che secondo me diventa assai noioso se ha un punto di riferimento, un uomo da marcare. Negli spazi con la palla si perde un po’ per cui è inutile tenere un centrocampista con altre caratteristiche come me a correre dietro al veloce Faraoni (al massimo potrei pensare di correre dietro a qualche faraona, al massimo!). Sulla nostra fascia destra noi perdiamo una fonte di gioco loro soltanto un volatile: non ci sto!
Questa mossa comporterebbe lo spostamento di Daniele sull’esterno, ruolo peraltro che ricopre egregiamente. Il vantaggio di averlo in quella posizione (mi piacerebbe per esempio provarlo a destra, da dove potrebbe rientrare per il tiro mancino e da dove secondo me metterebbe in difficoltà il Faraoni) è quello di avere un giocatore che sa lanciare e difendere palla benissimo in partenza d’azione. Senza contare che da quella posizione a volte riesce a saltare l’uomo e a farsi palla al piede 30 metri di campo per arrivare al tiro.
Questa è soltanto la prima mossa (da provare comunque fin da giovedì), altre soluzioni (Massi Ferro seconda punta, Bertonelli centravanti cercato insistentemente con lanci lunghi) comportano maggiori correttivi e devo ancora studiarci…
Se avete suggerimenti (e li dovete avere, non ci credo che nessuno abbia uno straccio di idea!) scrivete a torbengrael@lunarossa.prada.com. Scrivete, scrivete, scrivete…
31 maggio 2007
FORZA RAGAZZI!
Forza ragazzi!
Tutta Milano è con voi! In piazza Duomo c'è un maxischermo per la diretta della partita, ma io la seguirò da solo con panino con frittata e cipolle (rutto libero) in silenzio e concentrazione su Radio Blu.
Vostvo Fevvo.
Tutta Milano è con voi! In piazza Duomo c'è un maxischermo per la diretta della partita, ma io la seguirò da solo con panino con frittata e cipolle (rutto libero) in silenzio e concentrazione su Radio Blu.
Vostvo Fevvo.
26 maggio 2007
Tutto ed il contrario di tutto - 2007 - Regia: EstrellaPolar
Torna in voga il cinema dell'assurdo in questa pellicola messa in scena e confezionata in modo originale da un gruppo di amici-registi-attori provenienti da ogni parte del mondo. Un team stellare che da vita ad una commedia tragicomica, avvincente coi suoi numerosi e mai banali colpi di scena e situazioni al limite del surreale, un pò sulla scia di jim jarmusch, ma rivisitata con accenni a diversi generi cinematografici, dall'horror alle grandi produzioni hollywoodiane.
Fa da sfondo alle riprese un verde prato in erba estetica, dove cozzano ma si fondono in un alchimia vincente le diverse esperienze, i diversi caratteri dei vari personaggi.
Vengono messi in luce in modo naturale ma ben dettagliato i lati positivi e negativi di tutti i componenti con le loro contraddizioni ma emerge alla fine la forza del gruppo, che coeso da un nobile obiettivo comune, raggiunge l'agognato traguardo.
Si parte quindi da una struttura semplice e collaudata, senza pretese di una trama rivoluzionaria, ma tutto assume un carattere così poetico che è inevitabile affezionarsi e riconoscersi nei personaggi e nella storia, e quello che ne esce è un film godibile, un'ora carica di emozioni forti.
Il punto di partenza è quello di un gruppo di persone che ritrovatesi grandi, più grandi di quello che forse ritengono di essere e meritare, iniziano a sentire il peso di questo fardello fatto sia di responsabilità ma anche di invidia altrui, che finisce con incrinare la fiducia nei proprio mezzi. Troviamo quindi questi ragazzi compiere errori chiaramente madornali, quasi inverosimili, colpiti pure da una buona di dose di sfortuna (o di fortuna altrui) che vacillano incredulo, non riuscendo a darsi una spiegazione di ciò che succede. Si giunge quindi ad una pausa della azione vera e propria, il ritmo rallenta per dare spazio al momento della riflessione e del confronto: il ricordo di quello che si era, la constatazione di ciò che insieme questi giovani amici hanno saputo creare scuotono gli animi dei protagonisti che sembrano davvero risolvere e sbrogliare la situazione negativa in cui si erano venuti a trovare. E qui accade quello che non ti aspetti: invece di una inarrestabile quanto scontata rivincita, al posto di una cavalcata verso la vittoria in un crescendo rossiniano il fato avverso ci mette ancora lo zampino, facendo precipitare attori e spettatori in un turbine di emozioni fatte di sfiducia e scoraggiamento, fino all'autolesionismo. Sembra il punto di non ritorno, i volti sono sconsolari e rassegnati, ma ancora una volta, come nella vita reale di ognuno di noi, accade qualcosa, un piccolo particolare, un segno, una luce che si illumina negli occhi di ognuno e che accenda la consapevolezza di potercela fare anche quando la ragione porterebbe a dire che è troppo tardi.
Si sente emergere nei protagonisti la forza data dalla consapevolezza dei proprio mezzi, una coscienza che fino ad allora, nonostante tutto, era rimasta incompresa a loro stessi, ed è qui che il film cambia ritmo accelerando ancora di più, ed i 4 minuti finali sanno fondere insieme l'adrenalina di un inseguimento lungo le strade di san francisco e le epiche battaglie di braveheart.
Se il finale è fondamentalmente scontato, è il modo in cui ci si arriva che lo rende piacevolmente inatteso, e viene accolto come una vera liberazione, sintomo della fusione tra spettatore e pellicola.
In definitiva un film che andrebbe rivisto più e più volte, al quale si perdonano volentieri errori di regia e una trama non trascendentale.
Uno spaccato di vita reale con una morale semplice ma efficace, un film in cui si vuole dimostrare come diversità e contrapposizioni, rabbia e delusione possono essere sempre convertite in qualcosa di positivo.
I sette attori e registri fanno la loro parte in modo egregio, e speriamo davvero si sappiano comfermare a questi livelli anche con le prossime pellicole.
La scheda:
Tutto ed il contrario di tutto
Maggio 2007
Regia e produzione: Estrella Polar
Co-produzione: SeventySeven
Attori principali:
El Gato Delsartiescu, M. Baldiňo, P. Grassisky, M. Dale Luçhe, R. Lapis, D. Cagnonicenko, L. Bertonelli
Distribuzione: Meeting Place
23 maggio 2007
veramente?
Aaaahhh! Ma veramente abbiamo perso 5-0?????
Io pensavo che simone raccontasse della partita dell'altro torneo che sta facendo e lo volevo prendere per il culo....
Minchia! Che è successo?
Io pensavo che simone raccontasse della partita dell'altro torneo che sta facendo e lo volevo prendere per il culo....
Minchia! Che è successo?
I Grandi Numeri
Per la legge (non scritta) dei grandi numeri doveva arrivare questa prima sconfitta per la Estrella Polar. E visto che siamo una grande squadra, con un grande cuore e dei grandi giocatori abbiamo fatto le cose in grande, quindi ci voleva una grande sconfitta. Un'altra legge non scritta del calcio dice che dopo una grande prestazione in CienzLig è altamente probabile una prestazione inversamente proporzionale in campionato. Ecco il perchè scientifico del 5 - 0 contro Tecnik. Come si direbbe se fossimo all'oratorio: 5 pappine!
Sconfitta maturata prima di tutto dal punto di vista mentale, causata da una sorta di saturazione psicologica, che si è inevitabilmente riflessa sul piano più prettamente atletico: il risultato è che loro ci hanno creduto di più, avevano forse più motivazioni e di conseguenza hanno corso di più.
Noi assenti dal gioco e anche quando potevamo risollevarci la sfortuna ha remato contro: per due volte siamo arrivati vicini al gol ed abbiamo invece subito due contropiedi finalizzati con le reti del 2-0 (nel primo tempo) e del 4-0 (nel secondo tempo) da parte della squadra in maglia nera.
Per stessa ammissione degli avversari il gol dell'eventuale 1-1 avrebbe cambiato molte cose, ma purtroppo così non è stato. Loro bravissimi a non farci giocare, noi troppo molli e disuniti, in tutti i reparti.
Una partita così capita e forse alla fine è giusto che sia capitata contro di loro.
La società ha giustamente dato il pieno appoggio al mister, che può lavorare con tranquillità nella preparazione della partita di campionato di questo venerdì e soprattutto in vista delle semifinali di Cienz sabato e mercoledì prossimo.
Un vero tour de force che metterà a dura prova i ragazzi del patron Bertonelli.
dedicato a chi ci arbitra
Dato che questa sconfitta mi brucia in modo particolare, prima di scrivere della partita in se, vorrei dedicare due righe all'arbitro di stasera, che dal profondo della sua ignoranza e col suo comportamento ha decretato che non esistono più falli sul portiere, benchè il regolamento si esprima in modo diverso. (è un modo diverso per dire che avevo ragione io ad incazzarmi tanto per il 3-0...)
La regola dice:
Il portiere sarà considerato in possesso del pallone se lo avrà toccato con una qualsiasi parte delle mani o delle braccia. È ugualmente in possesso del pallone nel momento in cui lo fa rimbalzare intenzionalmente sulle mani o sulle braccia.
Detto questo me ne vado a letto, domani sbollita la rabbia scriverò qualcosa di più di questo mesto 5-0 subito senza attenuanti.
Detto questo vinciamo la partite che mancano e prepariamoci per vincere il torneo.
19 maggio 2007
Life on Mars, part III - Alla Ricerca del Tempo Perduto
L’Estrella Polar scende in campo con Riccardo tra i pali (che indossa la maglia della Zivilivisis, incredibile amisci!), Pietro a destra, Luca al centro, Maurì sulla sinistra, Nino e Giammino in mezzo al campo con quest’ultimo un po’ più arretrato a fare da playmaker per predisposizione naturale et inguinale e il Baldo davanti a rompere le scatole a tutti, compagni compresi. Massi Ferro, che non si allena da tempo ed è in condizioni fisiche precarie, viene inserito come sbandieratore nel gruppo degli animatori della gara tra ragazze pon pon, saltimbanchi, trampolieri e giocolieri d’ogni risma. Il suo ruolo è quello di correre sulla fascia facendo volteggiare e all’occorrenza trionfare una piccola bandiera rossa -del tutto simile a quelle utilizzate di solito dai guardalinee nelle partite di calcio, di cui peraltro sembra andare molto fiero: avanti popolo, alla riscossa! (beccati questa Baldo, tiè!).
Fin dall’avvio la squadra stellare prende il comando delle operazioni e comincia a macinare gioco con sicurezza. Duettano bene in mezzo al campo Giammino e Nino con quest’ultimo che gode di grande libertà per via di una disposizione in campo degli avversari davvero singolare. Sul centro destra c’è un buco pauroso (e anche questa, tiè!) ed è proprio da lì che arrivano i pericoli maggiori per i conciari con il Nino che riesce a rifornire con una certa continuità Baldini e Pietro che si inserisce sovente in buona solitudine. A capo di una azione che si sviluppa proprio sulla destra arriva il primo gol dell’Estrella Polar: Baldini riceve palla subito fuori dell’area di rigore un po’ defilato sulla fascia sinistra e scarica un tiro che a quattro metri dalla porta Piè, che si era prontamente inserito per ricevere l’eventuale passaggio (di chi?! Di Baldini? Inguaribile ottimista!), devia in fondo al sacco spiazzando completamente il portiere avversario (questo gol scatenerà a fine gara furiose polemiche perché si mormora che, al contrario di quanto dichiarato, Pietro non abbia deviato la palla intenzionalmente. Allorquando il Nino dice che concederà l’intenzionalità a Pietro perché la parola di un giocatore stellare è sacra quella canaglia di Baldini corregge il tiro (bella questa!) dicendo che il suo in realtà era un passaggio per l’accorrente compagno di squadra. Vergognoso revisionista!).
Per tutto il primo tempo il leit motiv della partita sarà questo con Giammino a dettare i tempi per gli inserimenti soprattutto di Nino e Baldini. Al 10’ il raddoppio del Bomber che sfrutta al meglio un lancio bellissimo di Giammino e beffa il portiere in uscita con un tunnel per sua stessa ammissione non voluto e del tutto casuale. La squadra di Prato proprio non riesce ad organizzarsi e ad uscire dal guscio, dimostrando di non essere ancora matura per affrontare appuntamenti così importanti. Sostituito Pietro con Massi, la squadra stellare, solida in difesa con Luca e Maurì sugli scudi, continua a spingere ma non riesce a trovare il gol che chiuderebbe la gara e dopo alcune azioni pericolose il primo tempo si conclude con la squadra ospite in vantaggio per 2-0.
Durante l’intervallo Baldini da quel rompiscatole che è trova l’occasione di infastidire pure l’arbitro per via di un episodio avvenuto in area avversaria alla fine del primo tempo (in cui lui, si sappia!, aveva chiaramente stoppato il pallone col braccio e l’aveva pure fatta franca, ndr). Si lamentava il Baldo (che faccia tosta!) del fatto che gli avversari avessero chiamato con insistenza il fallo di mano, disturbandolo nella sua azione: “Lei capisce, io che ho il pallone vengo condizionato, mi danno fastidio, mi disturbano, mi sei a capire? (queste ultime quattro parole non l’ha dette all’arbitro cui dava del lei, ma a me che, seduto per terra con la schiena contro la panchina, mi stavo giusto godendo, si fa per dire, la scena da lontano), mi disturbano capisce, mi disturbano!” A questo punto il Nino si alza ponendo fine all’ignobile tiritera e convincendo l’arbitro a richiamare ufficialmente l’insopportabile centravanti. Ed è così che, dopo il giallo del 15’, il Baldo si becca pure il cartellino azzurro, quello riservato ai bambini capricciosi.
Al rientro la squadra di casa propone alcuni giocatori nuovi e un assetto più razionale grazie al quale riesce ad occupare decisamente meglio gli spazi. Per dieci minuti l’Estrella Polar controlla senza preoccupazione però piano piano la stanchezza comincia ad affiorare e si fanno sentire eccome le tre partite in 5 giorni. Cala improvvisamente il Nino che perde qualche pallone di troppo ma anche Maurì sul centro sinistra fatica ora a contenere gli avversari che a volte si presentano nella zona addirittura in superiorità numerica. Nessun giocatore stellare pensa che valga la pena scalare per cui, non arrivando rinforzi da destra, per un po’ l’Estrella da quella parte subisce l’attacco in massa (si fa per dire…) dei pratesi. Per nostra fortuna gli uomini di casa dimostrano di non avere la qualità sufficiente per concludere pericolosamente a rete e quando riescono ad inserirsi sotto misura ci pensa Riccardo con un paio di uscite perentorie a smorzarne gli ardori. Passata la tempesta gli uomini stellari si risistemano ma purtroppo manca ormai la lucidità necessaria per innescare al meglio Baldini che in avanti rimane spesso uno contro uno col centrale avversario, tutt’altro che un fulmine di guerra. L’unica volta che viene servito a dovere il Baldo si divora l’avversario diretto e punta la porta. Purtroppo però anche per lui le gambe non sono più quelle di inizio gara e il tiro da posizione un po’ decentrata esce abbastanza potente ma un po’ telefonato. Nel frattempo il Nino continua a battere con maestria i calci d’angolo mettendo sempre in condizione un compagno di far male: ci provano Luca, Giammino e Ferro e davvero per un niente in almeno cinque occasioni non ci scappa il gol. Dopo avere sciupato una buona occasione a tre metri dalla porta avversaria il Nino si riprende e si fa pericoloso con una bella voléé da posizione non facile che il portiere smanaccia in tuffo sopra la traversa.
L’Estrella Polar continua a lottare col coltello tra i denti e al 42’ Baldini conquista una punizione sulla tre quarti avversaria, leggermente defilata sulla sinistra. Il Nino va sul pallone deciso e mentre il portiere posiziona la barriera comincia a sistemarlo a terra. All’inizio, vista la distanza, pensa che si potrebbe calciare con le tre dita esterne, alla Pirlo per intendersi, affidandosi ai venti del destino. Non la passerà certo a Luca che da tre ore, più o meno alla sua altezza defilato sulla destra, continua a farsi sentire. Pensa che su un terreno del genere una palla così laterale (per di più in quella posizione per un destro) va prima controllata a dovere poi riallungata e infine calciata. Troppa roba, gli avversari gli sarebbero stati addosso e magari con un rimpallo ci poteva scappare addirittura il contropiede! No no, non sa da fare. E poi il Nino quest’oggi sente il pallone e calcerà in porta. Ed ha appena finito di piazzare a dovere la palla e di prendere le misure quando… Nino, Nino, perché non provi a tirarla sul pal… E’ quello che voglio fare Giammino, tiro lì. I due centrocampisti si sono resi conto contemporaneamente che c’è la possibilità di una palla a scavalcare la barriera. Certo il tiro è difficilissimo visto che le porte sono alte poco più di Luca e la distanza è considerevole, circa 25 metri, però…
Quando una cosa ha a che fare più con il mondo delle idee che con la miseria degli uomini è pura magia che dopo essersi consumata lascia come svuotati, storditi, interdetti.
L’ultima volta che il Nino aveva calciato una punizione simile era poco più di un bambino. Adesso quel pallone sistemato sul campo bianco e polveroso, il profumo della terra sotto il sole, le maglie colorate, tutto lo riconduce, un po’ come la madeleine di proustiana memoria, proprio a quel pezzo di vita sospesa e irripetibile, all’età dell’oro.
A quei momenti di tanti anni fa per intendersi quando l’allenatore decise che eravamo grandi abbastanza per provare le punizioni. Non so perché mi ricordo esattamente di un certo giorno -evidentemente era una cosa rara questo allenamento delle punizioni, e in quel giorno di una punizione in particolare. Avevo calciato con tutta la forza dal limite dell’area perché così piccolo com’ero (solo il classe ’73 Andrea Bonuccelli detto Magnamorca era più piccolo di me, ndr) era l’unico modo di sperare che la palla raggiungesse almeno la porta. Ce l’avevo messa tutta insomma e la palla era partita bene. Era pure scesa al momento giusto dietro la barriera e davvero per poco si era persa lateralmente all’altezza dell’incrocio dei pali. Nonostante l’allenatore ci facesse poi andare a prendere i palloni che calciavamo e il mio fosse finito assai lontano ero contento perché non avrei mai creduto che anch’io avrei potuto calciare le punizioni. E infatti non le calciai mai anche se da quella volta sentivo che se solo mi avessero fatto provare qualche volta…
Insomma: dopo aver fatto una finta di occhi come se la dovesse passare a Luca (così, mica per confondere il portiere o gli avversari più vicini ma proprio per beffare quello scassatore di Luca) il Nino calcia. Il pallone colpito di mezzo collo interno parte bene verso il centro della porta e immediatamente dopo aver scavalcato la barriera comincia a girare verso il palo lontano. A pochi metri dalla porta scende improvvisamente e dopo aver sfiorato la traversa si insacca imparabile quasi nel sette. Una cosa mai vista!
I compagni più increduli del Nino stesso corrono ad abbracciare il loro compagno che dal canto suo dopo i primi attimi di stupita felicità ripensa al gol che nel racconto di Soriano porta in vantaggio, nell’ultima decisiva partita, l’Estrella Polar: “… ma al quarantaduesimo rimanemmo tutti a bocca aperta quando la mezz’ala sinistra dell’Estrella Polar infilò una punizione da molto lontano…”. Sorride il Nino per questa assonanza e d’istinto, nell’incanto del momento, butta gli occhi al cielo...
Sul punteggio di 3-0 e dopo una simile prodezza solo per l’arbitro la partita non è ancora finita. Si va avanti e gli ultimi fuochi sono ancora dell’Estrella che si rende pericolosa col Baldo. Da segnalare un episodio che la dice lunga sul clima sereno in cui si svolge la gara: Maurizio appena uscito dal campo si mette a fare lo sbandieratore sulla fascia e la combina grossa. Su una ripartenza dell’Estrella Polar avviata da Pietro sull’out destro segnala un fallo laterale inesistente (o meglio alza la bandierina non si sa perché visto che appena l’arbitro ferma il gioco è proprio lui, il nostro amato Cafù, col sorriso brasiliano stampato in faccia a dire che in realtà la palla non era uscita) fermando sul più bello il Baldo che si stava avviando tutto solo verso la porta avversaria addirittura con il Nino a rimorchio (pensate un po’ che potenza quel Toro ragazzi!).
Dopo il fattaccio assistiamo purtroppo all’uscita dal campo del generoso Giammino. Grazie ad una bella combinazione stellare il tosetto si trova al limite dell’area con un pallone invitante da calciare in porta, molto invitante. Io lo vedo a pochi metri da me e percepisco chiaramente la sua indecisione, tra la voglia matta di tirare e il cuore che gli dice tira tira tira! (ma non era tora tora tora!?), e la coscienza di chi sa che non deve e la testa che gli dice se tiri ti stiri, se tiri ti stiri, se tiri ti stiri! Poiché lo sappiamo Giammino è uno di cuore alla fine tira, però ci ha messo così tanto a decidere che un difensore è rinvenuto su di lui e gli rimpalla la conclusione. Naturalmente si stira e la sua partita finisce lì. Al suo posto rientra Piè e Massi si sistema in mezzo al campo. Ormai però la partita volge alla fine e non ha più niente da dire, chè i miracoli si sa, non sono di questo mondo. Forse.
Pfiii, Pfiii, Pfiiiiiiiiii.
Champions League, 2a giornata: Prato-Estrella Polar 0-3
Reti: Grassi, Baldini, Vietina
Note: spettatori paganti: 3
Ammoniti per gioco scorretto: Baldini, Vietina (Estrella Polar)
Negli spogliatoi è di scena la festa dell’Estrella Polar. Grandi cori e abbracci per l’impresa compiuta. Intervistato il Nino, grande protagonista della giornata, così si esprime: "Dedichiamo questa vittoria al nostro compagno di mille avventure Daniele, che idealmente abbracciamo e a cui siamo molto vicini. Il gol più bello della mia carriera lo dedico a Patrizia, la mia dolce metà che amo profondamente, ma anche a mia mamma, che da più di vent’anni ogni qualvolta mi vede uscire con la borsa del calcetto non può proprio fare a meno di arrabbiarsi". Nel frattempo Pietro e Baldo alle prese col famoso gol dell’1-0 non riescono a godersi neppure la festa. Per placare gli animi deve intervenire come al solito il salomonico Nino che, ribadendo la convinzione dell’intenzionalità del gesto di Pietro, chiude l’aspra contesa tagliando definitivamente la testa al Toro. A l’ere l’ora! Ooooooh yeeesssss!!!
Sole sul tetto dei palazzi in costruzione,
sole che batte sul campo di pallone
e terra e polvere che tira vento,
e poi magari piove...
Nino cammina che sembra un uomo
con le scarpette di gomma dura
dodici anni e il cuore pieno di paura...
Fin dall’avvio la squadra stellare prende il comando delle operazioni e comincia a macinare gioco con sicurezza. Duettano bene in mezzo al campo Giammino e Nino con quest’ultimo che gode di grande libertà per via di una disposizione in campo degli avversari davvero singolare. Sul centro destra c’è un buco pauroso (e anche questa, tiè!) ed è proprio da lì che arrivano i pericoli maggiori per i conciari con il Nino che riesce a rifornire con una certa continuità Baldini e Pietro che si inserisce sovente in buona solitudine. A capo di una azione che si sviluppa proprio sulla destra arriva il primo gol dell’Estrella Polar: Baldini riceve palla subito fuori dell’area di rigore un po’ defilato sulla fascia sinistra e scarica un tiro che a quattro metri dalla porta Piè, che si era prontamente inserito per ricevere l’eventuale passaggio (di chi?! Di Baldini? Inguaribile ottimista!), devia in fondo al sacco spiazzando completamente il portiere avversario (questo gol scatenerà a fine gara furiose polemiche perché si mormora che, al contrario di quanto dichiarato, Pietro non abbia deviato la palla intenzionalmente. Allorquando il Nino dice che concederà l’intenzionalità a Pietro perché la parola di un giocatore stellare è sacra quella canaglia di Baldini corregge il tiro (bella questa!) dicendo che il suo in realtà era un passaggio per l’accorrente compagno di squadra. Vergognoso revisionista!).
Per tutto il primo tempo il leit motiv della partita sarà questo con Giammino a dettare i tempi per gli inserimenti soprattutto di Nino e Baldini. Al 10’ il raddoppio del Bomber che sfrutta al meglio un lancio bellissimo di Giammino e beffa il portiere in uscita con un tunnel per sua stessa ammissione non voluto e del tutto casuale. La squadra di Prato proprio non riesce ad organizzarsi e ad uscire dal guscio, dimostrando di non essere ancora matura per affrontare appuntamenti così importanti. Sostituito Pietro con Massi, la squadra stellare, solida in difesa con Luca e Maurì sugli scudi, continua a spingere ma non riesce a trovare il gol che chiuderebbe la gara e dopo alcune azioni pericolose il primo tempo si conclude con la squadra ospite in vantaggio per 2-0.
Durante l’intervallo Baldini da quel rompiscatole che è trova l’occasione di infastidire pure l’arbitro per via di un episodio avvenuto in area avversaria alla fine del primo tempo (in cui lui, si sappia!, aveva chiaramente stoppato il pallone col braccio e l’aveva pure fatta franca, ndr). Si lamentava il Baldo (che faccia tosta!) del fatto che gli avversari avessero chiamato con insistenza il fallo di mano, disturbandolo nella sua azione: “Lei capisce, io che ho il pallone vengo condizionato, mi danno fastidio, mi disturbano, mi sei a capire? (queste ultime quattro parole non l’ha dette all’arbitro cui dava del lei, ma a me che, seduto per terra con la schiena contro la panchina, mi stavo giusto godendo, si fa per dire, la scena da lontano), mi disturbano capisce, mi disturbano!” A questo punto il Nino si alza ponendo fine all’ignobile tiritera e convincendo l’arbitro a richiamare ufficialmente l’insopportabile centravanti. Ed è così che, dopo il giallo del 15’, il Baldo si becca pure il cartellino azzurro, quello riservato ai bambini capricciosi.
Al rientro la squadra di casa propone alcuni giocatori nuovi e un assetto più razionale grazie al quale riesce ad occupare decisamente meglio gli spazi. Per dieci minuti l’Estrella Polar controlla senza preoccupazione però piano piano la stanchezza comincia ad affiorare e si fanno sentire eccome le tre partite in 5 giorni. Cala improvvisamente il Nino che perde qualche pallone di troppo ma anche Maurì sul centro sinistra fatica ora a contenere gli avversari che a volte si presentano nella zona addirittura in superiorità numerica. Nessun giocatore stellare pensa che valga la pena scalare per cui, non arrivando rinforzi da destra, per un po’ l’Estrella da quella parte subisce l’attacco in massa (si fa per dire…) dei pratesi. Per nostra fortuna gli uomini di casa dimostrano di non avere la qualità sufficiente per concludere pericolosamente a rete e quando riescono ad inserirsi sotto misura ci pensa Riccardo con un paio di uscite perentorie a smorzarne gli ardori. Passata la tempesta gli uomini stellari si risistemano ma purtroppo manca ormai la lucidità necessaria per innescare al meglio Baldini che in avanti rimane spesso uno contro uno col centrale avversario, tutt’altro che un fulmine di guerra. L’unica volta che viene servito a dovere il Baldo si divora l’avversario diretto e punta la porta. Purtroppo però anche per lui le gambe non sono più quelle di inizio gara e il tiro da posizione un po’ decentrata esce abbastanza potente ma un po’ telefonato. Nel frattempo il Nino continua a battere con maestria i calci d’angolo mettendo sempre in condizione un compagno di far male: ci provano Luca, Giammino e Ferro e davvero per un niente in almeno cinque occasioni non ci scappa il gol. Dopo avere sciupato una buona occasione a tre metri dalla porta avversaria il Nino si riprende e si fa pericoloso con una bella voléé da posizione non facile che il portiere smanaccia in tuffo sopra la traversa.
L’Estrella Polar continua a lottare col coltello tra i denti e al 42’ Baldini conquista una punizione sulla tre quarti avversaria, leggermente defilata sulla sinistra. Il Nino va sul pallone deciso e mentre il portiere posiziona la barriera comincia a sistemarlo a terra. All’inizio, vista la distanza, pensa che si potrebbe calciare con le tre dita esterne, alla Pirlo per intendersi, affidandosi ai venti del destino. Non la passerà certo a Luca che da tre ore, più o meno alla sua altezza defilato sulla destra, continua a farsi sentire. Pensa che su un terreno del genere una palla così laterale (per di più in quella posizione per un destro) va prima controllata a dovere poi riallungata e infine calciata. Troppa roba, gli avversari gli sarebbero stati addosso e magari con un rimpallo ci poteva scappare addirittura il contropiede! No no, non sa da fare. E poi il Nino quest’oggi sente il pallone e calcerà in porta. Ed ha appena finito di piazzare a dovere la palla e di prendere le misure quando… Nino, Nino, perché non provi a tirarla sul pal… E’ quello che voglio fare Giammino, tiro lì. I due centrocampisti si sono resi conto contemporaneamente che c’è la possibilità di una palla a scavalcare la barriera. Certo il tiro è difficilissimo visto che le porte sono alte poco più di Luca e la distanza è considerevole, circa 25 metri, però…
Quando una cosa ha a che fare più con il mondo delle idee che con la miseria degli uomini è pura magia che dopo essersi consumata lascia come svuotati, storditi, interdetti.
L’ultima volta che il Nino aveva calciato una punizione simile era poco più di un bambino. Adesso quel pallone sistemato sul campo bianco e polveroso, il profumo della terra sotto il sole, le maglie colorate, tutto lo riconduce, un po’ come la madeleine di proustiana memoria, proprio a quel pezzo di vita sospesa e irripetibile, all’età dell’oro.
A quei momenti di tanti anni fa per intendersi quando l’allenatore decise che eravamo grandi abbastanza per provare le punizioni. Non so perché mi ricordo esattamente di un certo giorno -evidentemente era una cosa rara questo allenamento delle punizioni, e in quel giorno di una punizione in particolare. Avevo calciato con tutta la forza dal limite dell’area perché così piccolo com’ero (solo il classe ’73 Andrea Bonuccelli detto Magnamorca era più piccolo di me, ndr) era l’unico modo di sperare che la palla raggiungesse almeno la porta. Ce l’avevo messa tutta insomma e la palla era partita bene. Era pure scesa al momento giusto dietro la barriera e davvero per poco si era persa lateralmente all’altezza dell’incrocio dei pali. Nonostante l’allenatore ci facesse poi andare a prendere i palloni che calciavamo e il mio fosse finito assai lontano ero contento perché non avrei mai creduto che anch’io avrei potuto calciare le punizioni. E infatti non le calciai mai anche se da quella volta sentivo che se solo mi avessero fatto provare qualche volta…
Insomma: dopo aver fatto una finta di occhi come se la dovesse passare a Luca (così, mica per confondere il portiere o gli avversari più vicini ma proprio per beffare quello scassatore di Luca) il Nino calcia. Il pallone colpito di mezzo collo interno parte bene verso il centro della porta e immediatamente dopo aver scavalcato la barriera comincia a girare verso il palo lontano. A pochi metri dalla porta scende improvvisamente e dopo aver sfiorato la traversa si insacca imparabile quasi nel sette. Una cosa mai vista!
I compagni più increduli del Nino stesso corrono ad abbracciare il loro compagno che dal canto suo dopo i primi attimi di stupita felicità ripensa al gol che nel racconto di Soriano porta in vantaggio, nell’ultima decisiva partita, l’Estrella Polar: “… ma al quarantaduesimo rimanemmo tutti a bocca aperta quando la mezz’ala sinistra dell’Estrella Polar infilò una punizione da molto lontano…”. Sorride il Nino per questa assonanza e d’istinto, nell’incanto del momento, butta gli occhi al cielo...
Sul punteggio di 3-0 e dopo una simile prodezza solo per l’arbitro la partita non è ancora finita. Si va avanti e gli ultimi fuochi sono ancora dell’Estrella che si rende pericolosa col Baldo. Da segnalare un episodio che la dice lunga sul clima sereno in cui si svolge la gara: Maurizio appena uscito dal campo si mette a fare lo sbandieratore sulla fascia e la combina grossa. Su una ripartenza dell’Estrella Polar avviata da Pietro sull’out destro segnala un fallo laterale inesistente (o meglio alza la bandierina non si sa perché visto che appena l’arbitro ferma il gioco è proprio lui, il nostro amato Cafù, col sorriso brasiliano stampato in faccia a dire che in realtà la palla non era uscita) fermando sul più bello il Baldo che si stava avviando tutto solo verso la porta avversaria addirittura con il Nino a rimorchio (pensate un po’ che potenza quel Toro ragazzi!).
Dopo il fattaccio assistiamo purtroppo all’uscita dal campo del generoso Giammino. Grazie ad una bella combinazione stellare il tosetto si trova al limite dell’area con un pallone invitante da calciare in porta, molto invitante. Io lo vedo a pochi metri da me e percepisco chiaramente la sua indecisione, tra la voglia matta di tirare e il cuore che gli dice tira tira tira! (ma non era tora tora tora!?), e la coscienza di chi sa che non deve e la testa che gli dice se tiri ti stiri, se tiri ti stiri, se tiri ti stiri! Poiché lo sappiamo Giammino è uno di cuore alla fine tira, però ci ha messo così tanto a decidere che un difensore è rinvenuto su di lui e gli rimpalla la conclusione. Naturalmente si stira e la sua partita finisce lì. Al suo posto rientra Piè e Massi si sistema in mezzo al campo. Ormai però la partita volge alla fine e non ha più niente da dire, chè i miracoli si sa, non sono di questo mondo. Forse.
Pfiii, Pfiii, Pfiiiiiiiiii.
Champions League, 2a giornata: Prato-Estrella Polar 0-3
Reti: Grassi, Baldini, Vietina
Note: spettatori paganti: 3
Ammoniti per gioco scorretto: Baldini, Vietina (Estrella Polar)
Negli spogliatoi è di scena la festa dell’Estrella Polar. Grandi cori e abbracci per l’impresa compiuta. Intervistato il Nino, grande protagonista della giornata, così si esprime: "Dedichiamo questa vittoria al nostro compagno di mille avventure Daniele, che idealmente abbracciamo e a cui siamo molto vicini. Il gol più bello della mia carriera lo dedico a Patrizia, la mia dolce metà che amo profondamente, ma anche a mia mamma, che da più di vent’anni ogni qualvolta mi vede uscire con la borsa del calcetto non può proprio fare a meno di arrabbiarsi". Nel frattempo Pietro e Baldo alle prese col famoso gol dell’1-0 non riescono a godersi neppure la festa. Per placare gli animi deve intervenire come al solito il salomonico Nino che, ribadendo la convinzione dell’intenzionalità del gesto di Pietro, chiude l’aspra contesa tagliando definitivamente la testa al Toro. A l’ere l’ora! Ooooooh yeeesssss!!!
Sole sul tetto dei palazzi in costruzione,
sole che batte sul campo di pallone
e terra e polvere che tira vento,
e poi magari piove...
Nino cammina che sembra un uomo
con le scarpette di gomma dura
dodici anni e il cuore pieno di paura...
Life on Mars, part II - Molto più di una parentesi
Arrivare al Campo Sportivo Chiavacci è un po’ come non essere mai partiti. Ci si sente subito a casa.
Il Centro è immerso nel verde ed è fantastico. C’è il campo a 11 in erba con la grande tribuna coperta, c’è il baretto con la signora che dice: “Oi cche volete?” , c’è l’altoparlante per le comunicazioni urgenti e le formazioni delle squadre, c’è l’omino al baccalino addetto ai biglietti della partita (e chissà, forse all’apertura dei numerosi chiavacci del Centro) e c’è la partita appena cominciata dei ragazzi. Entrando il campo grande è sulla sinistra, il baretto a destra. In fondo, oltre la tribuna e gli spogliatoi, quelli di una volta belli scalcagnati con le piastrelle, le panchine dell’asilo e tutto il resto, c’è il campo a 7. Accanto un altro campetto per i ragazzi (che a prima vista è molto meglio del nostro) e tutto intorno un parco pieno di bambini scorrazzanti e scarrozzati, lupetti e boy scout, mamme e babbi come se piovesse, volonterosi podisti e pure un cinese solitario seduto su una panchina. Il Nino è in estasi. Il nostro campo è molto grande, di quelli con più terra e sassi che erba e la poca erba davvero cattiva, a ciuffi sporadici nel centro e un po’ più omogenea sulle fasce. Un classico campo calvo insomma, però lasciatemelo dire, bellissimo. Le porte sono un po’ più larghe di quelle che utilizziamo di solito ed hanno dei pali enormi e tondi, tutti bianchi, come le porte del campo grande. Ci sono degli avvallamenti che sembra di essere tra le colline di Volterra è vero e pure le tracce ancora ben riconoscibili di una trincea della prima guerra mondiale ma va bene così, davvero va benissimo così. Che bella atmosfera!
Dopo aver preso visione dell’ameno centro sportivo ci rilassiamo un po’, visto che comunque manca ancora molto all’inizio della gara. La meta è naturalmente il baretto, dove Luca finalmente potrà prendersi qualcosa di corposo da mettere sotto i denti. Il Capitano però non ci sente e alla fine opta, indovinate un po’, ancora per un mars. La cosa buffa è che riesce a plagiare tutti i componenti della squadra che a turno come in processione entrano nel baretto sempre chiedendo la stessa cosa per la disperazione della signora che, figuriamoci, ai primi due aveva proposto del biroldo (a Maurizio) e della finocchiona (a Gianmaria): “O’ Mario, oi quant’illè questa barretta?”
Seduti all’aperto con vista sulla partita dei ragazzi mangiamo e beviamo. Sembra davvero in grande giornata Massi Ferro che ne spara una dietro l’altra e comincia insistentemente a parlare di avsura. In realtà dice non sento soltanto avsura ma pure qualcos’ altro… come si dice… avidità, ecco. Sento, avsura e avidità. I compagni ridono di gusto ma l’amabile conversazione comincia a farsi improvvisamente tesa allorquando il Ferro cerca con insistenza di convincere il purista Nino che le parole avsura e avidità hanno la stessa radice. Ma come puoi pensare una cosa simile Massi, sono due parole di significato completamente diverso come se io dicessi che... Ma no Nino, ma cosa hai capito: avsura e avidità, non avidità… a-vi-di-tà! Mi stai prendendo per i fondelli Massi? Bada che queste son cose serie sai! Ma guarda un po’… Nel frattempo Luca ha finito di mangiare la sua terza barretta della giornata ed è talmente allappato che non riesce più a tirare fuori il vocione dei bei tempi e comincia a parlare con una vocina nasale uguale uguale a quella di Troisi nel suo celebre film d’esordio: Ricomincio da tre!
Arriva così il momento di andarsi a cambiare. Nello spogliatoio spuntano le scarpette nuove con i tacchetti comprate per l’occasione dai giocatori stellari ai prezzi più stracciati dell’universo. Il record, stabilito due anni prima dal Nino che per 15 euro aveva comprato delle scarpette grigio-azzurre con un design fantastico addirittura con i lacci laterali, davvero bellissime!, sembra inattaccabile. Maurizio ci prova sottoponendo ai giurati un paio di scarpette nuove di zecca, grigie con bande rosse, acquistate a tredici euro. Mentre la giuria sta valutando se i due euro di scarto sono sufficienti a compensare un design che rimane comunque un po’ retrò, Pietro (probabilmente dopato) sfodera degli scarpini davvero speciali, tutti bianchi, elegantissimi!, acquistati, udite udite! a undici e dico undici euro. Il record è suo!
Premiato il vincitore, indossiamo il completino stellare e ci avviamo con largo anticipo verso il campo da giuoco per il riscaldamento. In realtà fa un caldo della miseria e Riccardo il portiere tutto bardato com’è dopo pochi minuti è talmente sott’acqua che deve intervenire addirittura il pesce che c’è in Pié per tirarlo fuori dai guai. Dopo qualche scambio e qualche tiraccio con cui prendiamo confidenza con il pallone e soprattutto con il terreno l’arbitro ci chiama per l’appello. Nel frattempo ci accorgiamo che gli avversari hanno indossato delle casacche nere ad inserti verdi per cui a scanso di equivoci decidiamo di rispolverare le gloriose casacche bianche a maniche corte dei primordi. Che emozione!
Alla ripresa del riscaldamento Giammino testa l’inguine malconcio e si rende conto che non può calciare con forza, non può tirare. Insomma, considerando anche la pesantissima assenza del nostro amato Danielino, non è che arriviamo all’appuntamento di Prato proprio nelle migliori condizioni tanto più che forse il nostro Capitano, l’uomo-mars, non ce la farà. Siamo tutti all’altezza della metà campo pronti all’ingresso in campo infatti quando l’arbitro chiede se preferiamo salutare il pubblico con un hurrà o con la mano. Quando sente con la mano Luca si precipita a stringere la mano al Capitano avversario che, sorpreso, gliela concede comunque volentieri. Alle loro spalle il Nino e Baldini si guardano per un istante e nonostante la preoccupazione di dover assistere per una seconda volta alla prestazione non di un uomo ma di un frullato, non riescono a trattenere una grossa risata. Come si farebbe senza Luca, come si farebbe!
Schierati a centrocampo espletiamo dunque uno dei più bei compiti del calciatore, il saluto al pubblico, che quest’oggi risulta peraltro formato da tre ragazze locali davvero molto avvenenti (siamo tutti fidanzati o sposati e conosciamo i nostri doveri. Il nostro è soltanto un generico apprezzamento per la bellezza e la grazia che si fanno forma. Per noi sarebbe stato bello allo stesso modo se al loro posto ci fossero state non dico tre delle cinque Demoiselles d’Avignon di Picasso o Le Tre Grazie di Canova (Merci, Danke e Thank you, ndr), ma tre colonne del Partenone, figuriamoci, non è neanche il caso di parlarne. Dico bene ragazzi?). Dico bene ragazzi?
Questa volta però niente ci distrae, siamo concentrati e pronti a dare battaglia per ottenere ciò che serve: la vittoria! (che poi si sa porta con sè la gloria, che a sua volta porta con sè la jolanda, che a sua volta...).
Si comincia!
Il Centro è immerso nel verde ed è fantastico. C’è il campo a 11 in erba con la grande tribuna coperta, c’è il baretto con la signora che dice: “Oi cche volete?” , c’è l’altoparlante per le comunicazioni urgenti e le formazioni delle squadre, c’è l’omino al baccalino addetto ai biglietti della partita (e chissà, forse all’apertura dei numerosi chiavacci del Centro) e c’è la partita appena cominciata dei ragazzi. Entrando il campo grande è sulla sinistra, il baretto a destra. In fondo, oltre la tribuna e gli spogliatoi, quelli di una volta belli scalcagnati con le piastrelle, le panchine dell’asilo e tutto il resto, c’è il campo a 7. Accanto un altro campetto per i ragazzi (che a prima vista è molto meglio del nostro) e tutto intorno un parco pieno di bambini scorrazzanti e scarrozzati, lupetti e boy scout, mamme e babbi come se piovesse, volonterosi podisti e pure un cinese solitario seduto su una panchina. Il Nino è in estasi. Il nostro campo è molto grande, di quelli con più terra e sassi che erba e la poca erba davvero cattiva, a ciuffi sporadici nel centro e un po’ più omogenea sulle fasce. Un classico campo calvo insomma, però lasciatemelo dire, bellissimo. Le porte sono un po’ più larghe di quelle che utilizziamo di solito ed hanno dei pali enormi e tondi, tutti bianchi, come le porte del campo grande. Ci sono degli avvallamenti che sembra di essere tra le colline di Volterra è vero e pure le tracce ancora ben riconoscibili di una trincea della prima guerra mondiale ma va bene così, davvero va benissimo così. Che bella atmosfera!
Dopo aver preso visione dell’ameno centro sportivo ci rilassiamo un po’, visto che comunque manca ancora molto all’inizio della gara. La meta è naturalmente il baretto, dove Luca finalmente potrà prendersi qualcosa di corposo da mettere sotto i denti. Il Capitano però non ci sente e alla fine opta, indovinate un po’, ancora per un mars. La cosa buffa è che riesce a plagiare tutti i componenti della squadra che a turno come in processione entrano nel baretto sempre chiedendo la stessa cosa per la disperazione della signora che, figuriamoci, ai primi due aveva proposto del biroldo (a Maurizio) e della finocchiona (a Gianmaria): “O’ Mario, oi quant’illè questa barretta?”
Seduti all’aperto con vista sulla partita dei ragazzi mangiamo e beviamo. Sembra davvero in grande giornata Massi Ferro che ne spara una dietro l’altra e comincia insistentemente a parlare di avsura. In realtà dice non sento soltanto avsura ma pure qualcos’ altro… come si dice… avidità, ecco. Sento, avsura e avidità. I compagni ridono di gusto ma l’amabile conversazione comincia a farsi improvvisamente tesa allorquando il Ferro cerca con insistenza di convincere il purista Nino che le parole avsura e avidità hanno la stessa radice. Ma come puoi pensare una cosa simile Massi, sono due parole di significato completamente diverso come se io dicessi che... Ma no Nino, ma cosa hai capito: avsura e avidità, non avidità… a-vi-di-tà! Mi stai prendendo per i fondelli Massi? Bada che queste son cose serie sai! Ma guarda un po’… Nel frattempo Luca ha finito di mangiare la sua terza barretta della giornata ed è talmente allappato che non riesce più a tirare fuori il vocione dei bei tempi e comincia a parlare con una vocina nasale uguale uguale a quella di Troisi nel suo celebre film d’esordio: Ricomincio da tre!
Arriva così il momento di andarsi a cambiare. Nello spogliatoio spuntano le scarpette nuove con i tacchetti comprate per l’occasione dai giocatori stellari ai prezzi più stracciati dell’universo. Il record, stabilito due anni prima dal Nino che per 15 euro aveva comprato delle scarpette grigio-azzurre con un design fantastico addirittura con i lacci laterali, davvero bellissime!, sembra inattaccabile. Maurizio ci prova sottoponendo ai giurati un paio di scarpette nuove di zecca, grigie con bande rosse, acquistate a tredici euro. Mentre la giuria sta valutando se i due euro di scarto sono sufficienti a compensare un design che rimane comunque un po’ retrò, Pietro (probabilmente dopato) sfodera degli scarpini davvero speciali, tutti bianchi, elegantissimi!, acquistati, udite udite! a undici e dico undici euro. Il record è suo!
Premiato il vincitore, indossiamo il completino stellare e ci avviamo con largo anticipo verso il campo da giuoco per il riscaldamento. In realtà fa un caldo della miseria e Riccardo il portiere tutto bardato com’è dopo pochi minuti è talmente sott’acqua che deve intervenire addirittura il pesce che c’è in Pié per tirarlo fuori dai guai. Dopo qualche scambio e qualche tiraccio con cui prendiamo confidenza con il pallone e soprattutto con il terreno l’arbitro ci chiama per l’appello. Nel frattempo ci accorgiamo che gli avversari hanno indossato delle casacche nere ad inserti verdi per cui a scanso di equivoci decidiamo di rispolverare le gloriose casacche bianche a maniche corte dei primordi. Che emozione!
Alla ripresa del riscaldamento Giammino testa l’inguine malconcio e si rende conto che non può calciare con forza, non può tirare. Insomma, considerando anche la pesantissima assenza del nostro amato Danielino, non è che arriviamo all’appuntamento di Prato proprio nelle migliori condizioni tanto più che forse il nostro Capitano, l’uomo-mars, non ce la farà. Siamo tutti all’altezza della metà campo pronti all’ingresso in campo infatti quando l’arbitro chiede se preferiamo salutare il pubblico con un hurrà o con la mano. Quando sente con la mano Luca si precipita a stringere la mano al Capitano avversario che, sorpreso, gliela concede comunque volentieri. Alle loro spalle il Nino e Baldini si guardano per un istante e nonostante la preoccupazione di dover assistere per una seconda volta alla prestazione non di un uomo ma di un frullato, non riescono a trattenere una grossa risata. Come si farebbe senza Luca, come si farebbe!
Schierati a centrocampo espletiamo dunque uno dei più bei compiti del calciatore, il saluto al pubblico, che quest’oggi risulta peraltro formato da tre ragazze locali davvero molto avvenenti (siamo tutti fidanzati o sposati e conosciamo i nostri doveri. Il nostro è soltanto un generico apprezzamento per la bellezza e la grazia che si fanno forma. Per noi sarebbe stato bello allo stesso modo se al loro posto ci fossero state non dico tre delle cinque Demoiselles d’Avignon di Picasso o Le Tre Grazie di Canova (Merci, Danke e Thank you, ndr), ma tre colonne del Partenone, figuriamoci, non è neanche il caso di parlarne. Dico bene ragazzi?). Dico bene ragazzi?
Questa volta però niente ci distrae, siamo concentrati e pronti a dare battaglia per ottenere ciò che serve: la vittoria! (che poi si sa porta con sè la gloria, che a sua volta porta con sè la jolanda, che a sua volta...).
Si comincia!
13 maggio 2007
Life on Mars, part I - Il Viaggio
Ed eccoci finalmente giunti all’appuntamento tanto atteso, la seconda partita di Champions League da giocare sul difficile campo Chiavacci di Prato contro i terribili conciari!
Si parte dalla bella Piazza degli Aranci alle 14.30 in un'atmosfera da domenica di festa. Tre le vetture a disposizione della squadra: l’Ammiraglia del Presidente e Grande Capitano Bertonelli, la Sportiva tutta grinta del Bomber Baldini e l’auto sostitutiva della Società guidata per l’occasione da Giammino intenzionato dopo la partita a riunirsi con la sua dolce metà nella città del Sommo Poeta, culla della lingua italiana: la mi porti i miei saluti a Firenze!
Fa strada verso Prato guidando la truppa l’Ammiraglia del Capitano con a bordo il satellitare TomTom Nino e suo cugino di terzo grado nonché nuovo responsabile delle porte dell’Ammiraglia stessa, direttamente da Montignoso il portiere Riccardo Colle.
Segue a brevissima distanza Baldini con lo scafista Pietro nel ruolo di navigatore ed il nativo Mauricio de La Luz nella stiva, addetto alla retromarcia (il Baldo per aumentare l’aerodinamicità della vettura ha tolto da tempo tutti gli specchietti, compresi il retrovisore interno e quello montato anni fa sul tetto, lo specchietto per le allodole).
Nell’auto sostitutiva, una Punto-base di un colore tanto improbabile quanto indecifrabile e proveniente da un non ben precisato paese dell’est europeo, gli inseparabili gemelli del gol. Guida Giammino ma poiché Massi non ci sta a fare da spettatore, i due decidono di dividersi le marce: Giammino si occupa della prima, della terza e della quarta mentre Massi, per ovvi problemi di dizione, soltanto della seconda e della quinta.
A parte l’auto sostitutiva che procede un po’ a singhiozzo (non sappiamo se la trovata delle marce li abbia realmente messi in difficoltà oppure se la macchina sussultasse per le risate dei due tosetti che per tutto il viaggio si sono trovati davanti agli occhi il sorriso solare di Mauricio il brasiliano, costretto dal cinico Baldo come abbiamo detto a fare il viaggio a ritroso, come uno di quei pupazzetti che si appiccicano con le ventose al vetro posteriore dell’auto), si va via veloci e silenziosi per una buona oretta poi finalmente sosta all’autogrill per rifornimenti vari, caffè e sigaretta di rito. Ancor prima di ormeggiare Riccardo scende prontamente a terra dall’Ammiraglia e repente apre le porte ai due boss della situazione, Luca e il Nino. Preoccupa Luca che non ha mangiato una mazza a pranzo e che invece di ordinare un bel Camogli, un Positano o magari una cotoletta (e già si teme di dover assistere ad una debacle simile a quella della famosa sera del frullato), si accontenta di due barrette oltremodo allappanti provenienti direttamente da Marte (due mars, appunto, ndr).
Dopo un quarto d’ora si decide di ripartire e correttamente le tre vetture stellari si rimettono in fila nell’ordine con cui erano entrate ai box. Il comportamento di Baldini che durante il pit-stop non mette carburante e sostituisce le gomme scanalate con delle velocissime slick lascia qualche perplessità e desta più di un sospetto. Conoscendo l’esuberanza del nostro bomber e per evitare qualsiasi problema, Luca pensa bene di far entrare in gioco la safety car ma non basta. Quando la macchina di emergenza si fa da parte il grintoso Baldini infila sulla destra Capitan Bertonelli sorpreso da tanto ardire. Una volta affiancata l’Ammiraglia il Baldo ordina al terribile Pietro di far uscire le corna d’acciaio dai cerchioni della Toro-Car per tranciare i copertoni dell’Ammiraglia e di fare i gesti più scurrili che conosce. Per fortuna il Nino si accorge della manovra e prontamente avverte Ben Hur Bertonelli che riesce a schivare il pericolo rallentando bruscamente. Fallito il tentativo di mettere fuori causa l’Ammiraglia l’insaziabile Baldo prende a schernirne i componenti azionando il tergicristallo posteriore che porta continuamente da sinistra a destra e viceversa il sorriso di Mauricio de La Luz, adesso oltremodo beffardo…
Dimenticato l’increscioso episodio e ristabilita la normalità ci avviamo sicuri verso Prato. La cartina a nostra disposizione però è davvero approssimativa per cui usciti dall’autostrada si va a ricordi (quelli di Luca che la sera prima aveva sbirciato con la coda dell’occhio la guida Michelin). Come naturale, dopo aver oltrepassato lavori in corso che avevano piuttosto l’aria di svolte epocali, sbagliamo strada nel senso che perdiamo la deviazione cruciale e finiamo diritti dentro una concessionaria qualche chilometro oltre la meta agognata. Mentre il Nino e Luca chiedono informazioni (a due tipi diversi che forniscono esattamente le stesse dritte, incredibile!) Giammino tenta di sbolognare la Punto-base al titolare della concessionaria che però taglia corto consigliandogli di provare all’IKEA.
Con indicazioni così precise non possiamo più sbagliare e ci avviamo sicuri verso via del Purgatorio, dove al civico 85 ci attendono i tremendi conciari. Va tutto liscio fino appunto a via del Purgatorio dove ci troviamo alle prese con un pericolo del tutto inatteso, rappresentato da alcune piccole ma infide rotonde che ogni tanto in modi e tempi del tutti casuali prendono a girare placidamente ma inesorabilmente del tutto simili a dischi al vinile. Guarda caso una di queste trappole si mette in moto proprio mentre passiamo noi cosicché con le nostre cars ci ritroviamo in totale balìa del destino. Dopo 45 giri sotto gli occhi increduli degli stessi pratesi la rotonda si blocca facendoci schizzare via sulla sinistra (quando si dice l’inerzia!). Manco a farlo apposta finiamo dentro un’altra concessionaria, questa volta di motociclette, e nonostante lo sballottamento siamo ancora abbastanza lucidi da chiedere lumi sulla presenza in zona di un campo da calcio. Nel frattempo Giammino ne approfitta per cercare di rifilare la Punto-base all’addetto alle vendite ma questi lo liquida in malo modo mostrandogli eloquentemente con la mano il parco moto e consigliandogli di provare al Consorzio all’angolo dove con i tagliaerba dovevano avere certamente più esperienza.
Questa volta comunque le informazioni risultano del tutto fuorvianti cosicché finiamo nella zona di un campo da calcio che da fuori ha tutta l’aria di un carcere, un prefabbricato grigio con tutte le reti sbrindellate e sul cui terreno siamo sicuri Attila non ha mai smesso di scorrazzare. Quando il Nino scende per accertarsi se sia veramente quello il campo su cui dovremo giocare si trova di fronte un’alta porta sul cui sommo sono incise queste terribili parole:
Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore:
fecemi la divina potestate,
la somma sapienza e ‘l primo amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate.
Arrivati ad un passo dall’Inferno (non vogliamo neanche sapere cosa sia successo nel frattempo nella Toro-Car e nella Punto-base, quali e quante imprecazioni siano state consumate) torniamo con sollievo sulla via del Purgatorio e decidiamo infine di seguire l’indicazione dei numeri civici (troooppo furbi!). Con il 50% di possibilità sbagliamo naturalmente la direzione però ormai siamo sicuri di essere ad un passo dal traguardo. Prontamente invertiamo la rotta e finalmente sulla nostra sinistra, come d’incanto, i numeri dispari cominciano a crescere, crescere, crescere…
E crescono i numeri come i papaveri nei prati fioriti, come le spighe di grano, se è vero che ci allontaniamo dai caseggiati del centro e ci inoltriamo nella campagna pratese ricca di profumi e di pollini portati dai venti, sospesi nell’aria toscana frizzante e solare come migliaia di piccole candide mongolfiere.
Ed è così che, ancor prima di arrivare, sappiamo di essere arrivati.
Si parte dalla bella Piazza degli Aranci alle 14.30 in un'atmosfera da domenica di festa. Tre le vetture a disposizione della squadra: l’Ammiraglia del Presidente e Grande Capitano Bertonelli, la Sportiva tutta grinta del Bomber Baldini e l’auto sostitutiva della Società guidata per l’occasione da Giammino intenzionato dopo la partita a riunirsi con la sua dolce metà nella città del Sommo Poeta, culla della lingua italiana: la mi porti i miei saluti a Firenze!
Fa strada verso Prato guidando la truppa l’Ammiraglia del Capitano con a bordo il satellitare TomTom Nino e suo cugino di terzo grado nonché nuovo responsabile delle porte dell’Ammiraglia stessa, direttamente da Montignoso il portiere Riccardo Colle.
Segue a brevissima distanza Baldini con lo scafista Pietro nel ruolo di navigatore ed il nativo Mauricio de La Luz nella stiva, addetto alla retromarcia (il Baldo per aumentare l’aerodinamicità della vettura ha tolto da tempo tutti gli specchietti, compresi il retrovisore interno e quello montato anni fa sul tetto, lo specchietto per le allodole).
Nell’auto sostitutiva, una Punto-base di un colore tanto improbabile quanto indecifrabile e proveniente da un non ben precisato paese dell’est europeo, gli inseparabili gemelli del gol. Guida Giammino ma poiché Massi non ci sta a fare da spettatore, i due decidono di dividersi le marce: Giammino si occupa della prima, della terza e della quarta mentre Massi, per ovvi problemi di dizione, soltanto della seconda e della quinta.
A parte l’auto sostitutiva che procede un po’ a singhiozzo (non sappiamo se la trovata delle marce li abbia realmente messi in difficoltà oppure se la macchina sussultasse per le risate dei due tosetti che per tutto il viaggio si sono trovati davanti agli occhi il sorriso solare di Mauricio il brasiliano, costretto dal cinico Baldo come abbiamo detto a fare il viaggio a ritroso, come uno di quei pupazzetti che si appiccicano con le ventose al vetro posteriore dell’auto), si va via veloci e silenziosi per una buona oretta poi finalmente sosta all’autogrill per rifornimenti vari, caffè e sigaretta di rito. Ancor prima di ormeggiare Riccardo scende prontamente a terra dall’Ammiraglia e repente apre le porte ai due boss della situazione, Luca e il Nino. Preoccupa Luca che non ha mangiato una mazza a pranzo e che invece di ordinare un bel Camogli, un Positano o magari una cotoletta (e già si teme di dover assistere ad una debacle simile a quella della famosa sera del frullato), si accontenta di due barrette oltremodo allappanti provenienti direttamente da Marte (due mars, appunto, ndr).
Dopo un quarto d’ora si decide di ripartire e correttamente le tre vetture stellari si rimettono in fila nell’ordine con cui erano entrate ai box. Il comportamento di Baldini che durante il pit-stop non mette carburante e sostituisce le gomme scanalate con delle velocissime slick lascia qualche perplessità e desta più di un sospetto. Conoscendo l’esuberanza del nostro bomber e per evitare qualsiasi problema, Luca pensa bene di far entrare in gioco la safety car ma non basta. Quando la macchina di emergenza si fa da parte il grintoso Baldini infila sulla destra Capitan Bertonelli sorpreso da tanto ardire. Una volta affiancata l’Ammiraglia il Baldo ordina al terribile Pietro di far uscire le corna d’acciaio dai cerchioni della Toro-Car per tranciare i copertoni dell’Ammiraglia e di fare i gesti più scurrili che conosce. Per fortuna il Nino si accorge della manovra e prontamente avverte Ben Hur Bertonelli che riesce a schivare il pericolo rallentando bruscamente. Fallito il tentativo di mettere fuori causa l’Ammiraglia l’insaziabile Baldo prende a schernirne i componenti azionando il tergicristallo posteriore che porta continuamente da sinistra a destra e viceversa il sorriso di Mauricio de La Luz, adesso oltremodo beffardo…
Dimenticato l’increscioso episodio e ristabilita la normalità ci avviamo sicuri verso Prato. La cartina a nostra disposizione però è davvero approssimativa per cui usciti dall’autostrada si va a ricordi (quelli di Luca che la sera prima aveva sbirciato con la coda dell’occhio la guida Michelin). Come naturale, dopo aver oltrepassato lavori in corso che avevano piuttosto l’aria di svolte epocali, sbagliamo strada nel senso che perdiamo la deviazione cruciale e finiamo diritti dentro una concessionaria qualche chilometro oltre la meta agognata. Mentre il Nino e Luca chiedono informazioni (a due tipi diversi che forniscono esattamente le stesse dritte, incredibile!) Giammino tenta di sbolognare la Punto-base al titolare della concessionaria che però taglia corto consigliandogli di provare all’IKEA.
Con indicazioni così precise non possiamo più sbagliare e ci avviamo sicuri verso via del Purgatorio, dove al civico 85 ci attendono i tremendi conciari. Va tutto liscio fino appunto a via del Purgatorio dove ci troviamo alle prese con un pericolo del tutto inatteso, rappresentato da alcune piccole ma infide rotonde che ogni tanto in modi e tempi del tutti casuali prendono a girare placidamente ma inesorabilmente del tutto simili a dischi al vinile. Guarda caso una di queste trappole si mette in moto proprio mentre passiamo noi cosicché con le nostre cars ci ritroviamo in totale balìa del destino. Dopo 45 giri sotto gli occhi increduli degli stessi pratesi la rotonda si blocca facendoci schizzare via sulla sinistra (quando si dice l’inerzia!). Manco a farlo apposta finiamo dentro un’altra concessionaria, questa volta di motociclette, e nonostante lo sballottamento siamo ancora abbastanza lucidi da chiedere lumi sulla presenza in zona di un campo da calcio. Nel frattempo Giammino ne approfitta per cercare di rifilare la Punto-base all’addetto alle vendite ma questi lo liquida in malo modo mostrandogli eloquentemente con la mano il parco moto e consigliandogli di provare al Consorzio all’angolo dove con i tagliaerba dovevano avere certamente più esperienza.
Questa volta comunque le informazioni risultano del tutto fuorvianti cosicché finiamo nella zona di un campo da calcio che da fuori ha tutta l’aria di un carcere, un prefabbricato grigio con tutte le reti sbrindellate e sul cui terreno siamo sicuri Attila non ha mai smesso di scorrazzare. Quando il Nino scende per accertarsi se sia veramente quello il campo su cui dovremo giocare si trova di fronte un’alta porta sul cui sommo sono incise queste terribili parole:
Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore:
fecemi la divina potestate,
la somma sapienza e ‘l primo amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate.
Arrivati ad un passo dall’Inferno (non vogliamo neanche sapere cosa sia successo nel frattempo nella Toro-Car e nella Punto-base, quali e quante imprecazioni siano state consumate) torniamo con sollievo sulla via del Purgatorio e decidiamo infine di seguire l’indicazione dei numeri civici (troooppo furbi!). Con il 50% di possibilità sbagliamo naturalmente la direzione però ormai siamo sicuri di essere ad un passo dal traguardo. Prontamente invertiamo la rotta e finalmente sulla nostra sinistra, come d’incanto, i numeri dispari cominciano a crescere, crescere, crescere…
E crescono i numeri come i papaveri nei prati fioriti, come le spighe di grano, se è vero che ci allontaniamo dai caseggiati del centro e ci inoltriamo nella campagna pratese ricca di profumi e di pollini portati dai venti, sospesi nell’aria toscana frizzante e solare come migliaia di piccole candide mongolfiere.
Ed è così che, ancor prima di arrivare, sappiamo di essere arrivati.
Estrella Polar – Peace & Love 5-0
Serie A: 4a giornata di ritorno: Estrella Polar – Peace & Love: 5-0
Reti: Estrella Polar: Cagnoni, Bertonelli, Vietina, Grassi, Ferro (rig.)
Proseguendo nel filone matematico introdotto dal Gato possiamo affermare con certezza che l’Estrella Polar quest'oggi fa... tredici! Poca soddisfazione però: la partita in realtà non comincia mai visto che gli avversari si presentano al cospetto della capolista soltanto con sei effettivi. Match senza storia quindi con l’Estrella Polar che fatica oltremodo a concretizzare le occasioni che si presentano e che lascia fin troppi spazi ai volonterosi Piselloni. Come spesso accade in queste occasioni rimane all’asciutto il bomber dei bomber Marco Baldini, che ancora una volta dimostra la sua congenita idiosincrasia a questo tipo di partita, mentre dopo tanto tempo torna al gol, seppur su rigore, il redivivo Ferro. Nonostante i due clamorosi gol falliti nel primo tempo ci è sembrato in grande spolvero il Nino, davvero efficace e molto propositivo nel vecchio ruolo di centrocampista centrale con belle assistenze per i compagni. Bello il suo gol al volo nel secondo tempo, ma sicuramente va a quello realizzato da Daniele la palma del più bello della serata, siglato con una staffilata di sinistro dai 15-20 metri che si infila imparabile sotto la traversa. Da segnalare sicuramente le discese in territorio nemico del Grande Capitano Luca che cerca il gol con insistenza e lo trova con un bel destro secco e potente dal vertice destro dell’area che non lascia scampo al portiere avversario (che era venuto pensando di mangiarne almeno un paio, tsè! ndr). Incredibile e impossibile il gol di Pietro che ricevuta palla dal calcio d’angolo quasi sulla linea di fondo e con le spalle alla porta sbaglia lo stop ma con la suola della scarpa tocca il pallone di quel tanto che basta per deviare la traiettoria ed ingannare il portiere. Nonostante le premesse anche il Gato (che sfodera per l'occasione una splendida maglia verde speranza di checoviana memoria) ha il suo bel da fare: i generosi compagni gli lasciano un bel po’ di lavoro (persino troppo) e questi li ripaga da par suo con belle ed efficaci parate ma anche con qualche rimprovero per lo scarso impegno.
La cosa più bella della serata la regala comunque il Nino nel riscaldamento. Nell’attesa del Gato si esibisce nel ruolo di portiere sfidando i compagni, e quando l'infallibile cecchino Ferro si fa sotto piazzando la palla sul dischetto scommette addirittura una birra e... "... il tiro arrivò a sinistra e El Gato Nino si buttò nella stessa direzione con un'eleganza ed una sicurezza che non mostrò mai più. Massi Ferro alzò gli occhi al cielo e cominciò a piangere..." ... e vince! Paga Massi!
Dal vostro inviato all’Avana, un saluto e a presto@ Forza Estrella Polar@
Reti: Estrella Polar: Cagnoni, Bertonelli, Vietina, Grassi, Ferro (rig.)
Proseguendo nel filone matematico introdotto dal Gato possiamo affermare con certezza che l’Estrella Polar quest'oggi fa... tredici! Poca soddisfazione però: la partita in realtà non comincia mai visto che gli avversari si presentano al cospetto della capolista soltanto con sei effettivi. Match senza storia quindi con l’Estrella Polar che fatica oltremodo a concretizzare le occasioni che si presentano e che lascia fin troppi spazi ai volonterosi Piselloni. Come spesso accade in queste occasioni rimane all’asciutto il bomber dei bomber Marco Baldini, che ancora una volta dimostra la sua congenita idiosincrasia a questo tipo di partita, mentre dopo tanto tempo torna al gol, seppur su rigore, il redivivo Ferro. Nonostante i due clamorosi gol falliti nel primo tempo ci è sembrato in grande spolvero il Nino, davvero efficace e molto propositivo nel vecchio ruolo di centrocampista centrale con belle assistenze per i compagni. Bello il suo gol al volo nel secondo tempo, ma sicuramente va a quello realizzato da Daniele la palma del più bello della serata, siglato con una staffilata di sinistro dai 15-20 metri che si infila imparabile sotto la traversa. Da segnalare sicuramente le discese in territorio nemico del Grande Capitano Luca che cerca il gol con insistenza e lo trova con un bel destro secco e potente dal vertice destro dell’area che non lascia scampo al portiere avversario (che era venuto pensando di mangiarne almeno un paio, tsè! ndr). Incredibile e impossibile il gol di Pietro che ricevuta palla dal calcio d’angolo quasi sulla linea di fondo e con le spalle alla porta sbaglia lo stop ma con la suola della scarpa tocca il pallone di quel tanto che basta per deviare la traiettoria ed ingannare il portiere. Nonostante le premesse anche il Gato (che sfodera per l'occasione una splendida maglia verde speranza di checoviana memoria) ha il suo bel da fare: i generosi compagni gli lasciano un bel po’ di lavoro (persino troppo) e questi li ripaga da par suo con belle ed efficaci parate ma anche con qualche rimprovero per lo scarso impegno.
La cosa più bella della serata la regala comunque il Nino nel riscaldamento. Nell’attesa del Gato si esibisce nel ruolo di portiere sfidando i compagni, e quando l'infallibile cecchino Ferro si fa sotto piazzando la palla sul dischetto scommette addirittura una birra e... "... il tiro arrivò a sinistra e El Gato Nino si buttò nella stessa direzione con un'eleganza ed una sicurezza che non mostrò mai più. Massi Ferro alzò gli occhi al cielo e cominciò a piangere..." ... e vince! Paga Massi!
Dal vostro inviato all’Avana, un saluto e a presto@ Forza Estrella Polar@
10 maggio 2007
Estrella Polar–Tab. Secchiari 2-1 (La Freddezza del Gato)
Serie A: 3a giornata di ritorno: Estrella Polar – Tabaccheria Secchiari: 2-1
Reti: Estrella Polar: Cagnoni; Vietina
Tabaccheria Secchiari: Rocchi
Le Pagelle di Estrella Polar – Tabaccheria Secchiari: 2-1
Simone El Gato Del Sarto: la palla che al 40’ gli scappa dalle grinfie rimane l’unica incertezza di una partita molto autorevole in cui dimostra di aver recuperato appieno dai recenti acciacchi fisici (rivedere per credere la parata del 13’, in massima distensione, ndr). Al 47’ con una finta secca dribbla in un fazzoletto a cavallo della linea di porta l’accorrente avversario dimostrando buona tecnica ed una freddezza glaciale: che fosse lui e non un vero leopardo delle nevi (dato per quasi estinto da tempo, ndr) quello avvistato una settimana fa in Tibet? In ogni caso qualcosa sembra turbarlo (non ci inganni Gato, te lo leggiamo negli occhi!), ci sembra sempre più lontano e assente. E’ come se il giuoco del calcio lo avesse stancato, stufato: Gattò: 7
Luca The Captain Bertonelli: a corrente alternata. Capitano pure giornate così. Capitano: 6+
Maurillio De Zolt Dalle Luche: quando parte in quarta andandosi ad infilare negli imbuti talora preparati ad arte dagli avversari ce lo mangeremmo vivo! Questa volta però soprassediamo volentieri volendo premiare l’ottima prestazione e in generale la forma smagliante. Limita Fabio Volo, il più pericoloso tra gli avversari, relegandolo ad un ruolo di comparsa e nel contempo appoggia spesso l’azione offensiva con l’intensità di chi crede fino in fondo alla possibilità di vittoria. Al 45’ salva capra e cavoli immolandosi sulla botta (al volo, ndr) del suo pericolosissimo dirimpettaio. Siamo sicuri che le sacche del Dr. Fuentes fossero siglate “Birillo” e non “Biroldo”? Ragazzino: 7,5
Pietro Nemo Grassi: al 17’ del primo tempo la sua partita si interrompe bruscamente contro il gomito svolazzante di un feroce tabaccaio (se l’accanito fumatore cammini quotidianamente in quel modo, se avesse soltanto bevuto troppo oppure se il braccio gli si fosse anchilosato tenendolo appoggiato sul finestrino abbassato nel tragitto da casa verso il campo del Meeting Place non è dato sapere, ma tant’è): botta secca al naso e gara finita. Se nella scorsa partita ne avevamo conosciuto il nome, in questa ne apprendiamo addirittura la specie: Nasello: 6+
Marco Nino Vietina: sostituisce il Grassi sul finire del primo tempo e risulta decisivo. Già nei pochi minuti prima dell’intervallo si fa vedere un paio di volte sulla fascia ma come sempre succede le sue giocate sono frustrate dalla scarsa propensione di Baldini a seguirne le mosse. Nel secondo tempo sbaglia qualche passaggio ma riesce a sfondare diverse volte dimostrando una forma fisica eccellente. Passano dai suoi piedi le azioni più pericolose tra le quali quella molto bella conclusa con un tiro al volo di Baldini dopo il tocco di testa di Giammino. A capo di una precisissima quanto furba triangolazione con Cagnoni trova il gol con un secco e preciso diagonale dal vertice sinistro dell’area di rigore (la sua mattonella) regalando la vittoria alla squadra. PS Dal filmato si vede chiaramente che è proprio lui durante i festeggiamenti susseguenti al gol a rubare la pezza blu asciuga-sudore di Capitan Bertonelli, reo di averlo escluso dal settetto di partenza, e a nasconderla sotto il tappeto erboso del Meeting, all’altezza della bandierina del calcio d’angolo. Determinante: 7
GianMaria Gabbana Lenelli: fino all’infortunio gioca una partita un po’… dinoccolata. Nel secondo tempo seppur con l’inguine a brandelli rimane in campo per non lasciare i compagni in inferiorità numerica sistemandosi nel ruolo di centravanti-boa. Dall’alto della sua classe trova ugualmente il modo anche da fermo di rompere le scatole ai difensori avversari riuscendo pure ad avviare qualche pericolosa azione di contropiede. Encomiabile: 8,5
Daniele Cagno Cagnoni(s): gara su ritmi un po’ compassati ma la coppa (quella che s’è magnato prima di giocare, ndr) pesa nelle gambe. E’ comunque sempre nel vivo del gioco e firma l’1-0 con un bel tiro dalla distanza. Bastante: 6/7
Marco Del Toro Baldini: se è l’unico giocatore in campo a non cadere nella finta del Gato è soltanto perchè guardava altrove, chè a lui di quello che succede nella nostra metà campo (figuriamoci nella nostra area di rigore!) davvero non gliene può fregar di meno. Menefreghista: 6/7
Dal vostro inviato all’Avana, un saluto e a stasera@ Forza Estrella Polar@
Reti: Estrella Polar: Cagnoni; Vietina
Tabaccheria Secchiari: Rocchi
Le Pagelle di Estrella Polar – Tabaccheria Secchiari: 2-1
Simone El Gato Del Sarto: la palla che al 40’ gli scappa dalle grinfie rimane l’unica incertezza di una partita molto autorevole in cui dimostra di aver recuperato appieno dai recenti acciacchi fisici (rivedere per credere la parata del 13’, in massima distensione, ndr). Al 47’ con una finta secca dribbla in un fazzoletto a cavallo della linea di porta l’accorrente avversario dimostrando buona tecnica ed una freddezza glaciale: che fosse lui e non un vero leopardo delle nevi (dato per quasi estinto da tempo, ndr) quello avvistato una settimana fa in Tibet? In ogni caso qualcosa sembra turbarlo (non ci inganni Gato, te lo leggiamo negli occhi!), ci sembra sempre più lontano e assente. E’ come se il giuoco del calcio lo avesse stancato, stufato: Gattò: 7
Luca The Captain Bertonelli: a corrente alternata. Capitano pure giornate così. Capitano: 6+
Maurillio De Zolt Dalle Luche: quando parte in quarta andandosi ad infilare negli imbuti talora preparati ad arte dagli avversari ce lo mangeremmo vivo! Questa volta però soprassediamo volentieri volendo premiare l’ottima prestazione e in generale la forma smagliante. Limita Fabio Volo, il più pericoloso tra gli avversari, relegandolo ad un ruolo di comparsa e nel contempo appoggia spesso l’azione offensiva con l’intensità di chi crede fino in fondo alla possibilità di vittoria. Al 45’ salva capra e cavoli immolandosi sulla botta (al volo, ndr) del suo pericolosissimo dirimpettaio. Siamo sicuri che le sacche del Dr. Fuentes fossero siglate “Birillo” e non “Biroldo”? Ragazzino: 7,5
Pietro Nemo Grassi: al 17’ del primo tempo la sua partita si interrompe bruscamente contro il gomito svolazzante di un feroce tabaccaio (se l’accanito fumatore cammini quotidianamente in quel modo, se avesse soltanto bevuto troppo oppure se il braccio gli si fosse anchilosato tenendolo appoggiato sul finestrino abbassato nel tragitto da casa verso il campo del Meeting Place non è dato sapere, ma tant’è): botta secca al naso e gara finita. Se nella scorsa partita ne avevamo conosciuto il nome, in questa ne apprendiamo addirittura la specie: Nasello: 6+
Marco Nino Vietina: sostituisce il Grassi sul finire del primo tempo e risulta decisivo. Già nei pochi minuti prima dell’intervallo si fa vedere un paio di volte sulla fascia ma come sempre succede le sue giocate sono frustrate dalla scarsa propensione di Baldini a seguirne le mosse. Nel secondo tempo sbaglia qualche passaggio ma riesce a sfondare diverse volte dimostrando una forma fisica eccellente. Passano dai suoi piedi le azioni più pericolose tra le quali quella molto bella conclusa con un tiro al volo di Baldini dopo il tocco di testa di Giammino. A capo di una precisissima quanto furba triangolazione con Cagnoni trova il gol con un secco e preciso diagonale dal vertice sinistro dell’area di rigore (la sua mattonella) regalando la vittoria alla squadra. PS Dal filmato si vede chiaramente che è proprio lui durante i festeggiamenti susseguenti al gol a rubare la pezza blu asciuga-sudore di Capitan Bertonelli, reo di averlo escluso dal settetto di partenza, e a nasconderla sotto il tappeto erboso del Meeting, all’altezza della bandierina del calcio d’angolo. Determinante: 7
GianMaria Gabbana Lenelli: fino all’infortunio gioca una partita un po’… dinoccolata. Nel secondo tempo seppur con l’inguine a brandelli rimane in campo per non lasciare i compagni in inferiorità numerica sistemandosi nel ruolo di centravanti-boa. Dall’alto della sua classe trova ugualmente il modo anche da fermo di rompere le scatole ai difensori avversari riuscendo pure ad avviare qualche pericolosa azione di contropiede. Encomiabile: 8,5
Daniele Cagno Cagnoni(s): gara su ritmi un po’ compassati ma la coppa (quella che s’è magnato prima di giocare, ndr) pesa nelle gambe. E’ comunque sempre nel vivo del gioco e firma l’1-0 con un bel tiro dalla distanza. Bastante: 6/7
Marco Del Toro Baldini: se è l’unico giocatore in campo a non cadere nella finta del Gato è soltanto perchè guardava altrove, chè a lui di quello che succede nella nostra metà campo (figuriamoci nella nostra area di rigore!) davvero non gliene può fregar di meno. Menefreghista: 6/7
Dal vostro inviato all’Avana, un saluto e a stasera@ Forza Estrella Polar@
09 maggio 2007
12!
Dopo la sconfitta di sabato qualcuno degli addetti ai lavori parlava gia di crisi della Estrella, bene ieri 12esima vittoria consecutiva nella Serie A, siamo a punteggio pieno, 47 gol fatti e 16 subiti, nettamente la miglior difesa del torneo.
Ma soprattutto una vittoria, quella di ieri, ottenuta da grande squadra, cercata fino all'ultimo con volontà e caparbietà a dimostrazione del carattere e della unità all'interno del collettivo.
Paradossalmente abbiamo giocato meglio nel secondo tempo, dove abbiamo sviluppato anche almeno tre azioni da calcio champagne.
Abbiamo sofferto ma abilmente contenuto la sfuriata iniziale dei Tabaccai e poi consci dei nostri mezzi abbiamo espresso tutto il nostro potenziale proprio nel finale di partita.
Unica nota dolente gli infortuni: se è vero che trottolino Grassisky rientrerà gia giovedì, per Len Helly stop forzato fino all'impiego in CienzLig.
Ora ci aspettano due partite difficili, dove certamente dimostreremo che possiamo competere su più fronti anche con una rosa ristretta. L'unico che non si stringe è Luca..anzi...che giganteggia giggioneggiando o giggioneggia giganteggiando (Ai poster l'ardua sentenza).
Dicevamo due partite da vincere, magari soffrendo meno e segnando di più. Lo stellone Baldao freme!!
07 maggio 2007
"Il parere" di Oliviero Beha
Secondo me vi è mancato un giocatore alla Ferro, uno un pò bislacco, che crea spazi sulla fascia...che salti l'uomo e crei quella situazione da uomo in più.
Il vosto O. Beha
Il vosto O. Beha
06 maggio 2007
Ore 17:00 - Conferenza Stampa con El Gato Del Sarto
Sono quasi le 17:00 quando, terminata la leggera seduta di allenamento con il preparatore dei portieri, nella sala stampa del centro sportivo Stella Del Sud di siede El Gato Del Sarto.
Si legge sul suo volto la stanchezza ed una certa amarezza per il risultato della partita di ieri, ma anche la fierezza di chi, interpretando il sentimento di tutta la squadra, sa che la delusione passa e le partite non finiscono mai.
Scansate col sorriso le prime domande sulla vicenda del rinnovo del contratto, ElGato risponde con disponibilità alle domande che inevitabilmente si concentrano sulla partita di Coppa della sera prima.
Si è molto parlato nel dopo partita, soprattutto raccogliendo il malumore del Bomber Baldini, di quel pallone strano e dal rimbalzo imprevedibile, oltre che dei piccoli cambiamenti nel regolamento resi noti all'ultimo minuto.
"Sì, capisco lo sfogo dello Stellone Baldini, effettivamente quel pallone era osceno, oltre ai rimbalzi un pò "ampi" a causa dei quali anche io spesso mi sono trovato in difficoltà, credo si sia visto, nelle uscite alte perchè il pallone era quasi invisibile - ammette El Gato - inoltre era davvero troppo gonfio, incontrollabile, sicuramente per noi, abituati con un pallone diverso è stato un impaccio in più, ma credo anche che una squadra come la nostra, che vuole essere una grande squadra, debba maturare più malizia, più scaltrezza...anche per gli avversari le condizioni erano diverse dalle loro abitudini, ma si sono adattati...si sono posti sulla difensiva e alla fine sono stati premiati. Credo che mentalmente siano stati più convinti, più affamati, quindi alla fine il risultato dia ragione a loro". Ma El Gato non intende criticare i compagni, anzi: "Anche se non abbiamo fatto una partita al nostro abituale livello, credo che siamo stati ampiamente i migliori in campo. Quello che ha detto Nino dopo la partita è giustissimo...è come una di quelle partite in cui tutto va storto." El Gato ha parole di conforto per il difensore brasiliano Mauricio Dalle Luche che ieri, con un suo sciagurato errore ha propiziato il gol del 2-1. "quello di Mauricio è il tipico errore che non ti aspetti dalla persona che non ti aspetti! Mauricio ha fatto e continuerà a fare un campionato bellissimo, nella seconda fase del torneo è stato superlativo, abbinando tanta qualità con una continuità che non ritrovava da anni. Come portiere vorrei sempre uno così in difesa". Si era ventilata alla viglia di questo esordio in coppa la possibilità di un suo avvicendamento tra i pali propio in virtù dei problemi col contratto. El Gato sorride e smentisce: "Ultimamente non sto attraversando un buon momento dal punto di vista della forma fisica, direi che sono piuttosto malconcio e sto giocando grazie agli antidolorifici, sono stato io a proporre alla società una staffetta con l'altro portiere" Quindi nessun caso DelSarto "Assolutamente no, almeno non ora" dice ridendo il portiere stellare. Si torna a parlare della coppa ed il Gato si lascia andare ad una analisi più ampia: "Credo che a determinare la sconfitta sia stato un insieme di fattori che dipendono però al 100% da ognuno dei giocatori. Abbiamo dimostrato scarsa adattabilità alle situazioni di gioco, mentre al contrario non abbiamo dimostrato quella intelligenza tattica e quella brillantezza che è essenziale per vincere partite come queste. Invece ci facciamo condizionare in modo eccessivo dalle situazioni ambientali, sono amareggiato perchè se dal punto di vista fisico nessuno si è risparmiato ho visto alcuni dei miei compagni troppo caotici, poco lucidi. Forse qualcuno sente la pressione di un impegno così importante, ci manca sicuramente quella esperienza internazionale che fa la differenza e che non riusciamo a colmare, perchè ci manca quel pizzico di spavalderia che deriva dalla consapevolezza dei nostri mezzi. Ripeto, ci sono stati fattori svantaggiosi per noi, ma altrettanti ce ne erano per gli avversari, noi non siamo stati in grado di ragionare, mettere giu palla e adattare il nostro gioco per limitare gli elementi negativi. A costo di essere un pò troppo critico, penso che davvero la pressione per la partita si sia fatta sentire. Nel primo tempo abbiamo fatto pareccchi errore di concentrazione, troppo scollamento tra difesa e centrocampo, poca comunicazione. Richiamare i compagni e vedere le proprie indicazioni che cadono nel vuoto è il sintomo evidente di scarsa lucidità. Sono però sicuro che gia nella prossima giornata tante cose saranno molto, molto diverse. Ad alcuni di noi manca esperienza, ma di positivo c'è che siamo una squadra che sa imparare molto in fretta." Questo ottimismo risolleva i tifosi della Estrella Polar, ma intanto i Blues arriveranno alla trasferta di Prato dopo una settimana faticosa, nella quale si giocheranno due partite di campionato, e con alcune assenza di rilievo, tra le quali proprio ElGato.
Che Amarezza!
Champion’s League, 1a giornata: Estrella Polar – Pistoia 1-2
Reti: Estrella Polar: Cagnoni
Pistoia: Vietina autogol, Romario
Ahimé. La prima uscita europea dell’Estrella Polar regala soltanto amarezze assortite ai tanti tifosi giunti dalle galassie più lontane e disparate. La sconfitta casalinga complica terribilmente i piani della compagine di Mister Bertonelli che adesso non potrà più permettersi di sbagliare. Che dire…
La partita che avrebbe dovuto regalare emozioni e spettacolo non regala un bel niente. Non sappiamo se anche gli avversari abbiano subito i nostri stessi condizionamenti “ambientali”, fatto sta che l’Estrella Polar si trova a giocare la partita casalinga con regole completamente diverse da quelle che abitualmente ne disciplinano le gare. La cosa peggiore comunque è il pallone della gara, un taglia 5 gonfiato a bomba da Mino il giorno precedente che per tutta la partita rimbalza ingovernabile sul terreno durissimo del Meeting Place come una pallina magica.
A mio modo di vedere comunque, a parte questi non trascurabili dettagli, la partita è stata segnata (non nel senso del risultato è ovvio ma della qualità del gioco) nel momento in cui si è scelto di giocare alle 18.30. L’avevo detto con forza all’atto della decisione che avremmo sofferto le pene dell’inferno. Quest’anno, come tutti gli altri anni del resto, abbiamo sempre giocato dopo le 20.30 e sapevo per esperienza diretta che giocare di pomeriggio proprio nel momento in cui i primi caldi ci fanno soffrire perfino durante tranquille passeggiate pomeridiane avrebbe condizionato pesantemente la gara. Figuriamoci al Meeting Place con tutta quell’umidità e quell’erba sintetica! Credo che anche gli avversari abbiano sofferto questo orario inconsueto e infatti ne è venuta fuori una partita davvero brutta. Visto che è stato Giammino ad imporre a tutti questo orario (figuriamoci, all’inizio aveva proposto le 17,30! Ma lo sa che Luca ha 36 anni, Marco 38, io 35, Daniele 34, Pietro 43 e Maurizio 52? Qualcuno gliel’ha detto?) sappia che dovrà consegnare al Capitano un rapporto scritto molto dettagliato sulla serata galante che tanto lo assillava e che tanto cara ci è costata.
Al di là di tutto non credo si possa imputare alla squadra granché. Tutto ciò che poteva andare storto è andato storto e sinceramente gli avversari non hanno fatto niente per vincerla la partita. Abbiamo fatto tutto da soli, regalando due gol che non esistono. Mai nel corso della stagione era successo niente di simile in partite “vere” e questo la dice lunga sulla stranezza della partita. L’unico appunto che mi sento di fare, ma sempre sia chiaro perché ci serva a migliorare, è che bisogna essere più scaltri e più umili nell’adattarsi alle situazioni che si presentano. Dire che dobbiamo sfruttare meglio le debolezze avversarie cercando al tempo stesso di disinnescarne gli elementi più pericolosi non è una banalità. Non voglio dire che dobbiamo snaturare il nostro gioco, ma adattarci più velocemente e con intelligenza alle varie situazioni che si propongono. Se come stasera gli avversari hanno un centravanti molto bravo che sa tener palla e finalizzare il gioco dobbiamo cercare di fargli arrivare pochi palloni, è semplice. Tatticamente è una situazione che abbiamo già affrontato quest’anno ma tutte le volte ci mettiamo almeno un tempo a capire come si deve giocare. Due difensori molto vicini e il gioco è fatto. Stessa cosa vale per l’attacco. Se capiamo che c‘è un lato debole nello schieramento avversario cerchiamo di sfruttarlo anche a costo di essere ripetitivi e monotoni. A volte invece mi sembra che abbiamo come delle remore a riproporre lo stesso schema di gioco perdendoci in leziosità che ritardano soltanto lo svolgersi dell’azione e niente altro (e intanto quello che si è proposto si è fatto l’ennesimo scatto di 30 metri…). Stasera per esempio (ma come quasi sempre succede anche in campionato) dalla mia parte c’è stata in alcuni frangenti l’occasione di una palla alta oltre l’ultimo difensore che a volte se ne stava all’altezza della tre quarti campo. Chi ha la palla in quel momento deve sapere di questa possibilità, proviamoci una volta! Se il giochino riesce mettiamo l’uomo solo davanti al portiere, se non riesce creiamo comunque i presupposti per far perdere 15 metri agli avversari. E questo lo dico anche per il futuro quando magari avremo il velocissimo Lapi da servire negli spazi. Per non parlare del secondo tempo (che stavamo giocando col piglio giusto a mio modo di vedere). Quando sono entrato al posto di Maurizio stavo molto bene e dalla mia parte si era da poco sistemato un tizio abbastanza scarso, forse il più scarso della compagnia. E infatti nel giro di pochi minuti sono arrivato al tiro due volte in modo potenzialmente molto pericoloso. Dovevamo insistere da quella parte facendo girare il pallone fino a trovare il momento buono per affondare e invece abbiamo cominciato a lanciare e a cercare immediatamente la punta con passaggi in verticale che non portano a niente se la difesa avversaria è arroccata con quasi tutti gli uomini davanti alla porta. A dieci minuti dalla fine della gara è presto per cominciare a giocare d’assalto, si possono fare miracoli in dieci minuti! Morale della favola: se non me la passate più spesso non vengo più!
Siete d’accordo? Ho detto delle castronerie? Avete suggerimenti per la prossima partita?
Scrivete, scrivete, scrivete…
Forza ragazzi che ce la facciamo, espugniamo Prato! Que viva Estrella Polar, que viva, que viva!
Reti: Estrella Polar: Cagnoni
Pistoia: Vietina autogol, Romario
Ahimé. La prima uscita europea dell’Estrella Polar regala soltanto amarezze assortite ai tanti tifosi giunti dalle galassie più lontane e disparate. La sconfitta casalinga complica terribilmente i piani della compagine di Mister Bertonelli che adesso non potrà più permettersi di sbagliare. Che dire…
La partita che avrebbe dovuto regalare emozioni e spettacolo non regala un bel niente. Non sappiamo se anche gli avversari abbiano subito i nostri stessi condizionamenti “ambientali”, fatto sta che l’Estrella Polar si trova a giocare la partita casalinga con regole completamente diverse da quelle che abitualmente ne disciplinano le gare. La cosa peggiore comunque è il pallone della gara, un taglia 5 gonfiato a bomba da Mino il giorno precedente che per tutta la partita rimbalza ingovernabile sul terreno durissimo del Meeting Place come una pallina magica.
A mio modo di vedere comunque, a parte questi non trascurabili dettagli, la partita è stata segnata (non nel senso del risultato è ovvio ma della qualità del gioco) nel momento in cui si è scelto di giocare alle 18.30. L’avevo detto con forza all’atto della decisione che avremmo sofferto le pene dell’inferno. Quest’anno, come tutti gli altri anni del resto, abbiamo sempre giocato dopo le 20.30 e sapevo per esperienza diretta che giocare di pomeriggio proprio nel momento in cui i primi caldi ci fanno soffrire perfino durante tranquille passeggiate pomeridiane avrebbe condizionato pesantemente la gara. Figuriamoci al Meeting Place con tutta quell’umidità e quell’erba sintetica! Credo che anche gli avversari abbiano sofferto questo orario inconsueto e infatti ne è venuta fuori una partita davvero brutta. Visto che è stato Giammino ad imporre a tutti questo orario (figuriamoci, all’inizio aveva proposto le 17,30! Ma lo sa che Luca ha 36 anni, Marco 38, io 35, Daniele 34, Pietro 43 e Maurizio 52? Qualcuno gliel’ha detto?) sappia che dovrà consegnare al Capitano un rapporto scritto molto dettagliato sulla serata galante che tanto lo assillava e che tanto cara ci è costata.
Al di là di tutto non credo si possa imputare alla squadra granché. Tutto ciò che poteva andare storto è andato storto e sinceramente gli avversari non hanno fatto niente per vincerla la partita. Abbiamo fatto tutto da soli, regalando due gol che non esistono. Mai nel corso della stagione era successo niente di simile in partite “vere” e questo la dice lunga sulla stranezza della partita. L’unico appunto che mi sento di fare, ma sempre sia chiaro perché ci serva a migliorare, è che bisogna essere più scaltri e più umili nell’adattarsi alle situazioni che si presentano. Dire che dobbiamo sfruttare meglio le debolezze avversarie cercando al tempo stesso di disinnescarne gli elementi più pericolosi non è una banalità. Non voglio dire che dobbiamo snaturare il nostro gioco, ma adattarci più velocemente e con intelligenza alle varie situazioni che si propongono. Se come stasera gli avversari hanno un centravanti molto bravo che sa tener palla e finalizzare il gioco dobbiamo cercare di fargli arrivare pochi palloni, è semplice. Tatticamente è una situazione che abbiamo già affrontato quest’anno ma tutte le volte ci mettiamo almeno un tempo a capire come si deve giocare. Due difensori molto vicini e il gioco è fatto. Stessa cosa vale per l’attacco. Se capiamo che c‘è un lato debole nello schieramento avversario cerchiamo di sfruttarlo anche a costo di essere ripetitivi e monotoni. A volte invece mi sembra che abbiamo come delle remore a riproporre lo stesso schema di gioco perdendoci in leziosità che ritardano soltanto lo svolgersi dell’azione e niente altro (e intanto quello che si è proposto si è fatto l’ennesimo scatto di 30 metri…). Stasera per esempio (ma come quasi sempre succede anche in campionato) dalla mia parte c’è stata in alcuni frangenti l’occasione di una palla alta oltre l’ultimo difensore che a volte se ne stava all’altezza della tre quarti campo. Chi ha la palla in quel momento deve sapere di questa possibilità, proviamoci una volta! Se il giochino riesce mettiamo l’uomo solo davanti al portiere, se non riesce creiamo comunque i presupposti per far perdere 15 metri agli avversari. E questo lo dico anche per il futuro quando magari avremo il velocissimo Lapi da servire negli spazi. Per non parlare del secondo tempo (che stavamo giocando col piglio giusto a mio modo di vedere). Quando sono entrato al posto di Maurizio stavo molto bene e dalla mia parte si era da poco sistemato un tizio abbastanza scarso, forse il più scarso della compagnia. E infatti nel giro di pochi minuti sono arrivato al tiro due volte in modo potenzialmente molto pericoloso. Dovevamo insistere da quella parte facendo girare il pallone fino a trovare il momento buono per affondare e invece abbiamo cominciato a lanciare e a cercare immediatamente la punta con passaggi in verticale che non portano a niente se la difesa avversaria è arroccata con quasi tutti gli uomini davanti alla porta. A dieci minuti dalla fine della gara è presto per cominciare a giocare d’assalto, si possono fare miracoli in dieci minuti! Morale della favola: se non me la passate più spesso non vengo più!
Siete d’accordo? Ho detto delle castronerie? Avete suggerimenti per la prossima partita?
Scrivete, scrivete, scrivete…
Forza ragazzi che ce la facciamo, espugniamo Prato! Que viva Estrella Polar, que viva, que viva!
Iscriviti a:
Post (Atom)